Adroher I Pascual, Enrique
A. nacque a Girona (Catalogna) il 10 giugno 1908 da una famiglia della classe media artigiana. Fra il 1924 e il 1928 intraprese gli studi magistrali nella Scuola Normale della sua città natale e nel 1928 si unì alla Federazione anarchica iberica, alla quale arrivò mediante i suoi contatti con il sindacato di tendenza anarco-sindacalista Confederación nacional del trabajo (CNT). Fra il 1929 e il 1932 terminò gli studi di pedagogia a Madrid, raddoppiando la sua attività politica e sindacale nel quadro degli scontri politico-sociali vissuti in quegli anni dal paese (caduta della dittatura di Primo de Rivera, fine della monarchia, instaurazione della repubblica, approvazione dello statuto di autonomia per la Catalogna). Passato nelle file del Partito comunista, A. rimase lontano da tutta l’ortodossia stalinista, conservando le proprie origini libertarie, e arrivò persino a essere incarcerato, accusato dell’incendio di alcuni conventi nelle “giornate di aprile” del 1931.
Nel 1932, assieme a un gruppo di insegnanti per la maggior parte socialisti e di alcuni amici della Scuola superiore magistrale di Madrid, A. partecipò alla fondazione del sindacato degli insegnanti (Federación española de trabajadores de la enseñanza, FETE), affiliato alla socialista Unione generale dei lavoratori (Unión general de trabajadores, UGT). Nello stesso anno tornò in Catalogna, stabilendosi definitivamente a Barcellona, dove fu insegnante fino alla guerra civile. In questo periodo proseguì la sua attività politica e sociale, ricoprendo l’incarico di segretario generale della FETE-UGT in Catalogna, e iniziò a firmare suoi articoli sulla stampa con lo pseudonimo di “Gironella”.
A partire dalla rivoluzione di ottobre del 1934 A. si affiliò al Bloc obrer i camperol (Blocco operaio e rurale), partecipando attivamente alla costituzione del Partito operaio di unificazione marxista (Partido obrero de unificación marxista, POUM) di tendenza trockijsta. Nel febbraio del 1936 appoggiò la creazione del Fronte popolare e nei giorni successivi al 18 luglio combatté sulle barricate contro i militari golpisti. Dopo la neutralizzazione del Fronte popolare si occupò dell’organizzazione di gruppi di volontari che avrebbero marciato da Barcellona fino al fronte aragonese, in qualità di rappresentante del POUM nel Comitato centrale delle milizie antifasciste di Barcellona, che in quel momento era il governo operaio della Catalogna rivoluzionaria. Fra il settembre e il dicembre del 1936 divenne commissario generale del Trasporto di guerra del Consiglio di difesa del governo autonomo della Catalogna e successivamente, fra il dicembre del 1936 e il maggio 1937, fu nominato commissario generale delle Comunicazioni del Consiglio di difesa.
Gli scontri armati a Barcellona tra varie organizzazioni repubblicane nel maggio 1937 (“la rivoluzione nella rivoluzione”) terminarono allorché il Partito comunista assunse il controllo della situazione, iniziando le persecuzioni dei dirigenti del POUM, tra cui Gironella. Arrestato in agosto, A. fu processato in ottobre assieme alla Commissione esecutiva del POUM (che fu assolta) dal “Tribunale di spionaggio” controllato dagli stalinisti, e fu condannato a quindici anni di prigione. In previsione della imminente caduta di Barcellona, nei primi mesi del 1939 A. fu trasferito, insieme ad altri prigionieri, vicino alla frontiera francese. Con il crollo del fronte catalano davanti all’avanzata delle truppe franchiste, A. fu liberato e, arrivato in Francia, internato assieme a migliaia di vecchi combattenti repubblicani nel campo di Vernet d’Ariège nei pressi di Tolosa, dove restò fino all’aprile del 1940.
