Rallis, Georgios
R. (Atene 1918-Corfu 2005) discendeva da una famiglia con un notevole passato politico. Entrambi i nonni, Dimitrios Rallis e Georgios Theotokis e suo zio, Ioannis Theotokis, erano stati primi ministri e il padre, Ioannis Rallis, era stato il terzo primo ministro collaborazionista (1943-1944) della Grecia durante l’occupazione tedesca. Questa sarebbe stata una questione delicata che R., tuttavia, avrebbe sempre affrontato con dignità. Nonostante i loro passati disaccordi, quando il padre fu giudicato traditore dopo la liberazione ne prese le difese. Nel 1946, dopo la morte del padre in prigione, cercò di spiegarne le scelte in uno scritto apologetico che uscì subito dopo. Prestò servizio come soldato dell’esercito greco durante la guerra greco-italiana del 1940-1941 e nuovamente in seguito durante la guerra civile. Durante l’occupazione dell’Asse esercitò la sua professione ad Atene.
La carriera politica di R. ebbe inizio nel 1950 con l’elezione come deputato nel Parlamento greco. Da allora in poi venne eletto regolarmente e fu ministro nei governi postbellici della destra greca. Come ministro della Presidenza del governo di Field-Marshal Papagos (1954-1956), fu il primo a gettare le basi del programma per lo sviluppo del turismo in Grecia. Fu anche ministro dei Trasporti e delle Opere pubbliche (1956-1958), negoziò la creazione della compagnia aerea Olympic airways con Aristotelis Onassis, e fu ministro degli Affari interni (1961-1963) nei governi di Konstantinos Karamanlis. In qualità di ministro dell’Ordine pubblico nel governo di Panagiotis Kanellopoulos (1967), cercò invano di mobilitare l’esercito contro il colpo di Stato dei colonnelli.
Durante la dittatura (1967-1974) fu posto agli arresti domiciliari e in seguito arrestato e deportato. Quando venne liberato continuò a esprimere apertamente la sua opposizione al regime, soprattutto come direttore della rivista “Politika Themata”.
Alla caduta della dittatura divenne ministro nei governi di Konstantinos Karamanlis. Tra il 1974 e il 1980 assunse le cariche di ministro della Presidenza del Consiglio (1974-1976), poi dell’Istruzione (1976-1977), del Coordinamento (1977-1978) e degli Affari esteri (1978-1980). Come ministro dell’Istruzione, sovrintese alla riforma con cui si raggiunse un obiettivo di lunga portata: la lingua ufficiale delle scuole e dell’amministrazione sarebbe stata da quel momento in poi il demotiki, il greco parlato, e non più il formale e antiquato katharevousa. Come ministro degli Affari esteri si impegnò a favore del grande progetto europeo di Karamanlis e negoziò efficacemente le condizioni di adesione alla Comunità economica europea (CEE) della Grecia. R. credeva fermamente nella necessità da parte della Grecia di partecipare al processo d’integrazione europea, come mezzo anche per consolidare la democrazia nel paese (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). Quando Karamanlis si ritirò, gli succedette come leader del partito Nea Dimokratia nonché come primo ministro fino al 1981. Durante il suo mandato, la Grecia riaffrontò le questioni militari dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), dalla quale il paese si era ritirato dopo l’invasione militare turca di Cipro nel 1974 e la divisione dell’isola.
Dopo la schiacciante vittoria dei socialisti di Andreas Papandreu alle elezioni del 1981, R. perse la leadership del partito. Fu soprattutto durante la leadership di Konstantinos Mitsotakis (1984-1993), politico liberale di centro, che R., proveniente dalla destra tradizionale e stretto collaboratore di Karamanlis, si ritrovò emarginato. Tuttavia, in caso di profonde divergenze, non si rese mai disponibile al compromesso. Già in passato, tra il 1958 e il 1961, non prese parte all’attività politica a causa di un dissenso con Karamanlis. Sospese inoltre temporaneamente la sua partecipazione alla direzione del partito per un breve periodo nel 1989. Nel 1993 si dimise dalla carica di deputato per un forte disaccordo sulla gestione, a suo avviso irresponsabile, delle relazioni bilaterali della Grecia con l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia. Da allora in poi abbandonò l’attività politica.
Sofia Papastamkou (2012)