H. (Parigi 1901-ivi 1994), proveniente da una famiglia della borghesia parigina di origine israelita, prese il diploma di ingegnere civile all’École des Mines e si laureò in chimica e fisica alla Sorbona. Già negli anni dell’università scopriva la politica, unendosi a un gruppo di studenti socialisti animato da Marcel Déat, che gli offrì l’opportunità di discutere dei problemi francesi e internazionali. La sua adesione alla Section française de l’internationale ouvrière (SFIO), nell’arrondissement in cui viveva, lo dissuase definitivamente dall’impegnarsi in un partito politico. Tuttavia conserverà una simpatia per il socialismo lungo l’intero corso della sua vita. Nel 1924, dopo il servizio militare, H. iniziò a lavorare negli Ètablissements Kuhlmann, il secondo colosso dell’industria chimica francese. Dopo cinque anni di ricerche di laboratorio diresse per qualche mese delle fabbriche Kuhlmann. Nel 1931 gli fu assegnato il premio Robin per la messa a punto della fabbricazione del metano di sintesi. Nominato direttore-amministratore delegato della società Marles-Kuhlmann, fu incaricato delle nuove produzioni e della creazione di laboratori in diversi stabilimenti. Come esperto di un cartello di produttori di azoto viaggiò in tutta Europa per visitare vari stabilimenti. Queste attività lo portarono anche negli Stati Uniti, paese che lo segnerà in modo duraturo. I quindici anni trascorsi negli Ètablissements Kuhlmann permisero a H. di sviluppare le sue qualità di ricercatore, ma anche di acquistare esperienza nelle attività di gestione e nella contabilità.
La disfatta francese, per H., fu occasione di una presa di coscienza radicale. In parte egli la imputava al disinteresse per gli affari pubblici di un certo numero di uomini capaci della sua generazione. Questa riflessione lo indusse a rivalutare il suo impegno patriottico. Deciso a a dedicarsi ai problemi del paese, abbandonò il settore privato per la funzione pubblica. Dopo l’appello del generale Charles de Gaulle, il 18 giugno 1940, H. partì per Londra. Il 23 giugno 1940 raggiunge le Forze francesi libere (FFL) assumendo il nome di comandante Bernard. Come vicedirettore del Servizio per l’armamento, il suo compito consisteva nell’ottenere dagli Alleati le forniture militari e nel vigilare sul loro istradamento. Contribuì anche alla creazione di un servizio acquisti incaricato degli approvvigionamenti per i territori che aderivano alla Francia libera (Africa, Madagascar e La Réunion). Alla fine degli anni Quaranta partecipò ai lavori delle commissioni di studio delle FFL sulla Francia del dopoguerra. Ma si interessò anche all’avvenire dell’Europa. Gli ambienti della Resistenza conoscevano un fermento creativo indirizzato all’elaborazione di progetti alternativi per la riorganizzazione dell’Europa nel dopoguerra da contrapporre all’ “ordine nuovo” nazista. Insieme al belga Paul van Zeeland e al francese Hervé Alphand, H. partecipò al dibattito sulla costituzione di unioni regionali nel quadro di un piano economico e finanziario del dopoguerra. L’Unione doganale, agli occhi di H., era il primo stadio della creazione di un’unione o di una federazione europea (v. Federalismo). Ad Algeri, dove fu chiamato nel luglio 1943 dal Comitato francese di liberazione nazionale (CFLN), avvenne l’incontro decisivo con Jean Monnet, all’epoca commissario per l’armamento. Con lui H. lavorò per preparare e poi assicurare la fornitura di armi alla Francia libera e anche per organizzare l’approvvigionamento della Francia per la liberazione. Nominato responsabile della missione francese di approvvigionamento presso lo Stato maggiore alleato, si spostò negli Stati Uniti, a Londra e anche in Normandia al momento dello sbarco. Nel gruppo dei fedeli di Monnet, come René Mayer, Alphand, Robert Marjolin, H. trovò gli interlocutori appropriati per continuare le sue riflessioni sull’avvenire della Francia e dell’Europa.
Alla liberazione, coerentemente con le sue convinzioni, H. si impegnò al servizio dello Stato. Nel 1945 fu nominato rappresentante francese al Comitato misto per l’approvvigionamento della Francia a Parigi, in seguito presidente del Consiglio degli approvvigionamenti francesi a Londra e anche rappresentante francese al Comitato economico provvisorio per l’Europa. Alla fine del 1945 ritrovò gli Ètablissements Kuhlmann, che avevano collaborato con i nazisti durante la guerra. Non avendo ottenuto un rimpasto del consiglio d’amministrazione, insieme a Monnet e a Marjolin mise a punto le linee generali del futuro primo Piano di modernizzazione e di riorganizzazione delle infrastrutture. Da questa riflessione comune nacque un memorandum destinato al governo provvisorio della Repubblica francese (GPRF), che conteneva a grandi linee il futuro piano. In seguito alla creazione del Commissariato per il piano nel gennaio 1946, H. fu a capo della divisione tecnica col compito di coordinare il lavoro delle diverse commissioni di modernizzazione. Nel settembre 1949 sostituì Marjolin come vicecommissario generale, funzione che svolse fino al 1959.
