Kirchschläger, Rudolf
K. (Niederkappel 1915-Vienna 2000), rimasto orfano all’età di undici anni, si fece largo tra le difficoltà della vita con una tenacia e una forza d’animo che in seguito sarebbero divenute proverbiali.
Terminati con merito gli studi superiori nel 1935 si iscrisse all’università di Vienna, dove, grazie a una borsa di studio, poté frequentare la facoltà di Giurisprudenza. In seguito all’annessione dell’Austria alla Germania nel 1938, rifiutò di iscriversi al Partito nazionalsocialista, perdendo così il diritto al sussidio. Il venir meno di questo sostentamento lo obbligò ad abbandonare gli studi e a trovare lavoro come impiegato in banca.
Sin dallo scoppio della Seconda guerra mondiale servì nell’esercito, combattendo prima in Polonia, poi sul fronte occidentale e infine su quello orientale. Alla fine del 1940 sfruttò un permesso premio di due mesi per concludere gli studi universitari. La speranza di essere esonerato dal servizio militare fu però vana: con l’attacco della Germania all’Unione Sovietica K. fu inviato sul fronte orientale, dove fu ferito gravemente nel 1942. Rientrato in Austria, fu promosso capitano e divenne ufficiale istruttore all’accademia militare di Vienna-Neustadt. Tornò poi tra le truppe combattenti e sul finire della guerra, nell’aprile 1945, fu ferito gravemente in uno scontro con militari sovietici, riportando una grave lesione a una gamba, dalla quale non si sarebbe mai completamente rimesso.
Alla fine della guerra K. divenne giudice distrettuale prima a Langenlois e poi a Vienna. La svolta nella sua carriera avvenne nel 1954, quando ebbe l’opportunità di entrare al ministero degli Affari esteri come responsabile della divisione giuridica. Riuscendo a superare rapidamente alcune sue carenze nelle competenze necessarie a operare in quella amministrazione, in particolar modo quella relativa alla conoscenza della lingua inglese, si lanciò verso una brillante carriera in diplomazia. Dopo aver partecipato ai negoziati per il Trattato di Stato e alla redazione della legge di Neutralità, ricoprì incarichi via via più importanti. Ambasciatore in Cecoslovacchia dal 1967 al 1970, acquisì grande notorietà per la sua condotta durante la primavera di Praga: sebbene avesse ricevuto dal ministero degli Affari esteri, il futuro Presidente della Repubblica Kurt Waldheim, l’ordine preciso di non interferire nelle vicende interne del paese e di non aiutare in alcun modo i rivoltosi, K. aveva fraternizzato con essi e aveva fornito visti per l’Austria a diversi perseguitati. Conclusa la missione in Cecoslovacchia il cancelliere Bruno Kreisky lo volle come membro indipendente del governo monocolore socialista da lui presieduto. Gli fu affidato il dicastero degli Affari esteri, che tenne dal 1970 al 1974.
Sebbene non fosse iscritto al alcun partito, nel 1974 K. si presentò alle elezioni presidenziali come candidato socialista. La vittoria, ottenuta con il 51,7 per cento dei suffragi, fu favorita dalla divisione interna alla Österreichische Volkspartei, che non sostenne fino in fondo il suo candidato, il borgomastro di Innsbruck Alois Lugger. Nel corso del primo mandato presidenziale K. si fece stimare dalla stragrande maggioranza degli austriaci, che ne apprezzavano l’integrità morale come le doti umane e politiche. Nelle elezioni del 1980 si confrontò con candidati deboli: il diplomatico Willfried Gredler, appoggiato dai liberali, e l’estremista di destra Norbert Burger. L’appoggio congiunto di socialisti e popolari, nonché l’amore del popolo austriaco, gli garantirono una percentuale di voti di poco inferiore all’ottanta per cento, il consenso più alto mai registrato nelle elezioni presidenziali. Nel corso dei suoi due mandati, K. si è attenuto ai principi di indipendenza e terzietà rispetto alla dialettica politica, accentuando quella tendenza verso la depoliticizzazione della carica presidenziale che si è interrotta solo con l’elezione di Thomas Klestil.
Federico Niglia (2012)