Albonetti, Achille
Nato a Venezia il 6 febbraio 1927 da Giovanni e Maria Sangiorgi, A. si laurea in Legge e nel 1950 entra nella delegazione tecnica dell’Ambasciata italiana a Washington. Nel 1953 diventa consigliere economico della rappresentanza italiana all’Organizzazione europea per la cooperazione economica (OECE), carica che conserva sino al 1961.
Nella nuova fase di rilancio comunitario inaugurata dalla Conferenza di Messina, A. ha quindi apportato un significativo contributo alla costruzione europea. Dapprima, nell’estate del 1955, grazie alla partecipazione ai lavori della prima Conferenza di Bruxelles, nella quale un gruppo di personalità e di esperti era stato chiamato a redigere un rapporto contenente le linee generali di un progetto per l’integrazione europea nel campo nucleare. Poi, dopo la riunione dei ministri degli Esteri a Venezia, tenutasi nel maggio 1956, allorché prende parte alla seconda Conferenza di Bruxelles, come membro del gruppo di lavoro incaricato di elaborare il testo del Trattato Euratom (v. Comunità europea dell’energia atomica). Proprio in quell’occasione egli giocherà un ruolo importante, sbloccando con un’abile mediazione una difficile situazione di stallo provocata dal contrasto franco-tedesco sul sistema degli approvvigionamenti.
Una ricostruzione e un’interpretazione di tale vicenda sarà tracciata a caldo dallo stesso A. nel fortunato volume Euratom e sviluppo nucleare, pubblicato nel 1958 a Milano. Si tratta della sua prima opera, alla quale avrebbe poi fatto seguito il volume Preistoria degli Stati Uniti d’Europa, uno dei primi testi di storia dell’integrazione europea, pubblicato nel 1960 e poi uscito in edizione tedesca nel 1961, francese nel 1963 e in seconda edizione italiana nel 1964.
Sfruttando le competenze acquisite in ambito comunitario, A. nel biennio 1958-1959 s’impegna nella Comunità economica europea, dapprima in qualità di capo di gabinetto della vicepresidenza e poi come assistente speciale del presidente Walter Hallstein. Dal 1960 è direttore per gli Affari internazionali e studi economici, quindi, sino al 1980, direttore centrale delle Relazioni esterne, del Comitato nazionale per l’energia nucleare (CNEN, oggi ENEA). Tutta la sua attività si fonda sulla convinzione della necessità di puntare sull’energia atomica nella produzione di elettricità, coniugando questo obiettivo con sincere idealità europeistiche. Tali idealità si riflettono inevitabilmente nella sua produzione bibliografica degli anni Sessanta, che spazia da Europeismo e atlantismo (1963) a La collaborazione internazionale nucleare (1963), da L’Europa e la questione nucleare (1964) a Divario tecnologico, la ricerca scientifica e produttività in Italia e negli Stati Uniti (1967), sino a Egemonia o partecipazione? Una politica estera per l’Europa (1969).
Imponente risulta anche la sua bibliografia degli anni Settanta, che comprende titoli quali L’Europa e l’energia nucleare (1972), Energia nucleare e crisi energetica europea (1974), Un manifesto per la libertà (1976), L’Italia e l’atomica (1976), Gli Stati Uniti, l’Italia e l’eurocomunismo (1977) e Gli Stati Uniti e il PCI da Kissinger a Carter (1978). Membro di vari e qualificati comitati internazionali, dal 1973 al 1980 A. sarà governatore per l’Italia dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) dell’Organizzazione delle nazioni Unite.
Condirettore della rivista “Affari Esteri” dal 1980, A. da quello stesso anno al 1987 è presidente della Total italiana, dal 1981 al 1988 presidente dell’Unione petrolifera e membro della giunta esecutiva di Confindustria, oltre che consulente dei presidenti di IRI e Finmeccanica. Nel suo ultimo libro, L’Italia, la politica estera e l’unità dell’Europa, torna alle amate tematiche europee, senza peraltro nascondere il proprio disappunto sulle difficoltà della Unione europea a 25 Stati e sulla scarsa propensione europeistica del governo guidato da Silvio Berlusconi.
Guido Levi (2009)