Avviato a Nizza nel dicembre 2000 (v. Trattato di Nizza) e ripreso a Laeken un anno dopo, come indispensabile corollario alla Convenzione europea, il dibattito pubblico sull’avvenire dell’Europa ha accompagnato, arricchito e valorizzato i lavori preparatori all’adozione del Trattato costituzionale europeo (v. Costituzione europea). Per la prima volta, la preparazione di un nuovo Trattato europeo (v. anche Trattati) si è svolta a porte aperte, non soltanto per le caratteristiche e la composizione della Convenzione stessa, ma anche per il coinvolgimento sia formale che sostanziale della “società civile” di tutta Europa.
Elemento centrale di questo dibattito pubblico è stato il Forum della società civile, un sito virtuale che ha ospitato i contributi delle organizzazioni della società civile durante e dopo la Convenzione. Il Forum ha costituito una rete strutturata di organizzazioni gestita tecnicamente dai servizi della Commissione europea (Segretariato generale). Esso ha ospitato i contributi di oltre 500 organizzazioni, provenienti da tutti i paesi membri, soprattutto nel corso della cosiddetta “fase di ascolto” della Convenzione (febbraio-luglio 2002). Le organizzazioni erano suddivise in quattro settori: organizzazioni politiche o enti locali; organizzazioni socio-economiche; accademia o circoli di riflessione; organizzazioni non governative (ONG), associazioni della società civile, ecc.
I contributi, pubblicati nella lingua originale (una qualunque delle lingue ufficiali dell’UE, v. Lingue) e accompagnati da una sintesi, erano disponibili ai membri della Convenzione come input alle discussioni.
I contributi del Forum hanno poi alimentato otto “gruppi di contatto” settoriali, consistenti in riunioni tra organizzazioni della società civile e membri della Convenzione. I portavoce di tali gruppi sono intervenuti a una sessione plenaria della Convenzione (24/25 giugno 2002) interamente dedicata alla società civile. Organizzazioni civiche, non governative, socioeconomiche, accademiche hanno così potuto interagire con la Convenzione e con i suoi membri in modo formalizzato e riconosciuto.
Non sono mancate altre forme di dibattito e di consultazione, sia a livello europeo, come quelle attivate dalla Commissione europea e dal Comitato economico e sociale, sia a livello nazionale, attraverso azioni e progetti promossi dalle istituzioni nazionali o dalla società civile stessa.
Dal punto di vista della “sostanza”, cioè dell’impatto del Forum e delle altre iniziative collegate rispetto al testo finale del Trattato costituzionale, si può affermare che una buona parte delle rivendicazioni espresse dalla società civile e dalle sue molteplici organizzazioni è stata recepita. L’integrazione nel testo della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, la semplificazione delle procedure e del linguaggio e l’estensione del “metodo comunitario” (in particolare della Codecisione e del voto a Maggioranza qualificata in Consiglio dei ministri), erano state richieste a gran voce da una parte preponderante delle organizzazioni coinvolte, così come l’accresciuto ruolo del Parlamento europeo ma anche dei parlamenti nazionali
La “democrazia partecipativa” appare peraltro esplicitamente indicata nel testo finale, novità assoluta per un Trattato europeo e quasi assoluta anche tra le costituzioni del vecchio continente: l’articolo I-47 ne indica le forme, come il dialogo “aperto, trasparente e regolare” tra istituzioni e organizzazioni, o come le “ampie consultazioni delle parti interessate” che la Commissione è chiamata a effettuare in nome della coerenza e della trasparenza dei suoi lavori. Lo stesso articolo introduce poi la nuova iniziativa legislativa dei cittadini, che permetterà ad almeno un milione di cittadini di invitare la Commissione a proporre un nuovo atto legislativo.
Ma anche altri articoli del Titolo VI, dedicato alla “vita democratica dell’Unione”, rispondono a precise sollecitazioni di svariate organizzazioni, così come molti dei valori (articolo I-2) e degli obbiettivi (I-3) dell’Unione europea.
Massimo Gaudina (2007)