“Presidenza dell’Unione europea” è una denominazione comunemente usata dai mezzi di comunicazione ed è utilizzata da parecchi anni anche in documenti non ufficiali, a carattere divulgativo, delle Istituzioni comunitarie. Tuttavia, da un punto di vista giuridico e istituzionale, si tratta di una denominazione errata, poiché non esiste una presidenza dell’Unione europea, ma solo una presidenza del Consiglio dell’Unione europea (v. Consiglio dei ministri), che è una delle cinque istituzioni europee create dai Trattati di Roma. La denominazione corrente, “presidenza dell’Unione”, identifica lo Stato membro che assume a rotazione la presidenza del Consiglio dei ministri dell’Unione per una durata di sei mesi. Lo stesso Stato assume la presidenza del Consiglio europeo, composto dai capi di Stato o di governo dei paesi membri dell’Unione, sempre a rotazione e per lo stesso periodo di sei mesi. Dato che il Consiglio europeo, pur essendo l’organo politico supremo dell’Unione, non è al momento attuale una delle Istituzioni dell’Unione, il presidente del Consiglio dell’Unione non è il capo di Stato o di governo di uno dei paesi membri, bensì il ministro degli Esteri del paese in questione, che presiede a rotazione e per sei mesi il Consiglio degli Affari generali e delle relazioni estere.
L’ordine secondo cui gli Stati membri esercitano, a rotazione e per una durata di sei mesi, la presidenza del Consiglio è stabilito da una Decisione dello stesso Consiglio, presa secondo la regola del Voto all’unanimità. L’ultima di queste decisioni, modificate periodicamente in funzione dell’ingresso di nuovi Stati nell’Unione europea, è stata la decisione n. 2005/902/CE del 12 dicembre 2005 (“Gazzetta ufficiale” L 328 del 15/12/2005). Come già detto, l’ordine di rotazione delle presidenze può essere modificato grazie a una decisione unanime del Consiglio stesso. Esso non può invece essere modificato da una decisione individuale di uno Stato membro, né da un accordo bilaterale tra due o più Stati.
La presidenza del Consiglio dell’Unione è stata esercitata dalla Germania nel primo semestre del 2007 e dal Portogallo nel secondo semestre dello stesso anno. Nel 2008, le due presidenze sono esercitate dalla Slovenia (primo semestre) e dalla Francia (secondo semestre). Nel 2009, la Repubblica Ceca eserciterà la presidenza nel primo semestre e la Svezia nel secondo. All’Italia spetterà di nuovo la presidenza nel secondo semestre del 2010. I nuovi paesi membri (Bulgaria e Romania) la eserciteranno nel 2018 e nel 2019.
La rotazione semestrale della presidenza dei Consigli dei ministri europei è stata concepita per una duplice ragione. Da un lato, occorre ripartire equamente fra tutti gli Stati membri l’onere e le responsabilità di una presidenza, che implicano compiti importanti di preparazione dei dossier e di rappresentanza dell’Unione europea sul piano internazionale. Ogni Stato membro deve in effetti presiedere decine di riunioni dei Consigli competenti e centinaia di riunioni dei gruppi di lavoro (circa duecento) (v. anche Comitati e gruppi di lavoro) responsabili dei numerosi atti legislativi e di altre decisioni. Da un altro lato, occorre evitare che uno Stato membro influenzi per un periodo troppo lungo il processo decisionale avvalendosi delle prerogative della presidenza (per esempio, attraverso la propria programmazione dei lavori e la facoltà di presentare soluzioni di compromesso).
Tuttavia, negli anni più recenti, si è fatta strada l’esigenza di una maggiore continuità sia nell’attività legislativa che nella rappresentanza esterna dell’Unione. Di conseguenza, si è istituita di fatto una “Troika” delle presidenze, che mira a coordinare i programmi della presidenza in corso con quelli delle presidenze passata e futura (nonché a mantenere una maggiore continuità nelle relazioni esterne). Il principio di una “troika” di presidenze per una durata di 18 mesi è stato introdotto nel nuovo Trattato di modifica firmato a Lisbona (v. Trattato di Lisbona), che dovrebbe entrare in vigore nel corso del 2009.
Paolo Ponzano (2009)