Dopo la disfatta francese davanti all’esercito di Hitler e il disfacimento dell’amministrazione statale, A., aiutato dalla Commissione di aiuto ai repubblicani spagnoli, raggiunse Burdeos dove fu imbarcato sul Cuba con un mercante che conduceva rifugiati spagnoli in Messico, dove approdò pochi giorni dopo l’assassinio di Trockij. In Messico A. restò fino al 1946, collaborando attivamente alle azioni intraprese dagli esiliati repubblicani e affiliandosi a organizzazioni socialiste. Nel settembre del 1944 fu promotore della Commissione socialista internazionale, embrione di ulteriori progetti, la cui finalità era quella di unire in uno stesso organismo tutti i gruppi socialisti europei rifugiati in Messico.
Al termine della guerra mondiale, alla fine del 1946, A. ottenne un visto per la Francia e fece ritorno in Europa agli inizi del 1947, iniziando una nuova vita politica segnata dal compromesso con la sinistra europeista e la costruzione dell’Europa per i tre decenni successivi.
Nel febbraio del 1947 A. partecipò alla prima conferenza dei socialisti europei tenutasi a Londra, che cercava di dare una risposta della sinistra non comunista alla sfida dell’Europa. Non si trattava solamente di lavorare per l’Unione europea, ma anche di creare un’organizzazione dedicata specificamente a tale scopo: il Movimento socialista per gli Stati uniti d’Europa (). I principali obiettivi erano un’unità economica pianificata e un Federalismo politico in un contesto democratico. Questa organizzazione fu costituita ufficialmente a Parigi nel maggio dello stesso anno e A. ne fu nominato segretario generale, incarico che ricoprì fino al 1964.
Attraverso il MSEUE A. entrò a far parte del gruppo di uomini che negli anni Cinquanta avviarono l’edificio istituzionale europeo: attivista politico indefesso, organizzò eventi, congressi, manifestazioni e tutta una serie di azioni per promuovere le sue idee e la lotta contro le proposte attendiste.
A. divenne così una figura abbastanza nota del mondo europeista, lavorando soprattutto al fianco di socialisti del calibro di Guy Alcide Mollet, Maurice Faure, Ugo La Malfa, Jean Ziegler, Georges Renard, Paul Reynaud, Leon Blum, Paul-Henry Charles Spaak, Altiero Spinelli, François Mitterrand; ma anche con europeisti di centro e di destra: da Juan Madariaga a Robert Schuman, da Denis de Rougemont a Hendrik Brugmans, da François Poncet a Robert Van Schendel. Un’attività iniziata in vista della convocazione del Congresso dell’Aia per non lasciare alla destra l’iniziativa della costruzione europea.
Dopo il Congresso dell’Aia, al quale A. partecipò attivamente, il dibattito in seno al MSEUE in merito all’incorporazione del progetto da lui suggerito non cessò. Nonostante la posizione contraria dei britannici e di alcuni dei grandi partiti socialisti europei, si fece strada l’idea di appoggiare il processo avviato. Occorreva pronunciarsi sul Piano Marshall, sul futuro della Germania e sull’internazionalizzazione del bacino industriale della Rhur. I principali temi di discussione furono la creazione di un Parlamento europeo sopranazionale, l’Accordo generale sulle tariffe e il commercio (GATT) (v. Organizzazione mondiale del commercio), l’Unione dell’Europa occidentale (UEO), ecc. Nell’ottobre del 1948 si organizzò il Movimento europeo (ME), che invitò il MSEUE a far parte dei suoi organi direttivi, e la proposta venne accettata dal Comitato internazionale straordinario tenutosi alla fine di novembre. Tra le personalità che entrarono a far parte degli organi direttivi del ME vi furono André Philip, Henri Frenay e lo stesso Gironella.
Il MSEUE, comunque, fu un progetto atipico. Alla fine degli anni Quaranta i partiti socialisti non erano organizzati a livello internazionale; il Comitato della conferenza socialista internazionale (COMISCO), creato nel 1947, fu un cattivo rimedio all’Internazionale socialista ricostituita nel 1951, e le sue incertezze in merito alla questione europea non si attenuarono fino agli anni Sessanta: da qui l’importanza del MSEUE e del suo segretario generale. Esso non si presentava né come un organismo di coordinamento né come una rappresentanza ufficiale dei partiti socialisti, bensì come un movimento che promuoveva l’europeismo di sinistra, accendendo dibattiti, proponendo progetti e difendendo politiche europee ed europeiste. Le sue relazioni con i partiti socialisti erano diversificate: contrastare con il Labour party, di collaborazione stretta con la Section française de l’internationale ouvrière (SFIO), la Sozialdemokratische Partei Deutschlands (SPD) e con i partiti socialisti belga, olandese e italiano. Senza sopravvalutare la sua influenza, le politiche difese dal MSEUE e la sua rivista “Gauche Européenne” diedero un contributo teorico e politico considerevole al pensiero socialista degli anni Cinquanta, ma anche alla stessa costruzione europea, nella quale il MSEUE introdusse elementi di stampo sociale, soprattutto a partire dagli anni Sessanta.
