Istituto privato di economia dell’Accademia delle scienze di Lettonia
L’Istituto privato di economia dell’Accademia lettone delle Scienze, fondato nel 1997 come organizzazione no profit, è uno dei più importanti think tank che si occupano degli aspetti economici dell’integrazione della Lettonia nell’Unione europea. Nel 2001 si è fuso con l’Istituto statale di economia dell’Accademia lettone delle Scienze, in seguito alla privatizzazione di quest’ultima, e ne ha quindi assunto il nome, nonché i diritti e i doveri. L’Istituto è di proprietà dell’Istituto privato di Studi superiori di business Turība, dell’Accademia lettone delle Scienze, della Latvijas Finieris”, industria specializzata nella lavorazione del legno, degli Istituti di ricerca sociale Baltijas Datu Nams, dell’Istituto baltico di scienze sociali e di azionisti privati, tra cui dipendenti dell’Istituto stesso.
Storia
Le origini dell’Istituto risalgono al 1946, quando fu fondato all’interno dell’allora Accademia delle scienze della Repubblica Socialista Sovietica di Lettonia, per promuovere lo sviluppo dell’economia sovietica nella repubblica. A causa della loro “libertà di pensiero”, secondo i canoni sovietici, alcuni membri furono criticati e perseguitati dalle autorità. Dopo la morte di Stalin e durante il disgelo dell’era crusceviana nell’Unione Sovietica, i più importanti ricercatori dell’Istituto sostennero la necessità di riforme e avanzarono proposte su come sviluppare l’economia lettone, aumentando in tal modo la loro autonomia. Essi erano dei cosiddetti liberali o nazional-comunisti e iniziarono a esercitare una notevole influenza sulla leadership della Repubblica, ricevendo anche l’ampio sostegno della popolazione lettone, che si augurava che queste idee fossero solo l’inizio di cambiamenti molto più radicali. Durante il riflusso neostalinista, il direttore dell’Istituto, Pauls Dzerve e molti altri dirigenti furono rimossi dai loro incarichi; fu persino proibito citarne i nomi in qualunque pubblicazione sovietica e le loro attività furono fortemente limitate fino alla fine degli anni Ottanta, quando la perestrojka aprì nuove prospettive. La maggior parte del personale dell’Istituto sostenne attivamente il recupero dell’Indipendenza della Lettonia e il rilancio di riforme economiche e politiche volte a ristabilire la democrazia e l’economia di mercato.
Sin dai primi anni Novanta l’Istituto ha assunto posizioni forti su molte questioni trovandosi spesso in disaccordo con gli organi legislativo ed esecutivo dello Stato. Gli esperti dell’Istituto hanno spesso avanzato argomentazioni critiche contro le posizioni del governo, che sono state accolte successivamente dai decision-maker. Di conseguenza, l’Istituto ha acquisito una grande reputazione nella società e allo stesso tempo è stato spesso considerato un ostacolo da chi deteneva il potere. E nella privatizzazione dell’Istituto si rifletterono tali rapporti.
Il personale di ricerca
Attualmente l’Istituto è composto da 27 membri, 24 dei quali sono ricercatori. Di questi, 9 hanno alti titoli accademici in campo scientifico (dottorati o qualifiche postdottorato), 16 sono donne, 14 delle quali ricercatrici. Tutti i ricercatori parlano correntemente lettone, inglese e russo e alcuni conoscono anche il tedesco e il francese.
