Saryusz-Wolski, Jacek
Membro polacco del Parlamento europeo ed ex plenipotenziario per l’integrazione europea (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della), S.-W. (Lodz 1948) studia economia internazionale all’Università di Lodz (1966-1971) e, dopo la laurea, intraprende gli studi presso il Centro europeo di Nancy. Dapprima assistente all’Università di Lodz, fa presto carriera e diventa professore associato, ottenendo un insegnamento di integrazione europea e fondando il Centro di studi europei. Si vede ripetutamente negare un passaporto durante gli anni Settanta e Ottanta, e soltanto nel 1989 gli è consentito di accettare l’invito a trascorrere un anno presso l’Istituto universitario europeo di Firenze. Durante gli anni Ottanta mantiene legami con Solidarność.
Nel 1991 S.-W. viene invitato a collaborare nel governo di Jan Krzysztof Bielecki per avviare e gestire il ministero per l’integrazione della Polonia. È pertanto nominato plenipotenziario per l’integrazione europea e in tale veste si trova al centro degli sforzi del governo per raggiungere questo obiettivo. Nonostante i frequenti cambi di governo e di maggioranze parlamentari di quel periodo, S.-W. rimane in carica fino al 1996, e durante tale periodo negozia gli Accordi europei polacchi, mirati a spianare la strada all’Adesione finale. Nel 1993 partecipa al summit di Copenaghen in cui l’Unione europea (UE) stabilisce le condizioni per l’integrazione dei candidati con i Criteri di adesione o “criteri di Copenaghen”; nel 1994 supervisiona la candidatura polacca all’UE e partecipa alla preparazione dei negoziati di adesione. S.-W. è perciò coinvolto fin dall’inizio in negoziati sia con la burocrazia e i leader europei sia con il labirintico governo polacco. Tale esperienza gli fornisce la reputazione di esperto di integrazione polacca nell’Unione europea.
Definito “Mr Europa” dalla stampa polacca, dopo aver lasciato il governo nel 1996 S.-W. è nominato vicerettore del Collegio d’Europa a Natolin. Nel 1999 diventa il principale consigliere del primo ministro sulle questioni relative all’integrazione europea.
Ritorna al governo nel 2001, quando il primo ministro lo reputa l’uomo giusto per sbloccare la trasposizione dell’Acquis comunitario che ostacola le trattative con la Comunità europea. Viene quindi nominato segretario del Comitato per l’integrazione europea (Komitet integracji Europejskiej, KIE) e direttore dell’Ufficio del Comitato per l’integrazione europea (Urzad komitetu integracji europejskiej, UKIE). La posizione di stallo del governo sull’integrazione europea ha lasciato l’UKIE senza leadership per 16 mesi, e la nomina di S.-W. all’inizio del 2000 è frutto di una significativa mobilitazione dell’élite in risposta alla pubblicazione di un parere sfavorevole della Commissione europea. Nel febbraio 2000 un intenso dibattito in Parlamento aveva creato il consenso sulla necessità di armonizzare la legislazione polacca con gli standard dell’Unione europea (v. Radio Free Europe/Radio Liberty – RFE/RL, 2001).
Nel ruolo di direttore dell’UKIE S.-W. si dimostra un valido riformatore dell’amministrazione. Dà al fondamentale processo di trasposizione legislativa un significativo impulso trasferendo la responsabilità del suo coordinamento dalla Cancelleria del primo ministro al KIE/UKIE. Nel maggio 2000 il KIE approva una risoluzione formale contenente una lista dettagliata delle leggi da trasporre con precise scadenze. Il segretario del KIE è formalmente incaricato di monitorare i progressi del processo di trasposizione. Cosa ancora più significativa, due mesi dopo viene approvata un’altra risoluzione per trasformare il KIE in un comitato preposto all’elaborazione della legislazione relativa all’UE (v. Zubek, 2001). Tuttavia, l’efficienza amministrativa di S.-W. ha ripercussioni negative sulle relazioni tra l’UKIE e il gruppo di negoziatori europei presso la Cancelleria del primo ministro. Malgrado la separazione tra il processo di Armonizzazione legislativa e i negoziati, S.-W. cerca spesso di scavalcare l’autorità del responsabile dei negoziati, Jan Kulakowski e del primo ministro, rilasciando dichiarazioni senza previa consultazione (v. RFE/RL, 2001). Questa tendenza a rilasciare dichiarazioni per conto del governo sui negoziati europei rischia di far perdere l’incarico a S.-W. allorché egli, nel maggio 2001, senza consultare il primo ministro, dichiara che la Polonia sarebbe stata in ritardo di un anno rispetto alla data del gennaio 2003 per l’adesione all’UE posta come obiettivo da Varsavia (v. RFE/RL, 2001).
Al summit di Nizza del dicembre 2000 S.-W. svolge un ruolo importante come negoziatore, specialmente in relazione alla trattativa sulla riponderazione dei voti nel Consiglio dei ministri (v. anche Ponderazione dei voti nel Consiglio). Si ritiene che egli abbia contribuito alla strategia negoziale conclusasi con una formula che concede alla Polonia gli stessi voti della Spagna nel Consiglio dei ministri. Il risultato del summit dell’UE di Nizza viene definito “straordinariamente favorevole” per la Polonia (v. RFE/RL, 2000). Con l’accordo finale stipulato l’11 dicembre, la Polonia ottiene 27 voti come la Spagna. I quattro paesi europei più grandi, Germania, Regno Unito, Francia e Italia, hanno 29 voti ciascuno.
Il 13 giugno 2004 S.-W. viene eletto deputato al Parlamento europeo con la Piattaforma civica nella lista di Lodz, con 66.589 voti, equivalenti al 24% dei voti della sua regione. Da allora è divenuto membro di quel partito. Il 20 luglio 2004 viene scelto come uno dei vicepresidenti del Parlamento europeo e capo della delegazione polacca, forte di 19 membri, del Partito popolare europeo-Democratici europei (PPE-DE).
Come membro del Parlamento europeo, S.-W. è stato uno dei più aperti critici dell’attuale piano d’azione dell’UE per l’Ucraina nel quadro della Politica di vicinato. Parlando a nome del Partito popolare europeo, S.-W. ha affermato che il piano d’azione negoziato dall’UE con il precedente primo ministro ucraino Viktor Yanukovych, era “sorpassato” e che era necessaria una nuova strategia. «Dobbiamo offrire all’Ucraina la possibilità di aderire all’UE, in modo da incoraggiarla a mantenere lo slancio delle riforme [politiche ed economiche]. [Ciò] è nel nostro massimo interesse, nonché nell’interesse della democrazia di tutta l’Europa orientale», ha affermato S.-W. al riguardo. Poiché «la tempestività è essenziale» per l’Ucraina, S.-W. esprimeva l’auspicio che l’UE iniziasse il prima possibile a negoziare un accordo di Associazione (v. RFE/RL, 2005).
Madalena Pontes–Resende (2005)