M.L. (Ferrol, La Coruña 1935), proveniente da una famiglia della borghesia commerciale di Ferrol, si laurea in giurisprudenza presso l’Università di Salamanca nel 1956 e diventa assistente del prof. Enrique Tierno Galván. A Parigi consegue il dottorato nel 1960 con una tesi sull’integrazione europea in cui analizza il Movimento europeo, i suoi precursori, il suo sviluppo nel periodo tra le due guerre mondiali e il suo impulso federalista dopo il 1945 (v. Federalismo). A Parigi ha modo di conoscere i classici europeisti, difficilmente accessibili in Spagna, ed entra in contatto con gli esiliati spagnoli, in particolare con alcuni dei principali rappresentanti dell’europeismo repubblicano come Enrique Adroher detto “Gironella”, Julián Gorkin e José Beneyto Vidal. All’inizio del 1957 si trasferisce a Madrid e si iscrive facoltà di scienze politiche ed economiche. Diventato associato del prof. Carlos Ollero, direttore della “Revista de Estudios Politicos”, assieme a Tierno Galván e ad altri studenti della facoltà di giurisprudenza entra a far parte dell’avanguardia della nascente sociologia e politologia spagnola, nonché di un gabinetto tecnico subito sciolto dalla direzione dell’Istituto di studi politici, ancora fedele all’ortodossia falangista delle origini.
Fondatore assieme a Tierno Galván del “Boletín informativo del seminario de derecho político de la Universidad de Salamanca” (1954-1965), nel 1955 M.L. crea l’Asociación española por la unidad funcional de Europa, pubblicando le “XII tesi sul Funzionalismo europeo”. Si tratta, secondo le sue parole, di un’«operazione politica condotta nell’ambito della cultura europeista negli anni in cui, con la fine dell’autarchia e con le aspettative di liberalizzazione economica, l’Europa cominciava a essere mito, rassicurazione o speranza». Nel medesimo anno fonda e dirige il periodico “Europa a la vista”, che ha vita breve, destinato a divulgare l’europeismo democratico, la storia europea e il processo di integrazione istituzionale in atto (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). L’obiettivo indicato da M.L. è una europeizzazione della Spagna al di fuori del nazionalismo ideologico del regime attraverso un neopositivismo inteso come rifiuto delle ideologie. L’idea è quella di superare l’assolutismo ideologico con categorie “funzionali”, di passare dalla “politica degli ideali” alla “politica dei programmi” per arrivare su questo terreno concreto alla costruzione europea attraverso un processo graduale. Il criptico linguaggio funzionalista importato dagli Stati Uniti consente a M.L. di parlare dell’Europa pensando alla Spagna, vale a dire utilizzando l’«Europa come pretesto, senza escludere una convinzione profonda» per criticare l’autarchia del regime franchista, il quale continuava a identificare l’europeismo con l’anti Spagna, e per difendere la liberalizzazione politica ed economica del paese.
Anche dopo la rapida evoluzione del gruppo verso il marxismo degli anni seguenti, M.L. tiene fede agli ideali di modernizzazione, secolarizzazione ed europeismo come obiettivi per il futuro della Spagna. In questo periodo mantiene contatti frequenti con diversi europeisti spagnoli in esilio, tra cui Enrique Adroher, Josep Sans o Joan Sauret, e con altri gruppi europeisti di Madrid (Fernando Álvarez de Miranda, Íñigo Cavero), di Barcellona (Anton Cañellas) e di Saragozza (José Luis Lacruz Berdejo). Pur non assistendo al famoso Congresso di Monaco del 1962, collabora con l’Asociación española de cooperación europea (AECE), dove l’idea di una «Europa come utopia e come strumento per la democratizzazione della Spagna» unisce la maggior parte dell’opposizione alla dittatura – con eccezione dei comunisti o la “nuova sinistra” del Fronte di Liberazione Popolare (FLP) – durante gli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Sessanta.
