Kunst, Rudolf Herman Adolf
K. (Ottersberg, Hannover 1907-Bonn 1999) nacque in una famiglia di operai in un piccolo villaggio della Renania Settentrionale-Vestfalia vicino a Hannover, di fede evangelico-luterana. All’età di tre anni si trasferì con la sua famiglia a Bocholt, all’epoca di maggioranza cattolica. Qui, durante gli anni della scuola superiore, prese parte a gruppi di studio della Bibbia. L’esperienza della diaspora protestante improntò sia la sua fede religiosa orientate al protestantesimo luterano, sia la sua abilità di mediatore anche in ambito politico.
Dopo la scuola superiore, K. fece pratica come impiegato di banca, ma quasi subito, nel 1926, iniziò gli studi di teologia protestante presso le università di Marburg, Berlino e Münster. Ebbe come docenti i teologi Rudolf Bultmann e Adolf von Harnack. Il suo più importante docente di filosofia fu Martin Heidegger.
Nel 1932, a soli 25 anni, iniziò la propria carriera ecclesiastica come pastore a Herford, in Renania Settentrionale-Vestfalia. Per tutta la vita considerò questo incarico come la sua missione ultima e in questa prospettiva pastorale percepì gli incarichi successivi. Quando giunsero al potere i nazionalsocialisti, K. aderì alla Chiesa confessionale di opposizione, influenzato soprattutto dal capo della chiesa regionale di Vestfalia, Karl Koch, opponendosi così al tentativo nazista di appropriarsi della Chiesa protestante tedesca e di collocare fedeli seguaci nazisti come “cristiani tedeschi” (Deutsche Christen) nelle posizioni di potere.
Durante la Seconda guerra mondiale fu cappellano militare negli anni 1939-40, durante l’invasione tedesca della Polonia e della Francia, e dal 1943 al 1945 sul fronte orientale con l’Unione Sovietica, dove alla fine della guerra venne fatto prigioniero (fino al settembre 1945). Il suo secondo incarico come cappellano militare fu pianificato dal funzionario ecclesiastico Wilhelm Philipps per evitare che K. venisse arruolato come soldato semplice, rischiando così di essere inviato al fronte. Per assumere l’incarico, come ogni altro soldato, K. giuro fedeltà ad Adolf Hitler. Secondo la sua stessa testimonianza, nel 1942 K. era in contatto con Eugen Gerstenmaier il quale a sua volta era legato a gruppi di opposizione: in questo modo K. venne informato in anticipo dei piani per assassinare Adolf Hitler. Fino a oggi non è ben chiaro in quale misura K. abbia partecipato all’opposizione e fino a che punto abbia invece mantenuto una posizione più moderata e collaborativa della quale, a guerra conclusa, venne sospettato. Tra coloro che propendevano per quest’ultima ipotesi c’era anche il leader popolare della chiesa confessionale, Martin Niemöller il quale, a causa della sua aperta opposizione al regime, era stato imprigionato in un campo di concentramento durante la Seconda guerra mondiale.
K. perseguì la sua carriera pastorale anche sotto il Terzo reich. Nel 1940, all’età di 33 anni, venne nominato sovrintendente della Chiesa protestante della diocesi di Herford, diventando un leader della chiesa di Vestfalia e un promettente candidato per ulteriori promozioni all’interno della gerarchia ecclesiastica. Appena due anni più tardi, nel 1942, fu nominato vice di Karl Koch, capo del concistoro della Chiesa di Vestfalia. Sempre nel 1942, fu nominato capo del gruppo di studiosi luterano “Minden-Ravensberger Kreis”. Dopo la sconfitta della Germania e al ritorno dalla sua prigionia nell’Unione Sovietica, divenne membro della dirigenza della Chiesa protestante di Vestfalia, ma la sua aspirazione di succedere a Karl Koch come presidente fallì quando, nel 1948, fu invece eletto il suo rivale Ernst Wilm.
Quella che all’inizio sembrò una sconfitta, risultò in seguito il punto di partenza per la futura carriera di K. come mediatore tra Chiesa e Stato. Nel 1949, in occasione della costituzione ufficiale della Repubblica Federale Tedesca e della Repubblica Democratica Tedesca come Stati eredi del Terzo reich, il Consiglio della chiesa protestante di Germania (Rat der Evangelischen Kirche in Deutschland), un’organizzazione che inglobava tutte le chiese protestanti tedesche e che fu fondata subito dopo la sconfitta del regime nazionalsocialista, nominò alcuni rappresentanti come funzionari di collegamento tra i due governi. Hermann K. fu nominato rappresentante del Consiglio delle chiese protestanti tedesche presso il governo occidentale di Bonn. A eccezione di un breve intermezzo, svolse questo incarico per 27 anni, fino al 1977. In questo ruolo, K. fu ufficialmente coinvolto in tutte le questioni inerenti alle relazioni tra Stato e Chiesa, come l’insegnamento, le tematiche pastorali e anche questioni direttamente connesse con la chiesa protestante. Tra le tante questioni, si occupò della legge sulla ripartizione degli oneri tra la popolazione locale e i profughi tedeschi dall’Est, sull’uguaglianza dei diritti uomo-donna, sulle regole dello stato sociale, sul matrimonio e sull’aborto.
È difficile valutare complessivamente l’influenza di K. sulla politica nazionale. Fu strettamente coinvolto nella creazione di Espelkamp, una città di circa 25.000 abitanti che iniziò come campo profughi per i tedeschi dall’Est. La città fu congiuntamente patrocinata dalle chiese e dallo Stato nazionale: fu K. a dirigere il comitato per la sua costruzione. Il suo impegno fu premiato con il riconoscimento di una cittadinanza onoraria nel 1971.
