Christophersen, Henning
Nato nel 1939 a Copenaghen, Henning Christophersen si laurea in economia nel 1965 all’Università di Copenaghen e subito dopo gli viene affidata la guida della sezione economica della Federazione danese della piccola e media impresa, un incarico che conserverà fino al 1971. Membro del Parlamento per il Partito liberale (Venstre) nel 1971-1984 e presidente del Partito liberale nel 1977-1984, lavora intensamente per formare una coalizione tra il suo partito e i socialdemocratici. Viene nominato ministro degli Affari esteri nel governo del 1978-1979, una coalizione poco riuscita che ha vita breve. Nel 1982 si costituisce un’altra coalizione governativa con quattro partiti non socialisti, in cui C. assume la carica di ministro delle Finanze e contemporaneamente di vice primo ministro, una carica nuova nella politica danese. Nel 1985 è nominato commissario della Comunità economica europea e diventa uno dei cinque vicepresidenti della Commissione europea, intrattenendo fin dal principio rapporti molto stretti con il presidente Jacques Delors. Durante il suo primo mandato è responsabile del bilancio comunitario (v. Bilancio dell’Unione europea), del controllo del bilancio e del personale della Comunità. In questo periodo il bilancio pone particolari problemi, in quanto il Consiglio europeo nel 1984 aveva accettato la richiesta della Gran Bretagna (v. Regno Unito) di una sostanziale riduzione del suo contributo finanziario.
Tra i principi politici fissati da Jacques Delors vi era quello secondo cui a un commissario non poteva essere affidato lo stesso portafoglio amministrativo per più di un mandato, e di conseguenza nel suo secondo mandato C. viene nominato responsabile per gli affari economici, finanziari e monetari – un incarico importante e un’evidente promozione. In questo ruolo gli è affidato il compito di preparare l’Unione economica e monetaria, una delle priorità del programma della fine degli anni Ottanta, di coordinare i tre fondi strutturali (Fondo sociale europeo, Fondo europeo di sviluppo regionale e Fondo di coesione) e, infine, di supervisionare il lavoro della Comunità europea del carbone e dell’acciaio. C. svolge anche un ruolo importante nei negoziati che porteranno alla firma del Trattato di Maastricht, contribuendo in particolare alla formulazione del capitolo sull’unione economica e monetaria. Tuttavia, la responsabilità finale all’interno della Commissione resta del presidente Delors.
Nel 1990 viene creata la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo con l’obiettivo di incentivare gli investimenti nell’Europa orientale. Ne è eletto presidente il francese Jacques Attali, che però è costretto a dimettersi a causa delle spese eccessive del quartier generale della Banca a Londra e delle ingenti somme destinate ai suoi viaggi. C. cerca di succedere ad Attali, ma i suoi sforzi si dimostrano inutili e come nuovo presidente viene eletto il francese Jacques Larosière.
Nel 1993 il mandato per l’intera Commissione è esteso per altri due anni, e di conseguenza l’incarico di C. come commissario si conclude solo nel 1995. Poiché in questo periodo nel governo danese si forma una nuova coalizione capeggiata dai socialdemocratici, C. non ha alcun incarico. Abbandonata la vita politica danese, C. stabilisce la sua residenza a Bruxelles, dove crea una società di consulenza. Fra i suoi i clienti si annovera il governo ceco, al quale presta la sua consulenza prima della richiesta di Adesione all’Unione europea. È inoltre presidente di numerosi consigli semipubblici, il più importante dei quali è la rete metropolitana di Copenaghen.
Nel 2002 C. accetta di rappresentare il governo danese alla Convenzione europea dell’Unione preparatoria della Costituzione europea. Poiché è rappresentante di un governo destinato ad assumere la presidenza della Unione europea mentre la Convenzione è riunita in seduta, C., con assieme ai rappresentanti della Spagna e della Grecia, viene nominato membro della presidenza della Convenzione. In questo ruolo si pronuncia a favore di una Commissione dotata di poteri più forti. A suo parere solo in questo modo la Commissione sarebbe in grado di controbilanciare l’influenza di poteri più forti all’interno della Comunità. C. è inoltre fermamente convinto che istituzioni forti possano lavorare a beneficio di paesi piccoli come la Danimarca. Tuttavia si oppone risolutamente alle deroghe che in seguito agli accordi di Edimburgo del 1992 permettono alla Danimarca di non partecipare alla terza fase dell’Unione economica e monetaria, alle questioni attinenti alla politica di difesa e alle parti sovranazionali della regolamentazione della giustizia e degli affari interni.
C. è autore di diversi libri sulla Danimarca, sulla Comunità e sull’Unione europea, tra cui Tanker om Danmark i det nye Europa (“Considerazioni sulla Danimarca nella nuova Europa”), apparso nel 1989, e Regeringskonferencen 1996: EU ved et vendepunkt (“La Conferenza intergovernativa del 1996. L’Unione Europea a una svolta”), pubblicato nel 1995.
Niels Amstrup (2005)