B. (Dortmund, Vestfalia 1914-ivi 1997), figlio di un minatore, compie studi da commercialista e completa la sua formazione come contabile. Nel 1939 viene chiamato alle armi e parte per il fronte dal quale farà ritorno solo nel 1945 dopo un anno di prigionia. Dopo la guerra riprende ad esercitare la sua professione di contabile e commercialista e dal 1954 è redattore dell’ufficio stampa presso la Hoesch AG Westfalenhütte, a Dortmund.
Il suo impegno politico comincia già nel 1932 tra le fila della SPD (Sozialdemokratische Partei Deutschlands). Dopo la guerra, dal 1945 al 1947 è presidente dei giovani socialisti e dal 1952 ricopre per due anni la carica di presidente circoscrizionale del partito a Dortmund-Derne. Nello stesso anno è membro del consiglio della città di Dortmund del quale fa parte fino al 1957, anno in cui è eletto al Bundestag come rappresentante della circoscrizione Dortmund III.
A partire dal 1967, è membro del Parlamento europeo e si occupa delle questioni inerenti il diritto e la tutela del lavoro. Dal gennaio del 1971 è già vicepresidente del Parlamento europeo e solo qualche mese più tardi è eletto alla sua presidenza. B. è il primo socialdemocratico a ricoprire la carica.
Nel suo discorso di insediamento B. si esprime criticamente nei confronti del cammino fatto dall’Unione europea. Il percorso di integrazione procede infatti, a suo parere, troppo lentamente e tale lentezza rischia di creare disaffezione da parte cittadini nei confronti dell’istituzione Europa (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). Essi infatti sono continuamente delusi dagli impegni presi e puntualmente disattesi dai politici. Questa mancata corrispondenza tra parole e fatti non farebbe altro che incrementare nei cittadini una grande preoccupazione circa la possibilità di realizzazione dell’Europa unita. B. critica inoltre l’attività del Consiglio dei ministri della Comunità economica europea: la frequenza delle sue sedute concluse senza deliberazioni efficaci ha reso quest’organo comunitario un elemento conservatore che, fin dalla sua costituzione, non è stato in grado di far prevalere l’interesse comunitario su quello dei singoli stati nazionali.
B. svolge un ruolo fondamentale nella preparazione della Comunità europea all’allargamento da 6 a 9 Stati membri con l’ingresso, nel 1973, di Danimarca, Gran Bretagna (v. Regno Unito) e Irlanda, e l’aumento del numero di deputati parlamentari che passano da 142 a 198.
Nel marzo del 1972 B. è confermato nel suo incarico di presidente del Parlamento europeo; sarà sostituito nel 1973 dal liberale olandese Cornelis Berkhouwer.
La carriera di B. in Europa continua tra i vicepresidenti dell’istituzione europea (v. anche Istituzioni comunitarie) di cui fa parte fino al 1977. Alla conclusione del suo percorso politico europeo si occupa dei rapporti tra Est e Ovest, tra Repubblica Federale Tedesca (v. Germania) e Unione Sovietica, come Presidente della “comunità del lavoro”. Obiettivo del suo lavoro, silenzioso e lontano dalle luci della ribalta, è fare in modo che il filo di comunicazione tra il mondo occidentale e quello al di là cortina di ferro non si spezzi. B. continua a essere parte importante e attiva della SPD per tutta la sua vita.
Agata Marchetti (2010)
Bibliografia
Behrendt W., Das Parlament und die politische Integration Europas, UGA, Heule 1972.