H. (Port Talbot 1926) è un eminente politico conservatore britannico che ha svolto un ruolo molto costruttivo durante i governi di Margaret Thatcher. Fatto forse più significativo, ha dato le dimissioni nel 1990 dopo alcuni disaccordi con il primo ministro riguardo all’orientamento della politica sull’Europa. Si ritiene che il suo discorso di dimissioni nel novembre 1990 abbia fatto precipitare la serie di eventi che ha portato subito dopo alla caduta della Thatcher. H. considerava con orgoglio il Partito conservatore come “il partito dell’Europa” nella politica britannica, diverso dal Partito laburista che aveva invece assunto una posizione più ostile al progetto europeo in alcune fasi della sua storia.
Dopo aver esercitato per un periodo la professione di avvocato, H. intraprese la carriera politica. Deputato al Parlamento per Bebington dal 1964 al 1966, venne eletto deputato per Reigate nel 1970 e rimase deputato fino al 1992.
Entrato la prima volta nel governo nel 1972 come ministro al Dipartimento del Commercio e dell’Industria, partecipò a tutte le fasi dell’iter parlamentare per l’approvazione del disegno di legge sulle Comunità europee che portò all’adesione del Regno Unito alla Comunità economica europea (CEE).
H. sviluppò la sua visione dell’Europa lavorando per Edward Heath, durante il cui premierato il Regno Unito aderì alla CEE. A partire dal momento in cui il paese si candidò alla CEE, negli anni Sessanta e sotto la leadership di Harold Macmillan, H. si convinse dell’importanza di questa causa. Come affermò in seguito nelle sue memorie: «Se la Gran Bretagna dovesse mai, usando le parole crudeli di Dean Acheson, trovare un proprio ruolo, sono sempre più convinto che questo dovrebbe essere in Europa».
I conservatori dovettero attraversare un periodo di cinque anni all’opposizione, dal 1974 al 1979, per poi riorganizzarsi sotto Margaret Thatcher, divenuta leader del partito nel 1975. H. in realtà concorse al ballottaggio nelle elezioni per la leadership del partito conservatore, ma fu sconfitto. Alla fine delle elezioni, la Thatcher lo nominò cancelliere ombra e fu in questo periodo che H. sviluppò parte della teoria del libero mercato che avrebbe permeato il pensiero dei conservatori quando ritornarono al governo nel 1979.
Dal 1979 al 1989 H. ricoprì le cariche di cancelliere (1979-1983), segretario per gli Affari esteri (1983-1989) e vice primo ministro (1989-1990). Nel ruolo di cancelliere adottò un approccio radicale per ridurre l’inflazione, diminuire il carico delle imposte dirette e liberalizzare l’economia. Svolse altresì un ruolo decisivo al Vertice di Fontainebleau (v. Accordi di Fontainebleau) nel negoziare la compensazione relativa al contributo britannico al bilancio comunitario (v. Bilancio dell’Unione europea) e partecipò come segretario degli Esteri al Vertice di Lussemburgo nel 1985 (v. anche Vertici), il cui risultato fu l’Atto unico europeo (AUE). H. e il governo sostennero l’allargamento del Mercato unico europeo dove fosse necessario per il suo effettivo funzionamento. In realtà il governo britannico considerò l’AUE come una rivoluzione del libero mercato in Europa e adottò lo slogan “Thatcherismo su scala europea”.
H. fu segretario per gli Affari esteri in un momento critico per il paese e rafforzò le relazioni con l’amministrazione americana quando la Guerra fredda era ancora al culmine. Fu, tuttavia, sulla questione europea che si affermò sempre più la sua indipendenza dal primo ministro. Margaret Thatcher, nelle sue memorie, criticò in seguito la posizione di H., improntata a un «vago europeismo […] un desiderio quasi romantico che la Gran Bretagna facesse parte di un certo grandioso accordo europeo».
Un momento critico nei rapporti tra H. e il primo ministro si ebbe quando la Thatcher pronunciò il famoso discorso di Bruges nel 1988, nel quale dichiarò la sua opposizione a «un super-Stato europeo» che avrebbe esercitato un nuovo dominio da Bruxelles.
Quando Margaret Thatcher si oppose all’adesione britannica al meccanismo di cambio europeo, H. e il cancelliere Nigel Lawson minacciarono di dimettersi prima del Consiglio europeo di Madrid, che si sarebbe svolto nel giugno 1989. H. aveva una visione dell’Unione economica e monetaria più pragmatica rispetto a quella della Thatcher e riteneva che la moneta unica avrebbe potuto avvantaggiare il Regno Unito. Nelle sue memorie afferma: «Le transazioni finanziarie in un mercato unico, dal settore commerciale a quello turistico, sarebbero senza dubbio molto più facili e più redditizie se potessero concludersi con una moneta unica, come negli Stati Uniti. In assenza di una moneta unica, sarebbe realmente vantaggioso ottenere un sistema di tassi di cambio più o meno stabili tra le diverse monete in uso nel mercato». H. illustrò la sua posizione alla conferenza dei conservatori nel 1990: «L’adesione al Meccanismo di cambio europeo non significa intraprendere un cammino che porta inesorabilmente a una moneta unica. Il prossimo treno europeo sta per partire per destinazione ancora sconosciuta ma certamente verso una sorta di unione economica e monetaria. [La Gran Bretagna] siederà nella cabina di comando? O in coda al treno?». Il Regno Unito alla fine aderì agli accordi di cambio europei nell’ottobre del 1990.
Dopo un ritorno alla politica interna come leader della Camera dei Comuni e vice primo ministro nel 1989, H. si dimise dal gabinetto nel novembre 1990 dopo che Margaret Thatcher dichiarò al Consiglio europeo che il Regno Unito non avrebbe mai aderito alla moneta unica. Nella sua lettera di dimissioni, H. criticò il governo per la sua posizione riguardo all’Europa: «Mi rattrista riconoscere l’enorme differenza che è emersa tra noi sulla questione sempre più rilevante del ruolo britannico in Europa […]. Dobbiamo essere al centro dell’alleanza europea, svolgendo un ruolo primario e costruttivo che incuta rispetto. Dobbiamo esser capaci di persuadere gli amici come di sfidare gli avversari e di avere l’ultima parola prima che si definiscano le posizioni».
Il 13 novembre 1990, nel suo discorso di dimissioni, H. si presentò alla Camera dei Comuni dichiarandosi combattuto tra la fiducia al primo ministro e l’intento di servire gli interessi del paese. Ricorse a una metafora del gioco del cricket per descrivere le relazioni della Gran Bretagna con l’Europa: «è come se inviassimo i primi battitori alla linea di battuta per poi fargli scoprire, quando vengono lanciate le prime palle, che le loro mazze sono state rotte prima della partita dal capitano della squadra». Nel giro di poche settimane, la Thatcher si dimise da primo ministro per essere sostituita da John Major, che fu rieletto alle politiche del 1992. H. stesso si dimise dalla Camera dei Comuni nel 1992. Continua a svolgere un ruolo attivo nella vita pubblica. Nel 1994 ha pubblicato un libro di memorie, Conflict of loyalty, e partecipa ai dibattiti alla Camera dei Lord su varie questioni di politica estera e riguardanti l’UE. Riveste diverse cariche di direttore non esecutivo in alcune aziende e svolge attività di consulenza per studi legali e università.
Zaki Cooper (2009)