Liberaldemocratici europei
L’acronimo LDE (ELD nei paesi di lingua inglese) indica dal 1976 la Federazione, poi Partito, dei liberali democratici europei e il loro gruppo nel Parlamento europeo; dal 1986 l’acronimo è stato modificato in ELDR (liberali democratici e riformatori europei), mentre dal 2004 il loro gruppo al Parlamento europeo si chiama ALDE (Alleanza di liberali e democratici per l’Europa). La segreteria ha sede in Bruxelles.
L’origine del partito risale all’aprile del 1947, con la fondazione a Oxford dell’Internazionale liberale. Il processo federativo dei partiti liberali europei era stato avviato nel 1974 a Firenze nel congresso dell’Internazionale liberale.
Il primo congresso della federazione si riunì il 27 marzo 1976 a Stoccarda. I partiti liberaldemocratici della Comunità europea adottarono la costituzione e lo statuto della federazione e una dichiarazione che ne costituiva la prima pietra. La Dichiarazione di Stoccarda stabiliva l’unione dei partiti liberaldemocratici dei paesi comunitari intesi a perseguire il fine dell’Unione politica europea.
L’idea della federazione fu alimentata a partire dai primi anni Settanta in una serie di incontri nell’ambito dell’Internazionale liberale fra personalità eminenti quali l’italiano Giovanni Malagodi, il lussemburghese Gaston Thorn, il tedesco Walter Scheel e, negli anni successivi, il presidente del Parlamento europeo, Simone Veil, il leader dei liberali inglesi David Steel, i tedeschi Hans-Dietrich Genscher e Martin Bangemann.
Con la Dichiarazione del 1976 la federazione assumeva i seguenti compiti: ricercare fra i fondatori una linea comune sui principali problemi della Comunità; promuovere le prime elezioni del Parlamento europeo a suffragio universale (v. Elezioni dirette del Parlamento europeo) e con il sistema proporzionale al fine di rafforzare il carattere democratico della Comunità (v. anche Deficit democratico); sviluppare l’informazione e la partecipazione dei cittadini alla costruzione di un’Europa unita nella condivisione dei principi liberali. La Dichiarazione prevedeva che il primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale dovesse approvare una dichiarazione dei Diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali direttamente azionabile nella Comunità europea, con la possibilità per ogni cittadino di ricorrere alla Corte di giustizia delle Comunità europee (v. Corte di giustizia dell’Unione europea) qualora quei diritti fossero lesi da decisioni emanate dalle Istituzioni comunitarie. Il programma di Stoccarda prevedeva inoltre: l’eliminazione delle residue restrizioni alla Libera circolazione di persone, alla Libera circolazione delle merci, alla Libera circolazione dei servizi e alla Libera circolazione dei capitali; l’attribuzione al Parlamento europeo di maggiori competenze legislative anche in materia di Cooperazione politica europea; la responsabilità della Commissione europea davanti al Parlamento e al Consiglio dei ministri; l’Unione economica e monetaria con la creazione di una Banca centrale europea; la riduzione delle diseguaglianze interne alla comunità da attuarsi con una politica redistributiva gestita dal Fondo sociale europeo per ridurre le diseguaglianze fra individui, e del Fondo europeo di sviluppo regionale per ridurre le diseguaglianze fra le regioni.
La Dichiarazione di Stoccarda è rimasta il testo di riferimento per i programmi successivi della federazione, a cominciare dal programma apprestato nel 1977 in vista delle prime elezioni europee, in cui i partiti fondatori della federazione raccolsero il 14% dei voti e 39 seggi su 410.
Al congresso di Stoccarda i partiti fondatori comprendevano otto paesi: per il Belgio i liberali della Fiandra (Parti voor vrijheid en vooruitgang, PVD) della Vallonia (Parti réformateur libéral, PRL) e di Bruxelles (Parti libéral, PL); per l’Olanda (v. Paesi Bassi) il Partito per la libertà e la democrazia (Volkspartij voor vrijheid en democratie, VVD); per il Lussemburgo il Partito democratico; per la Germania la Freie demokratische Partei (FDP); per la Francia il partito radicale di Place de Valois (Parti radical socialiste); per la Danimarca il partito democratico liberale Venstre; per il Regno Unito il Liberal party; per l’Italia il Partito liberale italiano. Al congresso di Stoccarda erano inoltre presenti il Partito repubblicano italiano, i Republicains indépendants e il Mouvement des radicaux de gauche francesi, nonché il Radikale venstre danese, che in seguito aderirono a pieno titolo alla federazione. Sin dal 1976 la federazione è affiancata dall’organizzazione giovanile Liberal and radical youth movement of the European community (LYMEC), dal novembre 2003 European liberal youth, Gioventù liberale europea (www.lymec.org).
