Ruiz-Giménez Cortés, Joaquín
R.-G. (Hoyo de Manzanares 1913-Madrid 2009) proviene da una famiglia borghese di solide tradizioni cattoliche. Laureatosi alla Facoltà di Diritto dell’Università di Madrid nel 1934, inizia a frequentare i corsi di Lettere e filosofia, senza giungere tuttavia alla laurea a causa del precipitare degli eventi. Militante dell’Azione cattolica, dopo aver conosciuto le carceri repubblicane, prende parte alla guerra civile dalla parte dei militari ribelli come ufficiale delle trasmissioni. Legato ad Ángel Herrera, il principale mentore del cattolicesimo politico spagnolo, nel 1939 è nominato presidente di Pax romana, l’organizzazione internazionale degli studenti cattolici fondata a Friburgo nel 1921, carica che avrebbe mantenuto fino al 1946. Discussa la tesi di dottorato nel 1940, due anni più tardi diventa ordinario di Filosofia del diritto presso l’Università di Siviglia. Dal 1946 al 1948 dirige l’Instituto de Cultura hispánica. Dal 1948 al 1951 è ambasciatore presso la Santa Sede. Dal 1951 è Ministro dell’Educación nacional, in rappresentanza della componente cattolica che fa capo ad Alberto Martín Artajo, dicastero che abbandona il 16 febbraio 1956 in seguito ai moti studenteschi, che è incolpato di avere in vario modo assecondato, avendo dato impulso a una cauta liberalizzazione ed essendosi scontrato con la politica di espansione accademica dell’Opus Dei. Lo stesso anno passa a insegnare all’Università di Salamanca. Negli anni Cinquanta R.-G. è inoltre uno dei più autorevoli membri del Centro europeo de Documentación e información (CEDI), un’organizzazione europeista di stampo cattolico e conservatore fondata nel 1952 da Alfredo Sánchez Bella.
Risale a proprio a quel periodo l’avvio dell’allontanamento dal regime di R.-G., che lo avrebbe portato nelle file dell’opposizione moderata di segno democratico-cristiano: non sono estranei a tale scelta i suoi sentimenti europeisti sopra accennati. Dal 1960 passa a insegnare all’Università di Madrid. Nominato nel 1962 da papa Giovanni XXIII, partecipa ai lavori delle Commissioni del Concilio vaticano II come esperto in questioni sociali, giuridiche e politiche, mentre Paolo VI lo nomina membro del Consiglio dei Laici della Santa Sede (1967-1972). Nel frattempo fonda nel 1963 i “Cuadernos para el Diálogo”, rivista che avrebbe diretto fino al 1966, una delle più significative pubblicazioni critiche del regime sul piano interno, le cui pagine sono aperte a un ampio ventaglio di posizioni ideologiche e politiche. L’enciclica Pacem in terris (1963) di Giovanni XXIII esercita una notevole influenza su R.-G., che lo stesso anno ne pubblica un’edizione commentata, interpretando la lettera papale come un documento non solo contro la guerra, ma anche in favore della libertà. Nel 1965 R.-G. rinuncia quindi alla carica di procuratore alle Cortes, alla quale era stato designato personalmente dal Caudillo. Nel 1966 è nominato presidente mondiale di Pax romana. Nel 1967 viene eletto vicepresidente della Asociación española de cooperación europea (AECE), una delle principali organizzazioni europeiste del paese, nonché luogo privilegiato di confronto tra i diversi segmenti dell’opposizione al regime. Tale nomina risultava del tutto coerente con le posizioni europeiste assunte negli anni precedenti, a partire dai Cuadernos para el Diálogo, che da un lato informavano sugli avvenimenti comunitari, dall’altro non risparmiavano critiche a Franco, poiché la mancanza di democrazia nel paese rappresentava indubbiamente il principale ostacolo all’auspicato ingresso della Spagna nella Comunità economica europea (CEE). Nel 1969, dopo la morte di Manuel Giménez Fernández, R.-G. è chiamato alla guida della corrente Izquierda democrática cristiana, incarico che accetta facendo però togliere il riferimento religioso nella denominazione.
Dal 1974 al 1977 presiede Izquierda democrática, una forza politica d’orientamento democratico-cristiano che fallisce l’appuntamento con le prime elezioni democratiche del 15 giugno 1977, dove si presenta all’interno di un cartello insieme ad altri gruppi di simile orientamento (Grupo de Democracia cristiana): in quell’occasione, infatti, i cattolici moderati e conservatori optarono per la Unión de Centro democrático di Adolfo Suárez e per l’Alianza popular di Manuel Fraga Iribarne, mentre i cattolici progressisti non ebbero timore a sostenere il Partido socialista obrero español di Felipe González. Come presidente della Commissione nazionale spagnola di Justicia y paz (1971-1975) R.-G. promuove con altri, nel biennio 1972-1973, una raccolta di firme per un’amnistia che segni l’avvio della riconciliazione nazionale, facendo fatica a convincere molti vescovi, favorevoli a un meno compromettente indulto. Vicepresidente dell’Instituto internacional de derechos humanos, R.-G. ricoprirà inoltre la carica di Defensor del pueblo (1982-1987), di presidente del Comité español de Unicef (1988-2001) e di vicepresidente della Comisión española de ayuda al refugiado. R.-G. riceverà vari riconoscimenti, tra cui le lauree honoris causa dell’Università Carlo III di Madrid (1997) e dell’Università di Jaén (2001), oltre al Premio Pelayo, assegnato ai giuristi di chiara fama (2008).
Alfonso Botti (2012)