L’Iniziativa comunitaria Interreg, che rappresenta uno dei principali strumenti della cooperazione fra regioni, persegue le seguenti finalità: evitare che i confini nazionali ostacolino la crescita equilibrata dell’Unione europea (UE) e favorire lo sviluppo integrato delle zone transfrontaliere, promuovendo una pianificazione più armonica del territorio europeo (v. Iniziative transfrontaliere).
Istituita per la prima volta sulla base del regolamento comunitario relativo ai Fondi strutturali del 1988 (art. 5 del regolamento CE n. 2052/88 del Consiglio del 24 giugno 1988), l’Iniziativa è stata riproposta nell’ambito delle riforme dei Fondi strutturali del 1993 (art. 11 del regolamento CE n. 2082/93 del Consiglio del 20 luglio 1993 che modifica il regolamento CE n. 4253/88) e del 1999 (art. 20 del regolamento CE n. 1260/99 del Consiglio del 21 giugno 1999), che hanno esteso il suo raggio d’azione e l’entità dei finanziamenti ad essa accordati.
La nuova fase dell’Iniziativa comunitaria, Interreg III 2000-2006 (comunicazione della Commissione europea agli Stati membri del 28/04/2000 che stabilisce gli orientamenti delle Iniziative comunitarie riguardanti la cooperazione transeuropea volta a incentivare uno sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio comunitario) si propone di rafforzare la coesione economica e sociale nell’UE, sviluppando la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. I finanziamenti comunitari, pari a 4875 miliardi di euro (prezzi 1999) a carico del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), sono soggetti al campo di applicazione dei Fondi strutturali e alle norme sull’ammissibilità delle uscite.
All’Italia sono stati destinati 426 milioni di euro (prezzi 1999). L’iniziativa è finanziata congiuntamente dagli Stati membri e dalla Commissione e il cofinanziamento può derivare da fondi pubblici o privati.
Interreg III si articola in tre sezioni: la sezione A – cooperazione transfrontaliera; la sezione B – cooperazione transnazionale; la sezione C – cooperazione interregionale.
La sezione A ha l’obiettivo di promuovere strategie comuni per sostenere lo sviluppo di regioni o di distretti economico-sociali transfrontalieri. I territori interessati sono zone situate lungo le frontiere terrestri interne ed esterne dell’Unione, assieme ad alcune zone costiere. Possono essere finanziate anche misure destinate a zone non direttamente frontaliere, ma vicine ad aree di confine. In linea generale ogni frontiera fra due Stati può beneficiare di un unico programma di aiuti. A questa sezione è destinata la quota preponderante delle risorse finanziarie: circa il 67% dell’intera dotazione. Per l’Italia le zone ammissibili alla sezione A sono le seguenti: Bari, Belluno, Biella, Bolzano, Brindisi, Como, Cuneo, Gorizia, Imperia, Lecce, Lecco, Livorno, Novara, Sassari, Sondrio, Torino, Trieste, Udine, Valle d’Aosta, Varese, Venezia, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli. I campi di azione prioritari nella sezione A sono i seguenti: promozione dello sviluppo urbano, rurale e costiero; sviluppo dello spirito imprenditoriale e delle piccole e medie imprese (PMI), turismo e iniziative locali di sviluppo e occupazione (ILSO); integrazione del mercato del lavoro e promozione dell’integrazione sociale; cooperazione in materia di ricerca, sviluppo tecnologico, istruzione, cultura, comunicazioni, sanità e protezione civile; tutela dell’ambiente, efficienza energetica e fonti di energia rinnovabili; infrastruttura di base di rilevanza transfrontaliera; cooperazione in campo giuridico ed amministrativo; cooperazione tra cittadini e istituzioni; studi e assistenza tecnica per la preparazione delle strategie transfrontaliere e per la costituzione dei partenariati.
