Shore, Peter
S.(Liverpool 1924-Londra 2003), proveniente da una famiglia medio-borghese, vinse una borsa di studio al King’s College di Cambridge. Dopo essersi laureato e aver prestato servizio nella RAF durante la guerra, iniziò a lavorare per il Partito laburista, al quale aderì nel 1948. Divenne un ricercatore del partito e ne diresse il Dipartimento ricerche dal 1959 al 1964. Dal 1964 al 1979 fu membro del parlamento per Stepney. Assunse vari incarichi nei governi laburisti dal 1966 al 1969 e dal 1974 al 1979, ma fu come portavoce dell’opposizione sulle questioni europee dal 1970 al 1974 e come segretario di Stato per il Commercio nel governo di Harold Wilson dal 1974 al 1976 che apportò il suo maggiore contributo al progetto europeo.
Fu un contributo negativo. S. fu sempre un oppositore dell’adesione britannica alla Comunità economica europea (CEE) e in quanto tale aveva esercitato la sua influenza dietro le quinte prima ancora di diventare membro del parlamento. Fu S. a preparare nel 1962 il noto discorso di Gaitskel alla Conferenza annuale del Partito laburista (v. Healey, 1989, p. 211), nel quale si fece riferimento alla “fine di un millennio di storia” qualora il Regno Unito avesse aderito alle Comunità. Pur essendo un intellettuale e un influente pensatore, S. era essenzialmente un dogmatico. La sua visione riguardo al Regno Unito nell’Unione europea (UE) è riassunta in queste sue parole: «Per il Regno Unito e il suo popolo [uno Stato europeo] non è soltanto indesiderato: è profondamente ripugnante e offensivo. Non lo vogliamo. Non ne abbiamo bisogno» (v. Shore, 2000, p. 238).
Tuttavia, nessun leader laburista da Hugh Gaitskell in poi condivise le opinioni di S. Con suo grande stupore, egli scoprì che verso la fine degli anni Sessanta, Wilson, successore di Gaitskell, aveva modificato la sua posizione in merito al Mercato comune da contraria a favorevole. Supponendo, a torto, come dimostrarono i fatti, che tale conversione fosse incerta e opportunistica, S. continuò a opporsi all’adesione britannica in qualità di portavoce dell’opposizione sulle questioni europee durante il governo di Edward Heath (1970-1974). Nel 1972 condusse per l’opposizione il dibattito sul disegno di legge per l’ingresso nelle Comunità europee, ancora ignaro che nell’ultimo anno di governo laburista, era stata istituita una sottocommissione per preparare una nuova candidatura britannica. (v. Shore, 2000, pp. 70-73).
S. rimase, quindi, sorpreso e deluso dalla posizione assunta da Wilson riguardo all’adesione quando il Partito laburista si insediò al governo nel 1974, ritenendo, a ragione, che l’impegno contenuto nel manifesto pre elettorale di intraprendere una “fondamentale rinegoziazione” delle condizioni fosse privo di valore. Tra il 1974 e il 1976, in quanto segretario al Commercio, accompagnò a Bruxelles per i negoziati sulla rinegoziazione il ministro degli Affari Esteri James Callaghan, il quale però incluse nella delegazione britannica anche Roy Hattersley per “controbilanciare S. (v. Callaghan, 1987, p. 303). S. si batté contro il “sì” al referendum britannico sulla permanenza dell’isola nelle Comunità, perdendo così influenza quando il risultato dimostrò che i due terzi degli elettori erano a favore. Tuttavia, la sua credibilità tornò a crescere grazie alla sua opposizione alla CE durante il periodo di antieuropeismo dei laburisti tra gli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta, sebbene non sufficientemente per conquistare la leadership del partito. Concorse a tale carica due volte, ma fu pesantemente sconfitto in entrambe le occasioni: la prima da Michael Foot e poi da Neil Kinnock, il leader che più di tutti spinse il Partito laburista ad assumere una posizione più positiva riguardo all’UE. S. non riuscì nel suo intento di usare il Partito laburista come mezzo per far uscire il Regno Unito dall’UE, nonostante avesse trascorso la maggior parte della sua vita politica a condurre campagne per raggiungere questo obiettivo.
Janet Mather (2012)