Journal of European Integration History
Agli inizi degli anni ’80 su iniziativa di alcuni storici europei, in particolare i francesi René Girault e Raymond Poidevin, e con il sostegno dell’allora DG X della Commissione europea veniva creato il “Gruppo di collegamento degli storici dell’Europa contemporanea presso la Commissione Europea”. Scopo del gruppo era favorire la conoscenza del processo di integrazione quale fenomeno storico. Il gruppo comprendeva – e comprende tuttora – storici di vari paesi europei, per quanto non vi sia una suddivisione sulla base di “quote” nazionali, ma si sia tenuto soprattutto conto della rilevanza della produzione storiografica sui temi della costruzione europea nella realtà dei vari paesi della Comunità e in seguito dell’Unione europea (UE). Fra le prime iniziative del gruppo vi è stata l’organizzazione, a intervalli di due/tre anni, di convegni internazionali su vari argomenti relativi alla storia dell’integrazione. A partire dal primo convegno, tenutosi nel 1984 a Bruxelles (gli atti di questo primo incontro sono stati raccolti nel volume a cura di R. Poidevin Histore des débuts de la construction européenne. Mars 1948-mai 1950, Baden-Baden-Bruxelles-Milano-Paris, Nomos-Bruylant-Giuffrè-LGDJ 1986), si sono tenuti nove incontri internazionali, che hanno dato origine ad altrettanti volumi.
Agli inizi degli anni ’90 il gruppo di collegamento elaborava il progetto per l’avvio di una rivista che si occupasse della storia dell’integrazione europea (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). Questa ipotesi emergeva in base a una serie di considerazioni: il sempre più forte interesse da parte della storiografia di vari paesi, non solo all’interno della UE, nei confronti di questo fenomeno storico, la crescente disponibilità di fonti archivistiche che consentivano la redazione di studi sempre più documentati, l’opportunità di offrire agli studiosi, anche i più giovani, uno strumento grazie al quale trarre informazioni e un luogo ove dibattere sui temi della storia dell’integrazione. La rivista, proprio per la sua volontà di trovare una collocazione in ambito europeo, era aperta a contributi in tre lingue: inglese, francese e tedesco. Questa scelta trovava riflesso nel titolo, “Journal of European Integration History”, al quale si affiancavano quelli di “Revue d’histoire de l’integration européenne” e di “Zeitschrift fuer Geschichte der Europaeischen Integration”. Veniva inoltre deciso che sarebbero stati pubblicati due numeri all’anno per un totale di circa quattrocento pagine; la rivista avrebbe ospitato articoli e recensioni e in linea di massima a un numero “aperto” si sarebbe alternato un numero a tema. Il primo numero appariva agli inizi del 1995 e da quel momento il “Journal of European Integration History” è apparso con regolarità divenendo un punto di riferimento per gli studiosi interessati alla storia della costruzione europea nei suoi vari aspetti (politico-diplomatici, economici, sociali) e, più in generale, delle vicende europee dal dopoguerra in avanti. Il comitato di redazione è formato dai membri del gruppo di collegamento degli storici dell’Europa contemporanea, i quali si assumono a intervalli la responsabilità dei vari numeri, per quanto alcuni siano apparsi a cura di storici esterni al gruppo. Dalla sua comparsa la rivista ha pubblicato più di 130 articoli di storici affermati e di giovani studiosi di varie nazionalità. Si è registrato inoltre un crescente interesse verso i numeri tematici e in tale ambito sono stati affrontati i seguenti argomenti: “La Guerra fredda e l’integrazione europea”, “Il primo Allargamento della Comunità Europea”, “L’Europa della cultura”, “L’Europa della cittadinanza”, “Gli Stati Uniti e l’integrazione europea”, “Le nazioni periferiche e la costruzione europea”, “I piccoli stati, gli stati neutrali e il processo d’integrazione”, “Lo spazio pubblico e l’identità europei”, “Il vertice dell’Aja del 1969”, “La CE/UE e la crisi jugoslava”. Gran parte degli articoli, circa due terzi, sono apparsi in lingua inglese, seguiti dal francese e dal tedesco (una decina di articoli).
Attualmente il gruppo di collegamento, che guida la rivista, è formato da dodici membri (due francesi, due tedeschi, due inglesi, un lussemburghese, un belga, un olandese, un danese, uno spagnolo, un italiano); il presidente del gruppo, dopo che la carica era stata ricoperta per lungo tempo dal lussemburghese Gilbert Trausch, è il tedesco Wilfried Loth, docente presso l’Università di Essen. La rivista si appoggia per la struttura redazionale al “Centre d’Etudes et des Recherches Européennes Robert Schuman”, con sede in Lussemburgo.
Antonio Varsori (2012)