La sezione B ha l’obiettivo di promuovere l’integrazione territoriale all’interno di grandi gruppi di regioni europee e tra Stati membri e paesi candidati, o altri paesi vicini, in modo da favorire uno sviluppo sostenibile, equilibrato e armonico dell’Unione. Le zone ammissibili alla cooperazione transnazionale si estendono a tutto il territorio dell’Unione e comprendono 13 raggruppamenti regionali: Mediterraneo occidentale; Spazio alpino; Atlantico; Europa sud occidentale; Europa nord occidentale; Mare del Nord; Mar Baltico; Central, Adriatic, Danubian and Southern Europe space (CADSES); regioni periferiche settentrionali; paesi dell’area Archimed (Italia, Malta, Cipro, Grecia, Turchia, Israele, Egitto, Libia, Palestina); Carabi; Azzorre-Madeira-Canarie; Oceano indiano-Riunione. Le risorse assegnate a questa sezione sono pari a circa il 27% dei finanziamenti disponibili.
L’Italia è attualmente coinvolta nei seguenti programmi transnazionali: area CADSES, con le regioni Puglia, Molise, Abruzzo, Marche, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige, Umbria; area del Mediterraneo, con le regioni Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Sardegna, Basilicata, Calabria, Sicilia, Valle d’Aosta, Emilia Romagna; area dello Spazio alpino, con le regioni Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria; area Archimed, con le regioni Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania.
La sezione B finanzia prioritariamente le seguenti azioni: strategie di assetto territoriale, compresa la cooperazione tra città e tra zone urbane e rurali, al fine di promuovere uno sviluppo policentrico sostenibile; sviluppo di sistemi di trasporto efficienti e sostenibili e migliore accesso alla società dell’informazione; promozione dell’ambiente e corretta gestione del patrimonio culturale e delle risorse naturali, in particolare di quelle idriche; promozione della cooperazione integrata delle regioni marittime e delle regioni insulari; promozione della cooperazione integrata delle regioni ultraperiferiche; promozione delle energie rinnovabili; assistenza tecnica per la costituzione di partenariati transnazionali mediante la creazione o lo sviluppo di strutture comuni.
La sezione C ha l’obiettivo di promuovere lo scambio su vasta scala di informazioni, nonché la condivisione di esperienze e la creazione di strutture di cooperazione fra le regioni, al fine di rendere più efficacie le politiche e gli strumenti di sviluppo regionale. Le risorse destinate a questa sezione, che sono circa il 6% dei finanziamenti disponibili, sostengono la cooperazione tra gli operatori di tutte le regioni europee, nonché di quelle dei paesi candidati e di altri paesi terzi.
La cooperazione nell’ambito di Interreg III si fonda sui seguenti principi: a) programmazione: le regioni o i territori che intendono cooperare presentano alla Commissione un Programma di Iniziativa Comunitaria (PIC); b) partenariato: l’Iniziativa vede coinvolte le autorità nazionali, regionali e locali e i partner socio-economici con l’intento di promuove forme di sviluppo di tipo ascendente; c) complementarità rispetto ai programmi generali dei Fondi strutturali: la programmazione degli interventi finanziati nell’ambito di Interreg III deve essere complementare rispetto alle altre misure incentivate dai Fondi strutturali; d) integrazione e coordinamento: l’attuazione dell’Iniziativa deve essere coerente e realizzata in coordinamento con gli altri strumenti finanziari interessati.
Il processo di programmazione di Interreg III prevede che la Commissione europea stabilisca gli orientamenti generali, distribuisca le risorse finanziarie tra gli Stati membri e individui le zone ammissibili; che gli Stati membri, le autorità locali e quelle regionali presentino alla Commissione europea le proposte dei Programmi d’Iniziativa comunitaria, con una descrizione della strategia di sviluppo e un piano finanziario indicativo; che la Commissione, dopo un periodo di negoziato, approvi ciascun PIC con una decisione che conferma l’attribuzione di un contributo del Fondo europeo di sviluppo regionale a ogni Programma.
La sorveglianza, l’attuazione, il controllo finanziario e la valutazione degli interventi sono realizzati nel rispetto delle disposizioni del regolamento generale dei Fondi strutturali.
Per il periodo di programmazione dei Fondi strutturali 2007-2013, la Commissione europea propone di definire un nuovo obiettivo destinato a proseguire l’integrazione armoniosa ed equilibrata del territorio dell’Unione, intensificando la cooperazione transfrontaliera, mediante programmi congiunti; la cooperazione transnazionale e quella interregionale. A questo obiettivo, finanziato dal FESR, dovrebbero essere destinati 13,2 miliardi di euro.
Silvia Vaccaro (2009)