Barroso, José Manuel Durão
Figlio di un contabile, B. (Lisbona 1956) ha trascorso l’infanzia e il periodo degli studi sotto il regime autoritario di Antonio Salazar e, più tardi, sotto quello di Marcelo Caetano, esperienza questa che ha contribuito a formare in lui una forte propensione alla democrazia.
Quando scoppiò la “Rivoluzione dei garofani” il 25 aprile del 1974, B. aveva appena diciott’anni e si unì, come molti altri giovani portoghesi, all’ondata rivoluzionaria che trovò espressione in azioni popolari spontanee sostenute da una molteplicità di partiti dell’estrema sinistra. In quel periodo, B. studiava diritto presso la prestigiosa facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Lisbona, dove il Movimento per la ricostruzione del partito del proletariato (Movimento para a reconstrucão do partido do proletariato – MRPP) aveva una delle sue roccaforti nella Federazione marxista-leninista degli studenti (Federacão estudantil marxista leninista – FEML). B. Divenne presto uno dei leader della Federazione FEML e fu eletto alla presidenza dell’Unione studentesca durante il periodo 1975-1976. Terminò i suoi studi con una laurea con lode in giurisprudenza nel 1978. Dopo un concorso pubblico divenne assistente al Dipartimento di scienze giuridico-politiche della facoltà di Giurisprudenza. Tra il 1978 e il 1985 proseguì la carriera accademica in Portogallo. Nel 1981, completò il master di ricerca con lode al prestigioso Dipartimento di scienze politiche dell’Università di Ginevra. Un anno dopo, conseguì anche un master in Studi europei all’Istituto di Studi europei dell’Università di Ginevra. Come completamento degli studi, intraprese brevi viaggi per le sue ricerche e per seguire dei corsi post laurea presso numerose prestigiose istituzioni come la Columbia University a New York, l’Università di Amsterdam, l’Istituto universitario europeo e l’Istituto universitario di Lussemburgo.
B. può essere considerato come uno dei padri fondatori della moderna scienza politica portoghese. Invero, il primo libro da lui pubblicato, insieme al suo amico di lunga data Pedro Santana Lopes, era intitolato Il governo e il sistema dei partiti. Il libro, una collezione di studi e articoli giornalistici sulle vie possibili da intraprendere per far crescere la democrazia in Portogallo, contiene infatti eccellenti saggi scientifici relativi ai nodi problematici del sistema politico portoghese. B. ha pubblicato altri numerosi studi sulla democratizzazione collegati alle sue ricerche per il dottorato su diverse riviste di scienze politiche come sulla più importante rivista portoghese di scienze sociali, “Análise Social” o su quella italiana “Il Politico”.
Da ultimo, ma non meno importante, B. fu uno dei fondatori della “Rivista de Ciencia Politica”, della quale divenne caporedattore. Questi studi e impegni accademici lo portarono a intraprendere un dottorato di ricerca che dovette interrompere per far fronte alle esigenze della sua carriera politica.
Nel 1980, B. si unì al Partito socialdemocratico (Partido social-democrata-PSD) dopo l’invito del suo amico Pedro Santana Lopes, che era stato anche un suo compagno della facoltà di Legge. B. si unì a una delle fazioni che si opponevano alla leadership del partito. Entrò nel “Gruppo di Lisbona/Nuova Speranza” che sosteneva il carismatico professore universitario di Economia, Anibal Cavaco Silva, alla dodicesima conferenza nazionale del Partito socialdemocratico nel dicembre 1984.
L’elezione di Cavaco Silva a leader del partito contribuì all’ascesa di B. in seno al medesimo. Cavaco Silva vinse le elezioni legislative dell’ottobre 1985 e poté formare un governo di minoranza. Dopo una vittoriosa mozione di censura dei partiti di sinistra nel 1987, il 17 luglio furono indette elezioni anticipate che portarono a una maggioranza schiacciante del Partito socialdemocratico, maggioranza che fu nuovamente ottenuta nel 1991. B. fu un membro importante dei tre governi di Cavaco Silva, che durarono dal 1985 al 1995. Iniziò come giovane ministro degli Interni (dal 1985 al 1987) e ministro degli Esteri (dal 1987 al 1992) rispettivamente nel primo e nel secondo governo, poi nel 1992, diventò ministro degli Affari esteri nel terzo governo Cavaco Silva. Prese il posto di João de Deus Pinheiro divenuto membro della Commissione europea guidata da Jacques Delors dopo aver contribuito con successo alla presidenza dell’Unione europea. Nonostante la sua giovane età, B. fu un ministro per gli Affari esteri molto pragmatico e capace.
Fondamentale fu il suo impegno nel portare avanti e gettare le basi per la costituzione di una Comunità delle nazioni di lingua portoghese (Comunidade de paise de lingua portuguesa – CPLP), sostenendo la causa per l’indipendenza di Timor Est e mediando tra i partiti più importanti nella guerra civile angolana. Nel 1995, il primo ministro Cavaco Silva si dimise e B. prese parte alla corsa per la leadership contro il ministro della Difesa Fernando Nogueira, ma fu sconfitto per soli 33 voti.
