I Libri verdi, al pari dei Libri bianchi, sono pubblicati dalla Commissione europea, ma con funzioni diverse. Il Libro verde è uno studio preliminare destinato a sensibilizzare i governi su un dato argomento, ma anche a sondare e preparare il terreno per future iniziative della Commissione. Il primo Libro verde fu pubblicato dalla Commissione nel 1985, ed era dedicato alle prospettive della Politica agricola comune. Progressivamente, i Libri verdi sono divenuti più frequenti (fino a un massimo di 15 nel 1996) in quasi tutti i settori dell’Unione europea, e in particolar modo in quelli in cui la Commissione intende prendere iniziative innovative.
I Libri verdi non si occupano di relazioni esterne, sebbene uno sia stato dedicato al tema dell’aiuto allo sviluppo, ma vertono principalmente su due gruppi di tematiche. Il primo comprende le questioni attinenti al Mercato unico europeo, alla Libera circolazione delle merci, Libera circolazione dei capitali, Libera circolazione dei servizi, Libera circolazione delle persone, alla Cooperazione giudiziaria in materia civile, ecc., in quanto i progressi dell’integrazione richiedono un adeguamento delle regole in questo campo (v. anche Integrazione, metodo della). Ne sono esempi i Libri verdi: Modelli di utilità nel mercato interno (luglio 1995), La protezione giuridica dei servizi criptati nel mercato interno, (marzo 1996), Il ruolo del revisore legale dei conti (luglio 1996), Il risarcimento alle vittime di reati (settembre 2001), L’ingiunzione di pagamento, (dicembre 2002), Le obbligazioni contrattuali (gennaio 2003), Gli obblighi alimentari (aprile 2004), Successioni e testamenti (marzo 2005), Il sequestro conservativo di depositi bancari (ottobre 2006). Il secondo gruppo di tematiche riguarda la società dell’informazione e le telecomunicazioni, in quanto i progressi continui delle nuove tecnologie rendono necessarie nuove politiche e nuove discipline a livello europeo. Ne sono esempi i Libri verdi: Diritto d’autore e sfide tecnologiche (giugno 1988), Un approccio unico nel campo delle comunicazioni via satellite (novembre 1990), Un approccio comune alla fornitura delle infrastrutture di telecomunicazione nell’UE (gennaio 1995), Vivere e lavorare nella società dell’informazione (luglio 1996), Politica della numerazione (novembre 1996), Politica di spettro radio (dicembre 1998), Applicazioni di navigazione satellitare (dicembre 2006).
Si tratta dunque, in entrambi i casi, di temi molto specifici. Ma altri Libri verdi toccano temi più generali. Ne sono esempi i Libri verdi: Il mercato unico dei servizi postali (giugno 1991), La dimensione europea dell’istruzione (settembre 1993), La politica sociale europea (novembre 1993), Una politica energetica dell’Unione europea (gennaio 1995), Il ruolo dell’Unione in materia di turismo (aprile 1995), Le relazioni tra l’UE e i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) all’alba del 21° secolo (novembre 1996), Gli appalti pubblici nell’UE (novembre 1996), Il futuro della politica comune della pesca (marzo 2001), La tutela dei consumatori nell’UE (ottobre 2001), Verso la futura politica marittima dell’Unione (giugno 2006), Lo spazio europeo della ricerca (aprile 2007).
In alcuni casi, il dibattito aperto dai Libri verdi è stato seguito da un Libro bianco che ha condotto a una decisione. È quanto è avvenuto nel caso dei Libri verdi Politica sociale (novembre 1993), Commercio (novembre 1996), Politica spaziale (gennaio 2003), Servizi d’interesse generale (maggio 2003), Fondi d’investimento (luglio 2005), Aspetti sanitari dell’alimentazione, del sovrappeso e dell’obesità (dicembre 2005). Due casi meritano un’attenzione particolare. Il primo è un Libro verde adottato dalla Commissione nel novembre 1996, dedicato alla Promozione delle energie rinnovabili. Esso si limitava a esporre i problemi e a fornire prime indicazioni sulle maniere possibili di risolverli. Nel primo semestre del 1997, le altre Istituzioni comunitarie, il Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni accoglievano positivamente il Libro verde e si esprimevano anche sui mezzi da utilizzare. La Commissione pubblicò quindi, nel novembre dello stesso anno, un Libro bianco per definire una strategia e un piano d’azione precisi, adottati in seguito dall’Unione, allo scopo di contribuire alla realizzazione dell’obiettivo di raddoppiare l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili entro il 2010 (6% del consumo totale nel 1996, 12% nel 2010).
Egualmente significativo fu il Libro verde Principi generali della legislazione alimentare nell’Unione europea, pubblicato dalla Commissione nell’aprile 1997, nel difficile contesto istituzionale segnato dalla crisi causata dall’epidemia di encefalopatia spongiforme bovina e dalla polemica sugli organismi geneticamente modificati (OGM). In questo Libro verde, la Commissione lanciava il dibattito sul modo in cui rendere tale normativa più adeguata agli obiettivi della protezione della salute (v. anche Politica della salute pubblica) e degli interessi dei consumatori (v. anche Politica dei consumatori), e, al contempo, della libera circolazione e della competitività dell’industria. Al di là delle iniziative puntuali imposte dalle necessità del momento, la Commissione pubblicò, nel gennaio 2000, un Libro bianco sulla sicurezza alimentare che teneva conto delle reazioni del Parlamento europeo e degli altri interlocutori, e che costituisce ormai la base della strategia dell’Unione in questo delicatissimo campo.
I Libri verdi costituiscono quindi uno degli strumenti che consentono alla Commissione di realizzare le consultazioni di cui può aver bisogno prima di elaborare le sue iniziative, anche se altre comunicazioni che non rientrano nella categoria dei Libri verdi assolvono talvolta alla stessa funzione. I Libri verdi si rivolgono tanto alle istituzioni europee (chiamate a pronunziarsi soprattutto quando si tratta di temi generali e politici) quanto all’insieme della popolazione interessata. Talvolta, la Commissione indica ai lettori le modalità da seguire per rispondere, in particolare per via elettronica, alle domande poste dal Libro verde. In quanto strumento di consultazione, i Libri verdi rispondono all’obiettivo di “legiferare meglio” che le istituzioni dell’Unione hanno fatto proprio sin dagli anni Novanta, e che hanno riconosciuto quale elemento essenziale di una migliore governance europea.
Giuseppe Ciavarini Azzi (2007)
Sitografia