Fontaine, François
F. (Périgueux 1917-Parigi 1996), alto funzionario europeo, giornalista e collaboratore di Jean Monnet, storico e scrittore, è stato uno dei rappresentanti di maggior spicco della generazione dei pionieri europei del secondo dopoguerra. La sua carriera si identifica con il processo di integrazione comunitaria (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della) e il suo destino fu profondamente segnato dalla collaborazione con Monnet.
Figlio di un medico che esercitava a Barbezieux, nel dipartimento della Charente, luogo d’origine di Monnet, del Presidente della Repubblica François Mitterrand e dello scrittore Jacques Chardonne, F. si laureò in giurisprudenza all’Università di Bordeaux e successivamente si diplomò all’École libre des sciences politiques di Parigi.
F. iniziò la sua carriera giornalistica nel 1945 all’Agenzia Havas di Parigi. Tra il 1946 e il 1947 lavorò al ministero degli Esteri ed entrò poi, tramite il compaesano e amico d’infanzia di Barbezieux, Félix Gaillard – futuro deputato della Charente, più volte ministro e Presidente del Consiglio durante la IV Repubblica –, al Commissariat général au Plan de modernisation et d’équipement, il cui capo gabinetto era Jean Monnet. Questo passaggio al Commissariato fece entrare F. nella sfera d’influenza del “gruppo Monnet” e lo coinvolse nell’avventura intellettuale e storica che portò alla Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950 (v. anche Piano Schuman), l’atto di che porterà Francia, Repubblica Federale Tedesca (RFT) (v. Germania), Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo a firmare il Trattato di Parigi (18 aprile 1951) istitutivo della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA).
La prima amministrazione comunitaria alla quale appartenne F. creò un proprio servizio di stampa e informazione. Quando Monnet lasciò Lussemburgo e fondò il Comitato d’azione per gli Stati Uniti d’Europa nel 1955, F. fu incaricato di organizzare a Parigi l’ufficio del Servizio informazioni delle due nuove Comunità istituite dai Trattati di Roma del 25 marzo 1957, la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea per l’energia atomica (CEEA o Euratom).
Dal 1958 al 1982 F. diresse l’Ufficio informazioni della Comunità europea (CE), ubicato in Rue des belles feuilles 61, nel XVI arrondissement, non lontano dagli uffici occupati da Monnet e dal suo Comitato d’azione in Avenue Foch 83. Per un quarto di secolo F. spese le sue energie per animare un gruppo costituito sia da funzionari europei, sia da collaboratori a contratto interamente dediti all’informazione europea. Lo spirito di Rue des belles feuilles ispirerà generazioni di giornalisti, universitari, uomini politici e militanti giunti in cerca dei materiali per una nuova pedagogia sull’idea europea.
La situazione non era agevole per F. e i suoi collaboratori a Parigi nel periodo in cui il generale Charles de Gaulle e i suoi governi difendevano la concezione dell’Europa delle nazioni contrapponendola a quella dell’Europa comunitaria, di cui era emanazione l’ufficio parigino della Commissione europea. Crisi istituzionali dal 1962 al 1965, veto francese alla candidatura del Regno Unito, rilancio dell’Aia, Vertice di Parigi nel 1972 in cui si definì la prospettiva dell’Unione europea, avvio del Mercato unico europeo e delle politiche comuni, primi progetti di unificazione monetaria (v. Unione economica e monetaria), nascita delle cooperazioni universitarie e delle azioni rivolte alla Cittadinanza europea: furono queste le grandi linee d’azione su cui si mossero F. e il suo gruppo, di concerto con Jacques-René Rabier, direttore generale dell’Informazione a Bruxelles e amico di F.
F. era anche responsabile del mensile “30 jours d’Europe”, che dava la possibilità al pubblico francese di seguire l’evoluzione della Comunità europea, ma assolse la sua missione più autentica al servizio di Monnet, dedicandosi dal 1974 al 1976 alla stesura delle memorie del padre dell’Europa, pubblicate nel settembre 1976 presso Fayard. Le memorie di Monnet, che in apertura recano la citazione «Noi non formiamo coalizioni di Stati, noi uniamo uomini», restano un punto di riferimento sia per gli storici che per i responsabili politici europei di ieri e di oggi.
Nominato cavaliere della Legion d’onore per gli affari europei, F., insieme a Étienne Hirsch, Paul Delouvrier, Georges Berthon e Paul Jaeger, animato animò l’Association des amis de Jean Monnet, divenuta l’Association Jean Monnet.
Parallelamente alla carriera di alto funzionario europeo, F. moltiplicò i saggi politici e storici: La Nation frein, pubblicata nel 1956 (Editions Julliard), poi Démocratie en vacances, del 1959 (Editions Julliard), gli assicurarono uno spazio nelle cerchie politico-mediatiche francesi.
Con L’usurpation, ou le roman de Marc Aurèle (Fayard, 1979) F. diede inizio ad una serie di opere storiche e romanzate dedicate soprattutto all’Impero romano, ai suoi meccanismi politici e ai suoi personaggi più importanti, che si abbandonarono a lotte spietate per il controllo del potere. Mourir à Sélinonte (Julliard, 1984), Douze autres Césars (Julliard, 1986), Blandine de Lyon (Julliard, 1987 – Prix Méditerranée 1987), Le sang des Césars (Editions de Fallois, 1989), Marc Aurèle (Editions de Fallois, 1991), Vingt Césars et trois Parques (Editions de Fallois, 1994) testimoniano il fascino esercitato sull’autore da una civiltà che è stata al tempo stesso la culla dell’Europa moderna e il teatro di passioni umane incentrate sulla ricerca del potere e dell’immortalità.
Dopo aver concluso questa serie romana, F. si cimentò in opere autobiografiche come L’enfance à Barbezieux (Editions de Fallois, 1996) e poi Lettre à quelques amis (Editions de Fallois, 1997), pubblicate dopo la sua morte. A questi due scritti affidato egli affidò le sue ultime considerazioni sul corso mutevole della società, della politica e della morale, tentando di operare una sintesi fra la sua duplice vocazione di umanista sedotto dalla letteratura e coinvolto in quella che fu la grande avventura della sua vita: la costruzione europea.
Pascal Fontaine (2010)