Dal 1992 la direttrice dell’Istituto è a Raita Karnīte, membro dell’Accademia delle scienze di Lettonia, capo progetto e capo ricercatore di numerosi progetti nazionali e internazionali riguardanti lo sviluppo macroeconomico, lo sviluppo regionale, lo sviluppo sociale (la riforma pensionistica), le finanze pubbliche (le finanze del governo locale), lo sviluppo settoriale (industria del metallo, del turismo, della cultura, delle ferrovie e altre) e gli aspetti economici dell’integrazione nell’UE (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). Raita Karnīte è considerata l’immagine dell’Istituto e gode di una solida reputazione di accademica indipendente e lungimirante, e allo stesso tempo le sue interviste trasmesse in televisione o alla radio, oppure pubblicate su giornali e riviste, suscitano un grande interesse da parte del pubblico. Per quanto riguarda gli altri ricercatori, Pārsla Eglīte e il Pēteris Guļans sono noti in Lettonia come esperti molto competenti nelle loro rispettive aree di interesse. Questa è una delle ragioni principali per cui istituzioni statali richiedono spesso la consulenza dell’Istituto per valutare problematiche e proporre soluzioni ai decision-maker.
Obiettivi
L’Istituto conduce ricerche su numerosi aspetti dell’economia, quali lo sviluppo macroeconomico, lo sviluppo regionale, lo sviluppo settoriale (industria, agricoltura, ferrovie, telecomunicazioni e IT, istruzione, cultura, turismo), lo sviluppo sociale (riforma del sistema previdenziale), le questioni demografiche (le tendenze della popolazione, il mercato del lavoro), le privatizzazioni, le finanze pubbliche e le questioni connesse all’integrazione nell’Unione europea. Un importante settore della ricerca è lo sviluppo della politica nazionale in campo sociale e demografico: monitorare le condizioni per la crescita demografica e il miglioramento della qualità di vita della popolazione, condurre studi sociologici sull’atteggiamento delle donne verso la famiglia, l’attività lavorativa, l’istruzione e la salute.
L’Istituto riceve sovvenzioni pubbliche, partecipa a programmi accademici di ricerca finanziati dallo Stato e conduce ricerche applicate per conto di sei ministeri e organismi statali lettoni. I capi ricercatori partecipano ai consigli, ai gruppi di lavoro e alle commissioni governative e gli esperti dell’Istituto sono spesso contattati per fornire valutazioni indipendenti in merito agli avvenimenti in corso da parte di media locali e internazionali.
L’Istituto coopera attualmente con sei istituti di ricerca e università lettoni al progetto finanziato dallo Stato “L’integrazione della Lettonia nell’Unione europea”, avvalendosi anche della collaborazione di colleghi dei paesi baltici, dei paesi occidentali e della Russia. Il ruolo dell’Istituto è particolarmente rilevante nell’ambito dello sviluppo di molti dei sottoprogrammi del progetto, tra cui “Gli aspetti macroeconomici dell’unificazione europea (2002-2005)” e “L’integrazione del settore finanziario lettone nel mercato finanziario dell’Unione europea (2002-2005)”. Un altro progetto finanziato dallo Stato è “L’impatto dell’integrazione europea sullo sviluppo dei settori knowledge-intensive in Lettonia (proposte per la politica di Stato)”.
Dal 1993 anche il Centro di ricerca e informazione femminile della Lettonia ha collaborato con l’Istituto. Dal 1994 l’Istituto ha partecipato a più di 20 progetti di ricerca internazionali, otto dei quali erano progetti PHARE ACE della Comunità europea. Nell’ambito del V programma quadro, l’Istituto ha preso parte al progetto “La situazione di tre discipline delle scienze sociali nei paesi candidati” in qualità di subappaltatore ed è attualmente impegnato su “I fattori e l’impatto sulla società dell’informazione: un’analisi prospettiva nei paesi candidati”.
L’Istituto si è avvalso di cooperazioni durature con l’International center for economic growth (ICEG) – USA, inoltre fa parte del network degli istituti di ricerca della Banca mondiale e della Fondazione Bertelsmann “Verso l’integrazione nell’Unione europea”, partecipa al progetto “Countdown”, condotto dall’Istituto di Vienna per gli Studi economici internazionali e nel 2003 è stato scelto come centro nazionale dell’Osservatorio europeo delle relazioni industriali.
Richard Charles Mole (2004)