I cambiamenti intervenuti dopo la firma del Trattato di Roma (v. Trattati di Roma) costrinsero il MSEUE a rivedere la sua posizione e il suo ruolo nella costruzione europea, e a cambiare la sua denominazione in Movimento della sinistra europea (Movimiento izquierda europea) al X Congresso tenuto a Lussemburgo nel febbraio del 1961. Paul Henry Spaak fu nominato presidente, André Philip presidente dell’esecutivo del comitato centrale e A., ancora una volta, segretario generale.
Tuttavia A. detenne questo incarico per breve tempo. Il suo cambio di residenza da Parigi a Bruxelles, nel 1962, dopo la nomina a segretario generale del Centro europeo delle imprese pubbliche (CEEP), rendevano incompatibili le due cariche, e A. diede la dimissioni nel 1964 dalla prima. All’interno del CEEP A. fu riconosciuto come interlocutore sociale da parte della Comunità europea, e ciò gli permise di partecipare ai grandi dibattiti e negoziati economico-sociali della Comunità economia europea (CEE), fino al suo definitivo ritiro e al suo ritorno in Spagna nel 1976, dopo la morte di Franco.
In ogni caso, il compromesso di A. con la sinistra europeista va visto alla luce della sua condizione di esiliato antifranchista spagnolo, che lo portò a collaborare con le organizzazioni della sinistra spagnola, specialmente con il Partito socialista, nella lotta contro la dittatura da una posizione europeista. Pertanto occorre distinguere il contributo di A. alla creazione del Consiglio federale spagnolo del Movimento europeo, di cui fu segretario generale quasi ininterrottamente dal 1949 al 1974, l’attività di diffusione dell’idea europea nell’interno della Spagna come elemento di critica e opposizione al franchismo e, soprattutto, la sua attiva partecipazione all’organizzazione della c.d. “Cospirazione di Monaco”, prima riunione dell’opposizione interna ed esterna al franchismo, nella quale si condizionò l’ingresso della Spagna nelle Istituzioni comunitarie alla democratizzazione del paese, avvenuta nell’ambito del IV Congresso internazionale del Movimento europeo nel giugno del 1962. Un’esperienza che si ripeterà alla fine del franchismo, nel gennaio del 1975, nella sede delle stesse Comunità europee a Bruxelles, quando non esisteva ancora alcuna possibilità di negoziazione politica tra la dittatura e le Comunità. L’abilità di A. fu quella di offrire all’Europa l’immagine di una Spagna pronta al cambiamento politico e alla democratizzazione, come poi accadrà effettivamente nel processo di transizione.
Nel 1976 A. tornò in Spagna, stabilendosi a Barcellona, dove proseguirà la sua attività politica nella Segreteria delle relazioni internazionali del Partito socialista di Catalogna, impegnandosi per l’unità delle diverse famiglie del socialismo catalano fino alla definitiva costituzione del Partito dei socialisti di Catalogna (Partit dels socialistes de Catalunya, PSC) formazione che si inquadrò nel Partito socialista operaio spagnolo (Partido socialista obrero español) collaborando con l’ esecutivo federale.
In larga misura, la carriera politica di A. trovò riconoscimento in quest’ultima tappa. Nominato presidente onorario del Consiglio catalano del Movimento europeo, fu altresì insignito da Juan Carlos I, nel 1984, della Gran Croce d’Isabella La Cattolica «per il suo contributo alla costruzione europea e alla integrazione della Spagna nelle Comunità europee», e nel 1986 ricevette la Croce di San Giorgio del Governo di Catalogna «per la sua azione a favore di un’Europa federale». A. morì nel 1987.
M. Juste (2010)