Dehousse, Fernand
D. (Liegi 1906-ivi 1976) si laurea in diritto e scienze sociali a Liegi, e approfondisce in seguito la sua formazione a Parigi, Ginevra e Grenoble. Esperto in diritto internazionale, nel 1940 diventa professore ordinario all’Università di Liegi. Le sue attività accademiche testimoniano il suo profondo impegno a favore dell’Europa. Nel 1962, all’Università di Liegi, fonda l’Institut d’études juridiques européennes, il primo istituto di questo tipo creato in Belgio. La sua reputazione scientifica lo porterà ad insegnare a Bruges al Collège d’Europe (v. Collegio d’Europa) e in diverse facoltà belghe e straniere (Facoltà di diritto a Parigi, Accademia di diritto internazionale all’Aia, ecc.).
Come uomo politico D. è senatore dal 1950 al 1971 ed esercita due mandati ministeriali all’Educazione nazionale (1965-1966) e alle Relazioni comunitarie (1971-1972). Libero pensatore e massone, prima della guerra appartiene all’ala radicale-socialista del Partito liberale, poi nel 1943 aderisce al Partito socialista belga. In politica interna la questione vallona è stata per tutta la vita la sua principale preoccupazione. Diviene ben presto militante del movimento vallone, mettendo a disposizione le sue conoscenze giuridiche. Dà il suo contributo in particolare alla Ligue d’Action wallonne, al fianco di Jean Rey, e partecipa alla stesura di numerosi progetti che reclamano un Belgio federale. Il suo impegno lo porta a svolgere un ruolo in molti gruppi di lavoro legati alle questioni comunitarie.
Federalista vallone, D è anche un fervente difensore del federalismo europeo (v. Federalismo). La sua partecipazione alla Conferenza di San Francisco nel 1945 è uno degli eventi che dà impulso alla sua mobilitazione europeista. Qui, di fronte allo spettacolo di un’Europa esangue in seguito alla guerra, D. prende coscienza dell’assoluta necessità di unire il continente, individuando nel federalismo come il tramite obbligato per operare a favore della libertà, della protezione del patrimonio culturale e della ripresa materiale dell’Europa.
L’impegno di D. a favore di un’Europa sovranazionale oltre che al livello istituzionale, si è manifestato anche all’interno dei grandi movimenti militanti come il Movimento europeo (ME), l’Unione europea dei federalisti e il Movimento socialista per gli Stati Uniti d’Europa. Nel ME D. fa parte del Consiglio internazionale e del Comitato giuridico, ed entrerà anche nel Comitato d’azione per una Comunità sovranazionale (1952-1954). Nel corso del 1960 è incaricato di analizzare un piano di riforma di questo movimento.
Fin dalle prime iniziative ufficiali D. partecipa alla costruzione europea. Nel Consiglio d’Europa è uno dei protagonisti più importanti. In primo luogo lavora alla sua costituzione: è membro per il Belgio del Comitato di studi per l’Unione europea, incaricato di redigere lo statuto del Consiglio d’Europa (novembre 1948-gennaio 1949), delegato alla Conferenza dei Dieci (1949) e alla Commissione preparatoria del Consiglio d’Europa; infine, è membro (1954-1961) e presidente (1956-1959) dell’Assemblea consultiva del Consiglio d’Europa.
