Meri, Lennart
M. (Tallinn 1929-ivi 2004), scrittore poliglotta, regista e uomo politico estone, è stato ministro degli Esteri e due volte presidente della Repubblica dell’Estonia (dal 1992 al 2001). Ha inoltre rappresentato il suo paese alla Convenzione europea sulla Costituzione europea.
Il giovane M. con la famiglia lasciò presto l’Estonia. Dovette cambiare nove volte scuola e quattro volte lingua. Proprio gli anni trascorsi nelle varie scuole europee, in particolare al liceo Janson de Sailly a Parigi, furono un tirocinio importante nella preparazione per la più alta carica dello Stato. Nel 1941, poco dopo l’annessione dell’Estonia all’URSS, M. fu esiliato in Siberia con la sua famiglia e dovette lavorare come forestale già a 12 anni.
Ritornato in Estonia, finì gli studi all’Università di Tartu dove ottenne la laurea cum laude in Storia nel 1953. L’amministrazione sovietica però non gli permise di lavorare come storico. Lavorò quindi al teatro Vanemuine di Tartu e come produttore radiofonico (1953-1961). Nel corso di un quarto di secolo organizzò spedizioni in alcune delle regioni più difficili da raggiungere dell’Unione Sovietica. Si interessò delle culture dei piccoli popoli di queste regioni remote e del conflitto che emergeva fra le necessita ecologiche locali e l’economia moscovita.
Nel 1958 iniziò la sua carriera di scrittore dopo un viaggio nell’Asia centrale sovietica, dove filmò anche documentari sulle etnie di quelle regioni. Il suo film I Venti della Via Lattea ottenne la medaglia d’argento al festival del film di New York. Tradusse anche in lingua estone molti autori (come Erich Maria Remarque, Graham Greene, Vercors, Pierre Boulle, Aleksandr Solženicyn, ecc.).
Nel 1986 ottenne la laurea honoris causa all’Università di Helsinki. Dopo aver aspettato più di venti anni prima che l’amministrazione sovietica gli permettesse di andare oltre la “cortina di ferro”, nei suoi discorsi in Finlandia ricordò al mondo occidentale l’esistenza dell’Estonia. Fu il primo estone all’estero a protestare contro il piano del governo sovietico di estrazione della fosforite in Estonia, che avrebbe reso un terzo del territorio estone invivibile.
Alla fine degli anni Ottanta M. cominciò a interessarsi di politica. Nel 1988 creò l’Istituto estone, un’organizzazione non governativa (formata da centri culturali estoni all’estero), al fine di dare impulso alle relazioni culturali con i paesi dell’Ovest. Questi centri culturali in realtà svolgevano funzioni diplomatiche e divennero ambasciate ufficiali nell’agosto del 1991, quando l’Occidente democratico ristabilì con l’Estonia i contatti diplomatici.
M. divenne ministro degli Affari esteri il 12 aprile 1990, nel governo di Edgar Savisaar formato in seguito alle prime elezioni libere della ritrovata indipendenza. Ispirato dal padre diplomatico, egli aveva una chiara visione di come avrebbe dovuto essere la politica estera dell’Estonia indipendente, e ne creò quindi le basi formando i primi, giovanissimi, diplomatici non sovietici e un ministero degli Affari esteri all’occidentale. Come ministro definì le quattro sfide che l’Estonia doveva raggiungere: diventare indipendente, liberarsi dell’immagine di repubblica sovietica, liberarsi dell’armata rossa, e infine, diventare paese membro sia dell’Unione europea) sia dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (North Atlantic treaty organization, NATO). Le iniziative di M. crearono una solida base burocratica e diplomatica perché si potessero raggiungere tali obiettivi. Uno dei suoi argomenti principali nei discorsi politici fu la sicurezza energetica e la necessità di dare appoggio ai paesi dell’ex Unione sovietica che avessero intrapreso un processo di sviluppo democratico.
Nel 1991 M. fu uno dei fondatori del Fronte popolare, la prima vera formazione politica di massa per l’indipendenza dell’Estonia.
Dopo la ritrovata indipendenza, M. fu per un breve periodo ambasciatore in Finlandia (23 aprile 1992-10 ottobre 1992), prima di essere eletto come primo presidente della Repubblica indipendente. M. fu candidato dell’Alleanza pro patria che aveva la maggioranza parlamentare. Fu rieletto nel 1996 per un secondo mandato. Le relazioni con l’Unione europea e la NATO furono rafforzate negli anni della sua presidenza. M. spesso sottolineava che l’Estonia costituiva la frontiera dei valori europei.
M. è stato ed è considerato dagli estoni come il più grande uomo politico di questo secolo e come uno dei padri fondatori dell’odierna democrazia. La sua enorme cultura e la sua personalità gli consentirono di intessere relazioni anche a livello personale con personaggi della politica internazionale del calibro di Bill Clinton, Helmut Josef Michael Kohl e Boris El’cin.
Nel 1996 ottenne il premio europeo dalla Fondazione Coudenhove-Kalergi, e fu scelto dal giornale francese “La Vie” nel dicembre 1998 come “Europeo dell’anno”.
Membro dell’Accademia estone delle Scienze (dal 2001) e rappresentante alla Convenzione sul futuro dell’Unione europea (2002-2003), nel corso della sua vita ha pubblicato 11 libri e prodotto 5 film (documentari).
Liia Kaarlop (2010)