Le riunioni ministeriali di tipo “Gymnich” o il “metodo Gymnich” sono incontri informali fra i ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Unione europea (fino all’entrata in vigore del Trattato di Maastricht della Comunità economica europea) che si svolgono due volte all’anno nel paese che detiene la presidenza del Consiglio dei ministri.
La prima riunione di questo tipo si svolse nel castello di Gymnich, situato nelle vicinanze di Bonn, dal 20 al 21 aprile 1974, durante il semestre di presidenza tedesca del Consiglio (v. anche Presidenza dell’Unione europea), allo scopo di preparare un vertice dei capi di Stato e di governo (v. Vertici) dei nove paesi membri delle Comunità europee che avrebbe dovuto aver luogo a Bonn nel giugno dello stesso anno.
Il castello di Gymnich fu fatto costruire da Heinrich I von Gymnich – capostipite della famiglia – nel 1354; divenuto di proprietà del Governo tedesco, dal 1971 al 1990 venne utilizzato come sede di incontri e fu poi ceduto alla famiglia di musicisti Kelly nel 1998.
I capi di Stato e di governo dei Nove si erano lasciati a Copenaghen il 15 dicembre 1973 con la decisione di mettere rapidamente a punto i primi elementi di una politica comune dell’energia e di istituire il Fondo europeo di sviluppo regionale prima del 1° gennaio 1974. Nei giorni che seguirono il vertice, il Consiglio delle Comunità non riuscì a dare seguito a queste direttive politiche, creando uno stato di tensione nelle Comunità.
Le tensioni aumentarono all’inizio del 1974 con l’uscita del franco francese dal “Serpente monetario” (21 gennaio), con la richiesta del Partito laburista britannico di “rinegoziare” l’adesione del Regno Unito alle Comunità (8 febbraio), con l’incapacità del Consiglio di decidere il passaggio alla seconda tappa dell’Unione economica e monetaria prevista dal Rapporto Werner e con i contrasti legati alle relazioni Europa-USA.
Alle tensioni fra i paesi membri si aggiunse l’urgenza di stabilire una comune strategia verso i paesi arabi, e più in generale verso il Medio Oriente, in vista dell’apertura del Dialogo euro-arabo il 31 luglio 1974 e la necessità di creare un ponte fra le riunioni informali dei capi di Stato e di governo e le riunioni formali dei ministri degli Affari esteri nell’ambito del Consiglio delle Comunità europee. Questa necessità era legata all’impegno preso a Copenaghen di dare il via alla prassi di “regolarizzazione” le riunioni al vertice, prassi immaginata dal Presidente della Repubblica francese, Georges Pompidou.
Il semestre gestito dalla Germania, dal gennaio al giugno 1974, fu uno dei più infausti dalla fine del periodo transitorio (1969), in quanto alle tensioni sopra ricordate si sovrapposero la drammatica sostituzione di Willy Brandt con Helmut Schmidt alla cancelleria tedesca, la morte di Georges Pompidou agli inizi di aprile e l’elezione di Valéry Giscard d’Estaing alla presidenza della Repubblica francese a metà maggio 1974.
Il Vertice di Bonn del successivo giugno non ebbe dunque luogo, ma la successiva presidenza francese, dal 1° luglio 1974, fu caratterizzata da una controffensiva sui problemi europei e in particolare dall’organizzazione di un nuovo Vertice a Parigi nel dicembre dello stesso anno per dare vita al Consiglio europeo.
La convocazione del nuovo, settimo e ultimo, Vertice informale fra capi di Stato e di governo fu considerato un importante elemento per mantenere e rendere periodiche le riunioni informali dei ministri degli Affari esteri secondo la formula sperimentata a Gymnich.
Il mantenimento e la regolarizzazione delle riunioni “tipo Gymnich” apparve del resto utile nel quadro dello sviluppo della Cooperazione politica europea sulla base delle decisioni prese a Londra (1970), nell’ambito del primo Rapporto Davignon, e poi a Parigi (1972), con il mandato per la redazione di un secondo Rapporto Davignon.
A partire da quel momento e con scadenza biennale, i responsabili governativi delle diplomazie dei paesi membri delle Comunità europee e, dall’entrata in vigore del Trattato di Maastricht, dell’Unione europea, si incontrano durante un week-end per discutere in modo informale e confidenziale dei principali temi all’ordine del giorno ed in vista della successiva riunione del Consiglio europeo.
Il “metodo Gymnich” – inizialmente consacrato a riunioni dei soli ministri (accompagnati da un solo collaboratore), destinate a concludersi senza decisioni o conclusioni della presidenza – si è progressivamente ampliato ad altri settori di competenza del Consiglio, e ogni presidenza del Consiglio convoca, durante il proprio periodo semestrale, numerose riunioni informali di ministri per settore anche se il termine “Gymnich” viene attribuito alle sole riunioni informali dei ministri degli Affari esteri.
La vecchia regola della mancanza di decisioni si è progressivamente erosa nel tempo lasciando il campo a decisioni informali – soprattutto su questioni relative alle relazioni esterne e alla cooperazione nel settore della politica estera – poi formalizzate nella successiva sessione del Consiglio.
Questo duplice sviluppo – più riunioni e più decisioni informali – è stato accolto con preoccupazione dalle diplomazie nazionali e in particolare dal Comitato dei rappresentanti permanenti (COREPER), per il timore di perdere potere all’interno delle Istituzioni comunitarie e vedere erosi i diritti attribuiti al COREPER dall’articolo 151 del Trattato (preparare le riunioni e le decisioni del Consiglio). Più in generale, l’ampliamento del numero delle riunioni informali di ministri ha suscitato la preoccupazione di mettere in pericolo la consistenza del metodo comunitario.
Le diplomazie nazionali e in particolare il COREPER hanno visto progressivamente riconosciuta una parte delle loro prerogative poiché un numero maggiore di collaboratori ministeriali partecipa ora alle riunioni informali dei ministri degli Affari esteri.
Pier Virgilio Dastoli (2008)