Altre adesioni o affiliazioni seguirono negli anni: nel 1983, il partito liberale greco per la Grecia; nel 1985, il Partido de la revolución democrática (PRD) per la Spagna; nel 1986, il Partido social democrata (PSD) per il Portogallo; nel congresso di Catania il nome della federazione è modificato da ELD in ELDR, Federation of liberal democratic and reform parties. Nel 1988 aderiscono i Progressive democrats irlandesi (v. Irlanda); nel 1989 il Centro democrático y social (CDS) spagnolo; nel 1991, il Partito liberale svedese (v. Svezia); nel 1992, il Radikal venstre danese, il Fiatal demokraták szövetsége (FIDESZ) ungherese (v. Ungheria), il Centre party finlandese (v. Finlandia), lo Szabad demokraták szövetsége (SzDSz) ungherese, lo Swedish people’s party finlandese, il Liberal democratic party sloveno (v. Slovenia), l’Hungarian civic party slovacco (v. Slovacchia); nel 1993, il partito liberale macedone, il Liberal party finlandese e il Freisinnig demokratische Partei-Parti radical démocratique (FDP-PRD) svizzero, il nuovo partito spagnolo Foro de Izquierdas (FORO), il Liberales forum austriaco (v. Austria). Sempre nel 1993, nel congresso di Torquay (UK), la federazione si trasforma in partito con il nome di European liberal democratic and reform party. Nel 1994 entrano il partito liberale della Bosnia-Erzegovina e il partito sociale liberale croato, lo Svobodi demokrat della Repubblica Ceca, il D66 olandese, mentre al disciolto Partito liberale italiano subentra la Federazione dei liberali italiani; nel 1995 aderiscono la Democratic union slovacca e il Reform party estone (v. Estonia); nel 1996, il Partito liberale di Andorra, il Partito liberale del Kosovo, il Partito democratico e gli United democrats di Cipro; nel 1997, il Magyar polgári párt-Madárská občianska strana (MPP-MOS) e il Coexistence movement slovacchi, la Centre union lituana (v. Lituania) e il National party rumeno (v. Romania), la lettone Latvia way (v. Lettonia) e la Liberal union lituana; nel 1998, il Hrvatska socijalno liberalma stranka (HSLS) croato; nel 1999, la Liberal democratic union bulgara (v. Bulgaria) e il Democratic alliance party albanese; nel 2000, la Lista Di Pietro, i Democratici italiani e il Partito liberale di Gibilterra; nel 2001, la New democracy serba, Rinnovamento italiano; nel 2002, l’Alliance of the new citizen slovacca; nel 2003, l’Unia wolnosci polacca (v. Polonia) e il Simeon II national movement bulgaro. In occasione dell’ultimo congresso tenutosi a Bucarest alla fine del 2006, hanno aderito all’ELDR anche il partito Hrvatska narodna stranka (HNS) croato, il partito russo Yabloko, il norvegese Venstre e il Liberal movement della Lituania.
Nel 2007 l’ELDR riunisce cinquanta partiti europei come membri di pieno diritto e quattro affiliati, presenti complessivamente in 34 paesi. Della federazione e poi del partito ELDR sono stati presidenti Gaston Thorn (Lussemburgo, 1976), Willy De Clercq (Belgio, 1981), Colette Flesch (Lussemburgo, 1985), Willy De Clercq (Belgio, 1990), Uffe Ellemann-Jensen (Danimarca, 1995), Werner Hoyer (Germania, 2001), Annemie Neyts-Uyttebroeck (Belgio, 2005).
Nel Parlamento europeo i seggi del gruppo ELDR sono stati 39 nel 1979, 31 nel 1984, 49 nel 1989, 43 nel 1994, 51 nel 1999, 90 nel 2004, con percentuali intorno al 10% dei seggi.