Le attività di H., stretto collaboratore di Monnet, esorbitavano dal contesto nazionale e assunsero ben presto una dimensione europea. Nell’aprile 1950 partecipò insieme a Monnet alla redazione della Dichiarazione Schuman, che proponeva la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) fondata su un asse franco-tedesco. Dal maggio 1950 prese parte ai negoziati sull’instaurazione della CECA. Con Pierre Uri caldeggiò senza successo un programma di produzione e investimenti simili a quelli del Piano francese (v. anche Piano Schuman). Le sue proposte avrebbero riscosso maggiori consensi in ambito istituzionale. Suggerì di aggiungere all’Alta Autorità sopranazionale un’istanza democratica, l’Assemblea europea. La CECA era concepita da H. come una «una prima tappa verso una federazione europea» (“Le Monde” del 6 luglio 1965). Nel 1952 H. rappresentava Monnet al Comitato dei saggi e partecipava alla preparazione della conferenza di Lisbona del marzo 1952 sul riassetto del quadro della politica militare nel contesto atlantico. Contribuì inoltre, insieme a Monnet, all’elaborazione del progetto di Comunità europea di difesa (CED) e durante le trattative preliminari presiedette il Comitato degli armamenti, negoziando in particolare la parte del trattato dedicata agli effettivi. H. proponeva di centralizzare a livello europeo la definizione dei materiali e degli acquisti per assicurare una partecipazione equa di tutti gli Stati membri, e rimase molto amareggiato per il fallimento di quest’Europa della difesa. Nel frattempo sostituì Monnet nella carica di commissario generale del Piano. Sin dalla sua creazione, nel 1955, darà il suo contributo al Comitato d’azione per gli Stati uniti d’Europa. Al momento della negoziazione dei Trattati istitutivi della Comunità economica europea (CEE) (v. anche Trattati di Roma) e della Comunità europea dell’energia atomica (CEEA o Euratom), H. si batté senza successo all’interno del Comitato d’azione contro la moltiplicazione degli esecutivi europei – Alta autorità, Commissioni CEE ed Euratom (v. anche Commissione europea).
Nel 1959 ebbe inizio la carriera di H. come alto funzionario europeo alla presidenza della Commissione dell’Euratom. Succedendo a Louis Armand, perseguì due obiettivi: assicurare la competenza nucleare dell’Europa insieme alla sua indipendenza energetica, rafforzare lo spirito europeo e l’efficacia delle Istituzioni comunitarie. H. ritrovò Jules Guéron, suo cognato e compagno nella Francia libera, che era direttore generale della Ricerca e dell’educazione. Nel tentativo di dare attuazione all’accordo Stati Uniti/Euratom, H. si scontrò con una serie di difficoltà. Il trattato Euratom prevedeva anche un Centro comune di ricerca. Di fronte alla profusione di istituti di ricerca in funzionamento, H. decise di “europeizzarne” alcuni (Ispra, Mol, Karlsruhe, Petten) invece di crearne di nuovi. Attraverso le sue molteplici iniziative tentò di imprimere all’Euratom un certo dinamismo. Tuttavia le sue ambizioni furono sistematicamente contrastate dall’atteggiamento ostile di de Gaulle, molto attaccato alle prerogative nazionali, in particolare nella sfera del nucleare e dell’educazione. Il governo francese si sforzò di ridurre il più possibile gli strumenti d’azione di Euratom, rifiutando di applicare le clausole del trattato relative al controllo di sicurezza nell’impiego di materie fissili e di sbloccare i crediti necessari alla ricerca di base. Il governo si oppose inoltre all’installazione sul territorio francese di uno degli istituti del Centro comune di ricerca, come pure al progetto di un’Università europea a Firenze, per il quale H. si era molto adoperato. Ricordando l’indipendenza della funzione di commissario europeo in occasione di un discorso di fronte all’Assemblea europea nel dicembre 1961, H. finì per inimicarsi il governo francese e il mandato non gli fu rinnovato, malgrado il sostegno degli altri cinque paesi membri della CECA. Lasciò l’Euratom nel gennaio 1962.
In seguito H. si dedicò a molteplici attività. Oppositore del regime gollista, fu fra i leader del Club Jean Moulin, prima di aderire nel 1965 alla Federazione della sinistra democratica e socialista che si batteva per una riforma istituzionale. I problemi istituzionali continueranno ancora a lungo a costituire una delle sue principali preoccupazioni. Nel 1966, all’indomani delle elezioni presidenziali, entrò a far parte del controgoverno costituito da François Mitterrand, assumendo la responsabilità del Piano. Divenuto un eroe o un martire della causa europea in seguito alla sua esclusione dall’Euratom e forte della sua lunga militanza europea, H. era un simbolo perfetto per le battaglie del Movimento federalista europeo. Nel 1964, su richiesta di Alexander Marc, succedette a Henri Frenay alla presidenza del movimento. Nel 1971 riuscì a realizzare la fusione del Movimento con l’ala moderata secessionista Azione europea federalista. Questa fusione diede vita all’Unione europea dei federalisti, di cui H. divenne presidente onorario. All’impegno politico H. affiancò l’attività di docente: detentore di una cattedra delle Comunità europee nelle università del Belgio, tenne anche in Francia e all’estero varie conferenze sulla costruzione europea e la pianificazione economica. Dal 1963 al 1977 lavorò come esperto internazionale alla realizzazione di studi per aiutare i paesi sottosviluppati. Nel 1978 si ritirò a vita privata.
Anaïs Legendre (2010)
Bibliografia
Hirsch É., Ainsi va la vie, Fondation Jean Monnet pour l’Europe, Lausanne 1988.
Previti Allaire C., Les archives d’Etienne Hirsch à Florence. Source d’un itinéraire européen, in “Historiens de l'Europe contemporaine”, vol. 11, n. 1-4, 1996.