R. (Parigi 1919) tra il 1937 ed il 1940 compie studi di economia e diritto all’università e allo stesso tempo frequenta l’École libre des Sciences politiques. Nel maggio del 1940 entra alla scuola di cavalleria di Saumur e, poche settimane dopo, tra il 18 e il 20 giugno, combatte sulle rive della Loira contro i tedeschi. Nel 1943 torna a Parigi per riprendere gli studi interrotti di diritto pubblico ed economia. In questo periodo studia sotto la direzione dell’economista François Perroux. Dopo la Liberazione entra al ministero dell’Economia nazionale.
Nel 1945, volendo contribuire alla ricostruzione e alla modernizzazione economica della Francia e convinto della necessità di dare un orientamento globale all’economia, R. chiede di poter lavorare nell’amministrazione del Commissariato alla Pianificazione che alla fine di quell’anno Jean Monnet propone al governo presieduto da Charles de Gaulle. Il 3 gennaio 1946 è creato il Commissariat général du Plan de modernisation et d’équipement, posto sotto l’autorità diretta del presidente del governo. Questo organismo gioca nei fatti un ruolo molto importante nell’elaborazione della pianificazione francese. R., presentato al vicecommissario Robert Marjolin, entra come “chargé de mission” nella divisione economica del Commissariato. Alla fine dell’anno Monnet lo chiama a dirigere il suo gabinetto in sostituzione di Félix Gaillard, che si accinge a presentarsi come candidato alle elezioni legislative.
Fino al 1952 il giovane R. accompagna alle riunioni Monnet e ne prepara i discorsi. È il periodo in cui frequenta “Esprit”, la rivista di Emmanuel Mounier, dalla cui filosofia personalista egli è particolarmente influenzato; dal 1945 R. fa parte della redazione. Negli anni del dopoguerra “Esprit”, che pure non ha un orientamento europeista, costituisce uno dei primi ponti intellettuali tra francesi e tedeschi. R., inoltre, milita nel gruppo La Vie nouvelle, movimento non confessionale creato da cattolici con l’obiettivo di fornire una formazione negli ambiti economico-sociale, culturale, politico, frequentato anche da Jacques Delors. Dopo la partenza da Parigi (1953), R. lascia la redazione di “Esprit”, pur mantenendo i contatti con gli intellettuali della rivista, e milita nei gruppi Esprite Vie nouvelle in Lussemburgo e a Bruxelles, dai quali però si distacca ritenendo incompatibile tale impegno con la carica di responsabile dell’informazione europea.
Nell’estate del 1952, quando Monnet si trasferisce in Lussemburgo per presiedere l’Alta autorità della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), egli propone a R. di far parte della sua équipe lussemburghese. In un primo momento R. rifiuta, ma nel gennaio del 1953 raggiunge l’amministrazione dell’Alta autorità, dove è prima chargé de mission, poi direttore di gabinetto del suo presidente. È incaricato di stilare rapporti mensili e rapporti annuali sull’attività dell’Alta autorità, di informare gli altri organismi della CECA e più in generale di curare i rapporti con la stampa, che Monnet ritiene debba essere costantemente informata. L’attività di informazione di R. si specializza progressivamente, sviluppando anche una sezione di informazione sindacale per tenere costantemente al corrente gli ambienti sindacali. R. è, dunque, tra coloro che creano e ampliano il servizio stampa e informazione della CECA. Negli anni della permanenza di Monnet all’Alta autorità R. lavora a stretto contatto con Max Kohnstamm, segretario dell’Autorità.
Dopo le dimissioni di Monnet dall’incarico di presidente dell’Alta autorità della CECA, nel giugno del 1955 R. diventa il capo di gabinetto del suo successore, il francese René Mayer. Dal 1958 R. è a capo del Servizio informazione dell’Alta autorità della CECA, dal 1960 del Servizio informazione comune ai tre Esecutivi delle Comunità europee e, infine, direttore generale dell’Informazione della Commissione europea dopo la fusione dei tre esecutivi. Con l’unificazione del Servizio informazione delle tre Comunità e con la distinzione tra questo e i portavoce degli esecutivi l’azione del Servizio di R. si concentra sulla strategia generale d’informazione, si specializza e si estende agli ambienti agricoli, a quelli universitari, ai giornali per il pubblico femminile e per i giovani.
