Barnier, Michel
B. (La Tronchère 1951) studia al liceo Jean Moulin di Albertville e poi al Lycée du Parc di Lione, prima di essere ammesso alla prestigiosa École supérieure de commerce de Paris (ESCP), dove si laurea nel 1972.
Si impegna in politica giovanissimo, a 14-15 anni, militando nel movimento gollista. I suoi mandati elettivi lo portano a lavorare per la sua regione, la Savoia, prima come consigliere generale (1973-1999), poi come deputato del RPR (Rassemblement pour la République) per la circoscrizione di Albertville (1978-1993). Infine, è eletto vicepresidente del Consiglio regionale della regione Rhône-Alpes (1982-1986), presidente del Consiglio generale della Savoia (1982-1999) e poi senatore della Savoia (1995-1999). B. si adopera a favore di una Savoia dinamica, che sia una terra di progetti. A questo titolo partecipa, in particolare, all’organizzazione dei XVI Giochi olimpici di Albertville nel 1992. Rivolge un’attenzione speciale alla salvaguardia del patrimonio culturale, sostenendo la creazione dei “percorsi del barocco”, che riuniscono 50 chiese e cappelle di Maurienne e Tarantasia, ed ecologico, promuovendo dalla metà degli anni Ottanta una politica volontarista di protezione dell’ambiente in Savoia. Il suo rapporto parlamentare pubblicato nel 1990, Chacun pour tous, le défi écologique, contiene un centinaio di proposte a favore dell’ambiente.
Il suo impegno politico regionale e le sue preoccupazioni ambientaliste lo portano sulla ribalta nazionale, con la nomina a ministro dell’Ambiente nel marzo 1993. Nel 1995 può creare la prima Commission nationale du débat public per i grandi progetti infrastrutturali e lancia il primo dibattito nazionale sull’energia.
Ma le idee europee di B. potranno esprimersi solo a partire dal 1995, quando è nominato ministro delegato agli affari europei. In questa posizione negozia per la Francia il Trattato di Amsterdam e appoggia il consolidamento della presenza francese nell’Europa dell’Est. Abbandona questa funzione nel 1997, ma le sue responsabilità europee continuano, in quanto viene eletto presidente dell’Association française du Conseil des communes et régions d’Europe (1997-1999) e nominato presidente della delegazione del Senato per l’Unione europea (1998-1999). Infine, nel settembre 1999, B. è promosso commissario europeo con l’incarico della politica regionale e della riforma delle istituzioni. Quindi rappresenta la Commissione europea alla conferenza intergovernativa del 2000 che deve risolvere i problemi legati alla riforma delle istituzioni dell’Unione europea prima dell’allargamento e che preannuncia il Trattato di Nizza. Nel Consiglio europeo di Laeken, nel dicembre del 2001, è designato con il collega António Vitorino per rappresentare la Commissione all’interno del Presidium della Convenzione europea sull’avvenire dell’Unione presieduta da Valéry Giscard d’Estaing. Inoltre, dirige i lavori del gruppo istituito sulla questione della difesa europea.
Nominato ministro degli Esteri nel marzo 2004, promuove nella diplomazia francese le sue idee europee, ma insiste anche sul tema dello sviluppo durevole e sul rafforzamento della cooperazione internazionale. Lascia nel 2005 la funzione ministeriale, dopo l’insuccesso del «sì» nel referendum sulla Costituzione europea, ma il suo impegno europeo prende la forma di un saggio, Sortir l’Europe des idées reçues, e prosegue come consigliere particolare del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso nel 2006. In questa veste presenta nel maggio 2006 un rapporto che propone la creazione di una «forza europea di protezione civile: Europe Aid». Nello stesso periodo B. diventa consigliere politico dell’UMP (Union pour la majorité présidentielle) e fa della presenza della Francia in Europa e nel mondo un tema di lavoro essenziale. Le sue prese di posizione a livello europeo e internazionale si manifestano infine nella sua nuova funzione ministeriale: dal giugno 2007 fa parte del governo di François Fillon come ministro dell’Agricoltura e della pesca e deve cercare di equilibrare gli interessi agricoli francesi e gli imperativi della Politica agricola comune.
Émilie Willaert (2008)