Nel fervore del dibattito pubblico riguardo al riarmo e agli armamenti nucleari che gli alleati dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) prevedevano di installare sul territorio della Germania Ovest, K. negoziò con il governo tedesco occidentale l’accordo Stato-Chiesa riguardante la tutela religiosa per i militari protestanti. Questo accordo gli valse la nomina di vescovo militare nel 1957, carica che mantenne fino al 1972. K. fondò un gruppo di studio sull’impatto delle armi nucleari, che portò alla pubblicazione della Heidelberger Thesen nel 1959, un importante contributo alla posizione protestante sulla pace. Fu merito suo l’aver raggiunto l’unione delle chiese protestanti tedesche dopo anni di duri dibattiti teologici sulla legittimazione della politica bellica tradizionale, la quale procedeva lungo due posizioni contrapposte: una che teneva conto della storia tedesca molto recente, l’altra che si focalizzava sulla minaccia contemporanea di una possibile aggressione comunista. Dall’altra parte, fu in particolare questa posizione a rendergli possibile l’accesso a considerevoli risorse di bilancio.
Una componente essenziale dell’incarico di K. fu lo stanziamento di fondi per la Germania Est. In tale delicata materia egli mediò tra i due Stati tedeschi e anche tra le rispettive chiese protestanti. K. amministrò cospicue somme, provenienti dalle chiese della Germania Ovest, dal governo federale e anche da altre fonti quali Stato e imprese, tutte destinate a sostenere le chiese protestanti nella Germania Est comunista che erano state private di risorse economiche essenziali per svolgere le loro funzioni pastorali e diaconali. I programmi d’aiuto finanziario si attuavano tramite denaro contante, bonifici bancari e anche per mezzo di merci spedite nella Repubblica Democratica Tedesca (Deutsche Demokratische Republik, DDR). K. aveva convinto le autorità della Germania Ovest a permettere l’invio di generi di prima necessità tra i quali quelli alimentari, di cui le autorità della Germania Est necessitavano come aiuto concreto per le chiese tedesco-orientali (il cosiddetto “Kirchengeschäft A”). Lo Stato della Germania Est “acquistava” queste merci con marchi della Germania Est che consentivano alle chiese protestanti della Germania Est di perseguire i propri interessi e svolgere le proprie attività.
Nel 1962 K. autorizzò l’impiego dei canali finanziari della Chiesa per i trasferimenti di denaro verso il governo della Germania Est in cambio del rilascio di prigionieri appartenenti alla Chiesa. L’anno successivo, il modello ecclesiastico venne applicato alle relazioni tra gli Stati e il governo tedesco dell’Ovest iniziò a effettuare pagamenti tramite i canali ecclesiastici verso la Germania Est, per il rilascio di prigionieri politici e familiari dei profughi (“Kirchengeschäft B”). In tal modo K. diede inizio allo “scambio” di persone tra le due Germanie. Dall’altra parte, questo canale segreto rappresentò un continuo legame tra le due nazioni che rimasero ufficialmente ostili rivali agli occhi della comunità internazionale. Il numero di persone che furono rilasciate dalla Germania Est attraverso quel programma fino alla Riunificazione tedesca raggiunse la cifra di 33.755, a cui si aggiunsero 215.019 persone a cui fu concesso di ricongiungersi alle proprie famiglie nella Germania Ovest. Il trasferimento di denaro tra i due Stati tramite i canali delle chiese protestanti raggiunse l’incredibile somma di 3,5 miliardi di marchi della Germania Ovest (circa 1,8 miliardi di Euro).
Secondo alcuni K. Sarebbe riuscito a stabilire relazioni personali di fiducia e durature con tutti i principali protagonisti della Germania Ovest del dopoguerra. Il primo cancelliere della Repubblica Federale Tedesca (Bundesrepublik Deutschland, BRD), Konrad Adenauer, apparentemente lo invitò a far parte di uno dei suoi governi, offerta che venne fermamente respinta da K. La sua reputazione, nonché la sua posizione di rappresentante della Chiesa e di vescovo militare, andavano molto al di là di un ministero nel governo federale. K. era in stretto contatto con Konrad Adenauer e fu in rapporti di stretta amicizia con due politici molto importanti, i presidenti federali Gustav Heinemann e Heinrich Lübke. Ancora a distanza di anni, dopo il ritiro di Adenauer, K. venne nominato presidente della Commissione di mediazione alle elezioni parlamentari del 1979. La sua funzione di mediatore includeva contatti costanti con agenti segreti della DDR.
Oltre al suo ruolo di mediatore tra le Chiese protestanti e i due Stati tedeschi, K. rimase una figura di spicco all’interno della gerarchia protestante: diede origine a un gruppo protestante di studiosi per le questioni sociali a Friedewald, fu cofondatore dell’Agenzia centrale per lo sviluppo del protestantesimo che presiedette dal 1962 al 1978, costituì una fondazione tuttora esistente, sull’analisi dei testi del Nuovo testamento (1964) e codiresse un workshop ecumenico dal 1982 al 1986. Oltre a figurare come autore ed editore di numerose pubblicazioni su temi teologici, K. fu coredattore delle prime tre edizioni dell’Evangelisches Staatslexikon, un’enciclopedia che affrontava questioni sociali e collettive dal punto di vista della teologia protestante. Un altro coredattore fu Roman Herzog, successivo presidente federale della BRD. Successivamente K. sponsorizzò l’organizzazione “Aktion Sühnezeichen” (Azione di riparazione per i crimini nazisti) che fu costituita nel 1958 e che operava in entrambi gli Stati tedeschi e in ex paesi nemici della Seconda guerra mondiale, come Polonia, Cecoslovacchia, Paesi Bassi, Francia, Regno Unito, Norvegia e molti altri.
Anton Legerer (2012)