Il programma Poland and Hungary aid for the restructuring of the economy (PHARE) è uno dei tre strumenti finanziati dall’Unione europea per aiutare i paesi dell’Europa centro orientale (PECO) candidati all’adesione a compiere le necessarie trasformazioni economiche e politiche (v. anche Paesi candidati all’adesione).
Varato nel 1989 a favore soltanto di Polonia e Ungheria, il programma PHARE era inizialmente incentrato sull’assistenza tecnica e, laddove necessario, sulla fornitura di aiuti umanitari. Una volta superata la fase più difficile dei primi anni, i suoi compiti sono stati progressivamente riorientati al finanziamento degli investimenti, in particolar modo nel settore infrastrutturale, il cui sviluppo si è posto come obiettivo primario nel momento in cui, a seguito delle decisioni del Consiglio europeo di Copenaghen del 1993, l’Unione ha invitato i PECO a presentare domanda ufficiale di adesione (v. Criteri di adesione). L’anno successivo, secondo le decisioni del Consiglio europeo di Essen, PHARE è divenuto il principale strumento finanziario nell’ambito della Strategia di preadesione, erogando aiuti ai dieci PECO associati: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Romania e Bulgaria. Anche l’Albania, la Bosnia-Erzegovina e la ex repubblica iugoslava di Macedonia hanno beneficiato degli aiuti di PHARE fino a quando, nel 2000, non è stato varato uno strumento di assistenza finanziaria destinato appositamente ai Balcani occidentali (Community assistance for reconstruction, development and stabilisation, CARDS).
A partire dal 1997, PHARE si è concentrato in modo esclusivo sulle priorità di preadesione dei singoli paesi, come indicate nei rispettivi partenariati per l’adesione, strumenti lanciati dal vertice (v. Vertici) di Dublino del 1996 che riuniscono in un unico quadro tutti gli aspetti relativi all’adesione di ogni paese candidato. Un ulteriore aggiustamento si è inoltre reso necessario nel 1999, a seguito dell’attivazione (suggerita dalla Commissione europea nel programma “Agenda 2000”) di due nuovi strumenti di preadesione: Instrument for structural policies for pre-accession (ISPA), per il finanziamento di progetti infrastrutturali in materia di trasporti e di salvaguardia dell’ambiente, e Special accession programme for agriculture and rural development (SAPARD), volto a favorire lo sviluppo agricolo e rurale. I fondi di PHARE precedentemente destinati a tali compiti sono stati allora stornati sull’obiettivo della coesione economica e sociale, finanziato a partire dal 2000.
Mentre ISPA e SAPARD sono stati posti rispettivamente sotto la responsabilità delle Direzioni generali “Politica regionale” (v. anche Politica di coesione) e “Agricoltura”, la gestione di PHARE è rimasta alla Direzione generale “Allargamento”, alla quale compete anche il coordinamento dei tre strumenti finanziari nel loro insieme. Quanto alla dotazione finanziaria, PHARE è rimasto il più importante dei tre, con un bilancio annuale di 1560 milioni di euro per il periodo 2000-2006, esattamente pari alla somma di quelli degli altri due programmi.
A partire dal 2000 le risorse di PHARE si sono concentrate sullo sviluppo delle capacità istituzionali dei paesi candidati e sul sostegno agli investimenti; nel primo caso si è puntato soprattutto sullo strumento del “gemellaggio”, consistente nell’invio di esperti dell’Unione nei paesi candidati per aiutarli a recepire il Diritto comunitario, mentre gli investimenti sono stati finalizzati soprattutto all’obiettivo della coesione economica e sociale, sia nell’intento di smorzare gli effetti sociali negativi generati dalle trasformazioni economiche, sia, in vista dell’adesione, per “ammorbidire” il passaggio dai meccanismi di preadesione a quelli dei fondi strutturali e del Fondo di coesione.
Per lo stesso motivo, sebbene con l’adesione del maggio 2004 otto dei dieci PECO sopra menzionati abbiano perso il diritto agli aiuti PHARE, fino al 2006 essi hanno continuato a ricevere i versamenti previsti dai contratti firmati in precedenza, e, più in generale, il potenziamento istituzionale e amministrativo dei nuovi membri ha continuato a essere supportato dall’Unione attraverso il finanziamento delle operazioni di “gemellaggio”.
Fino al 2007 sono rimasti beneficiari a pieno titolo degli aiuti PHARE la Romania, la Bulgaria e, a seguito della domanda di adesione del governo di Zagabria e del riconoscimento ufficiale di paese candidato da parte del Consiglio, la Croazia. Dal 2007 il programma PHARE, assieme agli altri strumenti di preadesione e al programma CARDS, è stato sostituito dallo Strumento di assistenza di preadesione (Instrument for pre-accession assistance, IPA), che fornisce aiuti sia ai paesi ufficialmente candidati, come Croazia, ex Repubblica di Macedonia e Turchia, sia ai candidati potenziali, come Albania, Bosnia-Erzegovina e Serbia-Montenegro.
Lorenzo Mechi (2008)