In questi anni M.L. sostiene la necessità di inserire l’antifranchismo nel quadro più ampio dell’integrazione europea, come era avvenuto nel 1962, anziché confinarlo nell’orizzonte più limitato dei vari partiti clandestini, o del dilemma tra monarchia o repubblica. Nello stesso tempo prosegue il suo attivismo politico, intensificando le relazioni con l’opposizione interna ed esterna, sempre con una attitudine aperta e pragmatica che lo porta a cercare accordi con i democristiani di Josè Maria Gil-Robles, i socialdemocristiani di Dionisio Ridruejo, i monarchici liberali di Unión española e con il Partido socialista obrero español (PSOE) di Rodolfo Llopis.
Nel maggio 1957 M.L. viene arrestato e condotto nella prigione di Carabanchel a Madrid, dove resta sino a settembre, ma verrà processato solo nel 1961. Le pressioni esercitate dal potere contro M.L. aumentano dopo il processo, costringendolo a espatriare. Professore ospite dell’università di Porto Rico, M.L. insegna poi all’università di Princeton negli Stati Uniti, dove collabora sotto lo pseudonimo di “Rogelio del Moral” alla rivista “Iberica”, pubblicata per gli esiliati repubblicani liberali a New York. Nel 1964 torna a Madrid per cercare, senza successo, di mobilitare le forze di opposizione contro il sistema universitario, e quindi si rifugia nuovamente in America, dapprima in Messico e successivamente in Cile. Nel 1962 è tra i fondatori del Movimiento de reforma universitaria. Due anni dopo assieme a Tierno Galván fonda il Frente unido socialista español (FUSE), e poco dopo, nel 1968, il Partido socialista en el interior (PSI). Infine, nel 1974, fonda il Partido socialista popular (PSP). Durante lo stato di eccezione del 1969 viene nuovamente arrestato e confinato nel paese di Ayna (Albacete) per quasi due mesi. Nel 1971 apre uno studio legale e interviene in alcuni dei più noti processi contro i membri dell’opposizione, tra cui quello contro l’Unión militar democrática (UMD). Nel gennaio del 1975 partecipa alla riunione europeista di Bruxelles, assieme a trenta rappresentanti dell’opposizione spagnola invitati dal circolo Réalités européennes du present per discutere della democratizzazione della Spagna e del suo ingresso in Europa.
Dopo la morte del generale Franco nel 1975, M.L. interviene come rappresentante del PSP nei negoziati con il governo guidato da Adolfo Suárez González, e a nome dell’opposizione presenta un controprogetto della legge di riforma politica. Scrive un preambolo per la nuova Costituzione, esprimendo alcune idee che saranno conservate nel testo definitivo. Eletto deputato nelle elezioni del 1977, l’anno seguente non accetta la decisione maggioritaria del suo partito di integrarsi nel PSOE e passa al gruppo parlamentare misto fino al 1979. Rettore dell’università internazionale Menéndez y Pelayo (1980-1983) e ambasciatore dell’UNESCO (1983-1985) aderisce al Centro democrático y social (CDS) dell’ex presidente Adolfo Suárez, nelle cui liste viene eletto deputato al Parlamento europeo tra il 1987 e il 1994, all’interno del Gruppo democratico liberale riformista (v. anche Gruppi politici al Parlamento europeo). Durante questo periodo è membro della Commissione degli Affari politici e vicepresidente dell’Internazionale liberale e progressista (1989-1990).
Dal 1989 detiene la cattedra di diritto politico e costituzionale all’Università Complutense di Madrid ed è ambasciatore a Lisbona tra il 1996 e il 2000. Autore di vari scritti, ha dedicato al tema dell’unione europea il libro Federalismo y federalismo europeo (1965), scritto in collaborazione con G. Berger e gli articoli Ciudadania y cultura europeas (1998), A castruçao da Europa: problemas e perspectivas (1999), Una Constitucion para Europa (2002) ed Europa y Estados Unidos: cultura politica y valores juridicos en conflictos (2004).
Javer Muñoz Soro (2004)