P. (Barcellona1936) avvocato ed economista, svolge un ruolo di spicco nella transizione verso la democrazia come segretario generale del governo formatosi dopo le prime elezioni democratiche e nell’apertura della Spagna all’estero come ministro dei Rapporti con la Comunità economica europea (CEE), un incarico che svolge dal 9 settembre 1980 al 28 febbraio 1981, durante l’ultimo governo di Adolfo Suárez.
P. si laurea nel 1958 in diritto all’Università di Madrid. Approfondisce gli studi di economia alla London school of Economics, ottenendo un master in scienze economiche. Inoltre si diploma alla sezione finanziaria dell’École pratique des hautes études di Parigi. Nel 1965 è consulente alla direzione finanziaria della Red española nacional de ferrocarriles (RENFE) in materia di pianificazione e proposte finalizzate al programma di modernizzazione negoziato con la Banca mondiale. Due anni più tardi prende servizio come direttore economico dell’edizione latino-americana del giornale “The Economist” di Londra. Nel 1969 entra al Fondo monetario internazionale (FMI) come economista, partecipando ai negoziati sui crediti tra questa istituzione finanziaria e i paesi dell’area occidentale. Nel 1971 è nominato rappresentante del Fondo monetario internazionale nei Caraibi, con sede ad Haiti. Nel 1973 entra nel Banco hispano-americano come vicedirettore generale per la pianificazione e gli studi economici e finanziari. Nel luglio 1977 è nominato segretario generale del ministero dell’Industria e dell’Energia. Nel 1979 diventa consigliere per l’economia e le finanze della Generalitat de Cataluña, partecipando attivamente alla creazione dello stato delle autonomie.
Nel dicembre del 1979 pubblica il suo primo libro, La salida de la crisis, in cui prospetta diverse soluzioni per rinvigorire l’economia spagnola. P. suggerisce che gli strumenti da impiegare per entrare nel Mercato comune sono gli stessi da adottare per uscire dalla crisi in cui è sprofondata l’economia spagnola. Il principale di questi strumenti è l’ammodernamento delle strutture produttive, soprattutto la conclusione del processo di riforma interna iniziato alcuni anni prima. Poco dopo, nel settembre 1980, P. ottiene il grado di ministro per le relazioni con le Comunità europee, un incarico che conserverà per poco tempo fino alla caduta dell’ultimo governo Suárez, il 26 febbraio 1981.
Secondo lo stesso P., il fatto di aver trascorso all’estero gran parte dei suoi anni di formazione in gioventù, immerso in realtà accademiche e d’informazione rappresentative come la London school of Economics, la BBC e “The Economist”, insieme alla sua esperienza professionale in organismi come il FMI, lo hanno dotato di ampie conoscenze sull’Europa e l’hanno messo in contatto con le grandi correnti economiche e finanziarie mondiali. Queste circostanze gli hanno consentito di affrontare in una prospettiva ampliata i negoziati con le Comunità europee. Il fatto di non provenire, come di consueto, dalle gerarchie degli alti corpi dello Stato ha permesso a P., secondo il diplomatico Nuño de Cárcer, di «[…] affrontare i suoi temi senza trionfalismi politici, né preoccupazioni burocratiche, cioè in modo tranquillo, schietto, cercando di far arrivare all’opinione pubblica spagnola un’informazione il più possibile chiara» (v. Aguirre De Carcer, 1982). Anche la sua gestione a capo della segreteria generale tecnica dell’Industria, dove dà impulso a un cambiamento nella filosofia del ministero, gli fornisce uno strumento molto utile per svolgere le sue funzioni di massimo responsabile dei negoziati della Spagna con la CEE.