I presidenti del gruppo parlamentare ELDR sono stati: il tedesco Martin Bangemann (1979-1984); la francese Simone Veil (1984-1989), primo presidente del Parlamento europeo eletto a suffragio universale diretto; il francese Valery Giscard d’Estaing (1989-1991); il francese Yves Galland (1992-1994); l’olandese Gijs de Vries (1994-1998); l’irlandese Pat Cox, eletto nel gennaio 2002 presidente del Parlamento europeo, e in seguito Graham Watson (UK). Le principali linee seguite dal gruppo riguardano: il sostegno all’Allargamento dell’Unione; la Semplificazione legislativa e codificazione dei Trattati in una costituzione di cui sia parte integrante la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea; l’estensione della solidarietà globale alle sfide ambientali, alla pressione migratoria e al contrasto internazionale contro le organizzazioni criminali; la lotta contro l’antisemitismo e ogni altra forma di razzismo e di discriminazione (v. Lotta al razzismo e alla xenofobia), in nome del rispetto per la dignità individuale; l’apertura dei mercati alla libera circolazione dei lavoratori e degli investimenti.
Nel luglio 2004 gli europarlamentari facenti capo al partito ELDR presieduto dalla belga Annemie Neyts-Uyttebroeck si sono uniti ai membri del Partito democratico europeo, presieduto dal francese François Bayrou e dall’italiano Francesco Rutelli, per formare il gruppo dell’Alleanza di liberali e democratici per l’Europa (ALDE, www.alde.eu). Tale gruppo, così allargato nel 2004 a 90 membri, ha rieletto Graham Watson (Regno Unito) presidente. Dal 1° gennaio 2007, grazie all’allargamento dell’Unione a Romania e Bulgaria, i membri del Gruppo ALDE sono aumentati fino ad arrivare a 106 (dato aggiornato a marzo 2007).
La cooperazione transnazionale si svolge, a livello organizzativo, in forma di interrelazione fra i Partiti politici europei associati all’Internazionale liberale, e a livello istituzionale fra i membri del Parlamento europeo aderenti al gruppo ALDE.
Fra il 1976 e il 2006 sono stati celebrati ventisette congressi dell’ELDR. Il V, tenuto a Bruxelles il 29 e 30 aprile 2004, ha approvato un nuovo statuto che definisce il partito come associazione internazionale no profit secondo la legislazione del Belgio. Alla fine del 2006, a pochi giorni dalla data del più recente allargamento dell’Unione europea, il National liberal party del primo ministro rumeno Calin Popescu-Tariceanu ha ospitato il Congresso dell’ELDR nella capitale rumena Bucarest. Qui, l’ELDR ha dato il benvenuto a Romania e Bulgaria che dal 1° gennaio 2007 hanno portato a ventisette il numero di Stati membri dell’Unione europea, e ha reiterato il suo sostegno alla politica di allargamento dell’Unione.
Tema centrale del congresso di Bucarest è stata la Politica europea di sicurezza e difesa (PESD): sia per gli aspetti interni all’Unione (Politiche dell’immigrazione e dell’asilo, Lotta contro la criminalità internazionale e contro la droga, protezione dei dati personali, Libertà di circolazione e di soggiorno e diritto alla parità di trattamento dei cittadini dell’Unione europea, Lotta contro il terrorismo) sia per gli aspetti esterni in relazione alla PESD. La Politica europea di sicurezza e difesa richiede secondo i liberali: la costante collaborazione e la complementarietà fra Unione europea e Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO); un impegno degli Stati membri proporzionale alle rispettive tradizioni nazionali; norme costituzionali e capacità militari; la partecipazione preventiva del Parlamento europeo al Processo decisionale; l’ammodernamento dello strumento militare, da perseguire con l’effettiva formazione della Forza di reazione rapida e dell’Agenzia di difesa europea, ai fini di prevenire i conflitti, gestire le crisi e ristabilire la pace. Le risoluzioni di Bucarest in materia di difesa comune anticipano le opportunità che si attendono dalla ratifica del trattato costituzionale (v. Costituzione europea), e confermano il forte connotato europeista che ha sempre distinto il Partito dei liberaldemocratici europei.
Valerio Zanone (2005)