Una fase fondamentale della attività europea di D. è la partecipazione attiva ai progetti di stesura di una Costituzione europea al principio degli anni Cinquanta. Comincia a lavorare dietro le quinte come segretario generale del Comitato di studi per la Costituzione europea, un’emanazione del ME (marzo 1952). Spaak (v. Spaak, Paul-Henri) è il presidente del Comitato, ma è D. a svolgervi un ruolo preminente. Il progetto di statuto della Comunità politica europea (CPE) che scaturisce da questi lavori (novembre 1952) influenzerà le riflessioni e i dibattiti sull’articolo 9 (diventato 38) del progetto preliminare della Comunità europea di difesa (CED). Diverse personalità, fra cui D., sono intimamente legate ai due progetti. Nell’Assemblea ad hoc costituita per avviare lo studio previsto dal progetto per il trattato istitutivo della CED D. è membro della Commissione costituzionale incaricata della preparazione di un progetto di Costituzione europea. Contribuisce quindi all’elaborazione del progetto di trattato per la Comunità europea di difesa. Il progetto, approvato dall’Assemblea ad hoc nel marzo 1953, è di importanza capitale, in particolare per D., che rimane amaramente deluso quando il progetto della CED, al quale è legato quello di CPE, viene aggiornato sine die, nel 1954, dall’Assemblea nazionale francese.
Ma D. continua la sua battaglia, soprattutto per la realizzazione di quella che considera l’idea portante del progetto di CPE: l’elezione a suffragio universale diretto del Parlamento europeo (v. Elezioni dirette del Parlamento europeo). A questo scopo D. è stato, al Parlamento europeo, presidente e relatore del gruppo di lavoro che analizza questo problema (1958-1960). Sempre nel Parlamento europeo assume la vicepresidenza (1967-1969) e poi la presidenza dell’Intergruppo per lo studio dei problemi locali e regionali (1968-1971).
Nell’ambito delle attività europee di D. sono da menzionare inoltre il suo ruolo nell’elaborazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (1950) e la sua presenza nell’Assemblea della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) e nel Parlamento europeo (rappresentante belga dal 1952 al 1971). Le sue qualità diplomatiche lo portano ad intervenire nella Commissione europea per il referendum nella Saar, poi nella Commissione dell’Unione europea occidentale. Dal 1957 al 1976 assume il ruolo di copresidente del Tribunale franco-tedesco e a partire dal 1957 fa parte della Corte permanente d’arbitrato all’Aia. È anche presidente e poi presidente onorario dell’Association pour l’étude des problèmes de l’Europe (Parigi) e del Centre belge pour l’étude des problèmes de sociologie et d’économie européennes (Bruxelles).
Internazionalista convinto, D. guarda anche al di là delle frontiere europee. Fin dagli anni universitari mostra un particolare interesse per il diritto internazionale, sia dal punto di vista accademico che nel quadro del suo impegno personale. Milita per la difesa della Società delle Nazioni (SDN) all’interno del Groupement universitaire liégeois pour la SDN e del Comité liégeois pour la SDN, del quale fa parte anche Jean Rey. Nella primavera del 1945 il governo lo nomina membro della delegazione belga alla Conferenza di San Francisco, da cui scaturirà la Carta delle Nazioni Unite. Nell’ambito della conferenza D. partecipa, all’interno della commissione II (Assemblea generale), ai Comitati 2 (Funzioni politiche e di sicurezza) e 3 (Cooperazione economica e sociale); prende parte anche alla Commissione 4 (Organizzazione giudiziaria). Esercita ancora più volte il ruolo di rappresentante del Belgio all’ONU, per esempio come delegato nella sua Commissione dei diritti dell’uomo.
Questo eminente giurista ha lasciato un segno nei dibattiti belgi, europei e internazionali. Per tutta la vita il suo cavallo battaglia è stato il federalismo, la battaglia per l’unione nella diversità sia in Vallonia, sia in Europa. La bibliografia di D. è particolarmente cospicua e procede di pari passo con la sua intensa attività politica e scientifica. Nel periodo fra le due guerre le sue pubblicazioni vertono in particolare su temi come la Società delle Nazioni, la ratifica dei trattati o il diritto bellico. Dopo la Seconda guerra mondiale la sua attenzione si concentra sulla costruzione europea. Oltre alle monografie e agli articoli pubblicati nelle riviste scientifiche, collabora con numerosi scritti a quotidiani come “Le Soir” e “Le Monde” e a periodici come “L’Action Wallonne” o “La Wallonie”.
Gaëlle Courtois (2010)