Durante i quasi sei mesi a capo dei negoziati con la CEE, P. affronta una situazione difficile in cui le trattative con la Spagna ristagnano in conseguenze del cosiddetto “blocco Giscard”. Il Presidente della Repubblica francese Valéry Giscard d’Estaing, nel giugno 1980, dichiara che è necessario in primo luogo risolvere tutti i problemi derivanti dall’ingresso di Regno Unito, Irlanda e Danimarca prima di continuare con i nuovi negoziati di adesione. La crisi interna della Comunità era scaturita dal contenzioso finanziario con il Regno Unito, che aveva chiesto di rivedere il suo contribuito alla Comunità, obbligando a riformare alcuni aspetti della Politica agricola comune, specialmente in riferimento alle produzioni mediterranee, cosa che coinvolgeva senza dubbio a pieno titolo la Spagna. Il “blocco” significava che la Francia, senza opporsi al principio del futuro ingresso della Spagna e del Portogallo nella CEE, rifiutava però di continuare i negoziati in merito ai capitoli agricoli finché la Comunità non avesse modificato i suoi regolamenti interni in questi settori (v. Bassols, 1995, pp. 237-247).
P., come ministro delle Relazioni con le Comunità europee, si pone due obiettivi fondamentali. Il primo, sul fronte interno, consiste nello spiegare all’opinione pubblica spagnola non solo il cammino dei negoziati, ma anche la necessità dell’apertura della Spagna all’esterno, aderendo senza indugio al Mercato comune. Un compito non sempre facile, a causa dell’opposizione di alcuni settori imprenditoriali restii ad adottare gli strumenti di riforma e raggiustamento necessari per inserire l’economica spagnola nel contesto europeo. Il secondo obiettivo, in ambito comunitario, consiste nel cercare di riattivare il ritmo dei negoziati con la Spagna, che sono stati compromessi dal “blocco Giscard”. Per ottenere lo scopo, P. compie molte visite alle istituzioni europee e nelle capitali dei paesi membri, intrattenendo colloqui con varie personalità influenti in campo comunitario. Fra questi colloqui, P. considera il più fruttuoso quello con il primo ministro francese Raymond Barre, perché ritiene che sia stata la sua opinione a determinare lo sblocco del negoziato sul capitolo agricolo.
Ma l’impegno di P. con l’Europa non si esaurisce in questo breve ma intenso coinvolgimento come massimo responsabile dei negoziati della Spagna con la CEE. Nel 1982 l’ex ministro scrive Sociedad cerrada, sociedad abierta, in cui propone il suo pensiero politico di convinto europeista e liberale, che punta risolutamente sull’inserimento della Spagna nei circuiti dell’economia mondiale; dedica vari capitoli a spiegare il negoziato con Bruxelles e le possibili ripercussioni dell’adesione della Spagna alla CEE (v. Punset, 1982).
L’interesse di P. per il processo di integrazione europea lo porta a diventare membro del Parlamento europeo. Dopo l’ingresso della Spagna nelle Comunità europee, è eletto deputato nel 1987 e nel 1989 nelle liste del Centro democrático y social. In questo periodo si occupa principalmente delle relazioni con i paesi dell’Est: è presidente della Commissione per la Polonia e vicepresidente della Commissione per l’Ungheria. Si distingue non solo come deputato, ma anche come consulente e analista nello studio delle possibilità di riforma nei paesi ex satelliti dell’Unione sovietica, in campi come la materia fiscale o l’organizzazione territoriale. Si può affermare che come eurodeputato P. ha seguito parte del processo di trasformazione economica dei paesi dell’Est, dopo la caduta del Muro di Berlino, per agevolare il loro inserimento nell’Unione europea.
Negli ultimi anni ha abbinato una proficua attività letteraria con una serie di incarichi esecutivi e accademici. Come esperto in materia di impatto delle nuove tecnologie ha svolto diverse funzioni in istituti e imprese e ha collaborato con varie università: docente di innovazione tecnologica nell’Instituto de la Empresa di Madrid, coordinatore del Piano strategico per la Sociedad de la información in Catalogna, docente di politica economica nell’Università Ramón Llull. Di recente ha diretto il programma di divulgazione scientifica Redes en TVE (Televisión Española).
Berendes Heidi Senante (2012)
Bibliografia
Aguirre De Carcer N., Prólogo a Sociedad cerrada, sociedad abierta, Grijalbo,Barcelona 1982.
Bassols R., España en Europa, Política Exterior, Madrid 1995.
Punset E., Sociedad abierta, sociedad cerrada, Grijalbo, Barcelona 1982.