In quegli anni R. sostiene la necessità di elaborare progressivamente una «politica comunitaria dell’informazione, sia per gli europei stessi sia per far conoscere e, se possibile, apprezzare, la Comunità all’esterno» (v. Rabier, 1966, p. 61). A suo parere l’informazione sull’Europa non si deve limitare alla diffusione di “notizie”, ma implica l’affermazione e la circolazione di valori europeisti e, se possibile, personalisti, e l’uso di simboli per veicolarli. In attesa che i governi degli Stati membri si facciano carico di questa necessità, egli ritiene che le Istituzioni comunitarie debbano sforzarsi di agire come supplenti in vista di due obiettivi: nell’immediato, far conoscere le proprie attività all’interno e all’esterno dei sei paesi membri; sul lungo termine, «risvegliare nei cittadini dei sei paesi un nuovo modo di pensare e agire, una coscienza europea, grazie alla quale i popoli di questi Stati potranno esercitare in modo sempre più efficace le loro responsabilità democratiche» (ivi, p. 62).
Nel 1973 R. è consigliere speciale della Commissione europea con l’incarico degli studi d’opinione pubblica, ruolo che ricopre per tredici anni. R. è da tempo studioso dei problemi di psicologia sociale e conoscitore delle tecniche d’inchiesta americane che ha studiato nell’Università del Michigan, nonché amico di Jean Stoetzel, creatore dell’Institut français d’opinion publique. In risposta alla sollecitazione dell’Assemblea della Comunità, da tempo interessata a conoscere le opinioni dei cittadini europei, nel 1973 R. crea l’“Eurobarometro”, ossia un sistema di monitoraggio dell’evoluzione dell’opinione pubblica tramite sondaggi. La creazione di R. dà continuità a sondaggi già tentati dalle istituzioni europee in precedenza, una prima volta nel 1962 e poi agli inizi degli anni Settanta. Egli collabora strettamente con Stoetzel e con Ronald Inglehart, ricercatore americano specialista della scienza politica quantitativa.
I sondaggi sono svolti ogni sei mesi in ogni paese della Comunità da istituti selezionati tramite gara d’appalto e sono coordinati da un istituto centrale. I risultati sono poi presentati in conferenza stampa dallo stesso R. e messi a disposizione del pubblico (in particolare giornalisti, ricercatori, parlamentari). L’obiettivo dell’Eurobarometro è quello di fornire alle istituzioni comunitarie e nazionali e agli organi di informazione di ogni paese membro della Comunità una panoramica quanto più precisa possibile degli atteggiamenti degli europei nei confronti del processo di integrazione europea e dei suoi diversi aspetti (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). Sul lungo periodo R. ritiene che l’Eurobarometro sia un valido strumento di formazione di un’opinione pubblica europea.
Nel gennaio del 1987 lascia il ruolo di Consigliere speciale della Commissione europea ed è incaricato di una ricerca sugli atteggiamenti e i comportamenti del pubblico nell’ambito del programma “L’Europa contro il cancro”, della quale si occupa per cinque anni.
Dopo la fine della sua carriera professionale, R. consacra il proprio tempo ad attività in alcune organizzazioni non governative; è vicepresidente del gruppo di ricerca sull’integrazione europea dell’Association mondiale de Sciences politiques, è vicepresidente di “De l’Europe à l’Europe. Mythes, symboles”, associazione che si occupa della ricerca sui simboli dell’Europa. È membro del Forum permanente della società civile europea.
Lucia Bonfreschi (2012)
Bibliografia
Rabier J.R., L’information des Européens et l’intégration de l’Europe, Leçons données les 17 et 18 février 1965, Université Libre de Bruxelles, Bruxelles 1966.