Nel 1996, B. ritornò ai suoi studi e divenne visiting professor del prestigioso Centre for European and German studies e della School of Foreign service presso la Georgetown University, dove rimase per due anni. Contemporaneamente, fu professore di Relazioni internazionali alla Università privata Lusiada di Lisbona tra il 1995 e il 1999. Nel 1999, fu nuovamente coinvolto in politica, cosa che lo portò ancora una volta a interrompere la carriera accademica.
Poco prima delle elezioni per il Parlamento europeo del giugno 1999, B. fu eletto segretario del Partito socialdemocratico.
Tra il 1999 e il 2002, fu uno dei leader dell’opposizione. Continuò la politica della polarizzazione contro il governo inaugurata dal leader precedente, Marcelo Reselo de Sousa. In effetti, durante il 2001 B. riuscì a minare la credibilità del governo. Alle elezioni locali del 16 dicembre il partito di B. ottenne un gran numero di voti, mentre il Partito socialista patì una cocente sconfitta. Questo provocò le dimissioni immediate del primo ministro Antonio Guterres. Il presidente Jorge Sampaio indisse nuove elezioni per il 17 marzo 2002, elezioni che B. con il Partito socialdemocratico vinse con il 40.2% dei voti.
B. decise di formare un governo di coalizione con l’euroscettico e conservatore Partito del centro democratico e sociale (Centro democratico social-Partido popular, CDS-PP) (v. Euroscetticismo), in modo tale da poter contare su una maggioranza assoluta in Parlamento. L’accordo di coalizione e il programma di governo erano orientati verso la riduzione del deficit pubblico, che ammontava a circa il 3% del prodotto interno lordo, soglia massima consentita dall’Unione europea (UE), verso la riforma della pubblica amministrazione e la modernizzazione dell’economia portoghese. Il suo programma era fortemente influenzato dalle politiche neoliberiste che invocavano una riduzione dell’intervento dello Stato nell’economia portoghese e nella società. Il suo governo introdusse misure di austerità mal tollerate dalla popolazione.
Malgrado il Portogallo sia uno degli Stati più leali tra le nazioni che fanno parte dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), l’opinione pubblica era divisa rispetto al sostegno di B. alla guerra guidata dagli USA contro l’Iraq nel marzo 2003. B. fu di notevole aiuto nell’organizzare la Conferenza delle Azzorre tra George W. Bush, Tony Blair e José María Aznar López. Alle elezioni europee del 13 giugno 2004, i partiti della coalizione persero in maniera significativa rispetto all’opposizione di sinistra.
A causa delle difficoltà nel trovare un candidato adatto che potesse sostituire il presidente della Commissione europea Romano Prodi, il Consiglio dei ministri dell’Unione europea concordò nella scelta di un candidato di compromesso. B. parve poter ricoprire tale ruolo, capace di ottenere i voti dei piccoli Stati e di quelli più grandi. A causa del suo controverso appoggio alla guerra contro l’Iraq, incontrò una forte opposizione da parte del Parlamento europeo prima di essere confermato. Ebbe inoltre una serie di problemi legati ad alcuni membri del suo Gabinetto, come il candidato italiano Rocco Buttiglione, che non superò l’esame del Parlamento europeo. Dopo la sostituzione di numerosi candidati di diversi paesi, il suo esecutivo ottenne finalmente la fiducia il 22 novembre 2004. Come Presidente della Commissione europea, B. dovette fronteggiare la sua prima, principale sfida con il netto voto contrario al Trattato costituzionale da parte dell’elettorato francese e olandese (v. anche Convenzione europea; Costituzione europea).
Tra le altre prove affrontate da B., non può essere dimentica quella del quinto allargamento, che, terminata in prima battuta il 1 maggio 2004 dalla Commissione Prodi (con l’ingresso di Lettonia, Estonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Malta e Cipro), fu conclusa dal presidente portoghese quando, il 26 settembre 2006, annunciò in aula al Parlamento europeo che anche Romania e Bulgaria erano ormai “sufficientemente” preparate all’ingresso nell’UE (adesione che ufficializzata il 1° gennaio 2007) (v. anche Paesi candidati all’adesione). Nella stessa occasione, B., dichiarò che gli ingressi si sarebbero conclusi con l’arrivo dei due Stati balcanici, poiché il Trattato di Nizza non consentiva di ammettere più di 27 Stati senza l’introduzione di riforme necessarie a far funzionare l’Europa ampliata.
Nel settembre 2007, il presidente della Commissione B. apriva il dibattito sul futuro delle politiche della UE nel più lungo termine sottolineando che, inevitabilmente, la ridefinizione di tali politiche nel post 2013 avrebbe riguardato anche e in primo luogo la Politica agricola comune.
José Magone (2007)