S. (Pinoso, Alicante 1942) frequentò la Universidad Complutense di Madrid, dove si laureò in scienze politiche e in legge; inoltre si diplomò in economia europea alla Libre Université di Bruxelles.
Nel 1968 vinse il concorso di funzionario del ministero del Commercio estero e nel 1973 divenne consigliere commerciale della missione diplomatica di Spagna presso le Comunità europee. Questo fu il primo dei numerosi incarichi svolti da S. durante il lungo cammino percorso dalla Spagna per giungere all’integrazione economica e politica in Europa (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della).
La Spagna aveva sollecitato per la prima volta, nel febbraio 1962, l’Adesione alla Comunità economica europea. Sebbene per il regime di Franco fosse molto importante non restare escluso dai progetti di cooperazione economica, l’obiettivo dell’integrazione fu frustrato da ragioni essenzialmente politiche. Il decreto Birkelbach stabiliva che nessuno Stato non democratico avrebbe potuto far parte della Comunità. Quindi il regime franchista negoziò in sostituzione un accordo preferenziale, eminentemente economico, che fu firmato nel 1970.
L’ingresso nella Comunità economica europea (CEE) di Regno Unito, Irlanda e Danimarca nel 1973 rese necessario rinegoziare l’accordo. S. partecipò alle trattative come consigliere commerciale. La firma del nuovo accordo fu incontrò problemi di ogni sorta, tra cui la forte repressione che la Spagna subì negli ultimi anni del regime di Franco e che ebbe la sua massima espressione nella fucilazione di cinque attivisti nel settembre 1975. Questa situazione provocò il ritiro della quasi totalità degli ambasciatori dei paesi europei presenti a Madrid. Era evidente che solo con l’instaurazione di un regime democratico la Spagna avrebbe potuto prendere parte attiva agli affari europei.
Nel giugno 1977 si tennero in Spagna le prime elezioni democratiche, dalle quali uscì vittoriosa la Unión de centro democrático (UCD). Una delle prime decisioni del nuovo governo spagnolo fu la presentazione della domanda di ingresso della Spagna nell’Europa “dei Nove”, tramite il ministro degli Affari esteri Marcelino Oreja. La Grecia aveva presentato domanda nel giugno 1975 e il Portogallo nel marzo 1977. L’importanza dei negoziati richiese un organo indipendente del ministero degli Affari esteri, per cui nel febbraio 1978 fu creato il ministero per le relazioni con la CEE, di cui fu titolare Leopoldo Calvo Sotelo. Nel nuovo ministero S. ebbe l’incarico di consigliere particolare del ministro.
Dopo l’approvazione mediante referendum della Costituzione spagnola, nel dicembre 1978, si tennero le seconde elezioni generali democratiche nel marzo 1979. La vittoria toccò nuovamente all’UCD di Adolfo Suárez. Questi procedette a un rimpasto dei ministeri e S., fra il 1979 e il 1985, ricoprì il ruolo di direttore generale della politica commerciale nel ministero dell’Economia e del commercio, il cui titolare era Jaime García Añoveros.
Dopo la vittoria del Partido socialista obrero español (PSOE) nell’ottobre 1982, S. collaborò con il nuovo governo socialista. Fra il 1982 e il 1985 fu segretario generale tecnico del ministero dell’Economia e delle finanze sotto il ministro Miguel Salvador Boyer.
S. fece anche parte del gruppo di lavoro che negoziò l’adesione della Spagna alle Comunità europee nella sua ultima fase portata a termine dal governo socialista. La situazione dei negoziati tra Spagna e Comunità europea con i precedenti governi spagnoli, appartenenti alla Unión de centro democrático, era positiva, sebbene si procedesse con grande lentezza: secondo i partecipanti ciò era dovuto, in grande misura, alla posizione piuttosto reticente di alcuni paesi nel corso dell’intero negoziato. In ogni caso, fra il 1977 e il 1982 erano stati conclusi sei capitoli del Trattato di adesione (v. anche Trattati). Tuttavia mancavano ancora i più controversi, come quelli riguardanti la pesca, l’agricoltura e l’industria.
Questi importanti progressi nei negoziati fra la Spagna e la Comunità europea ebbero luogo nella fase finale di questo periodo e furono provocati, in larga misura, dal cambiamento sostanziale che rappresentò nelle posizioni europee il tentativo di colpo di Stato in Spagna il 23 febbraio 1981. La maggior parte dei paesi membri acquistò consapevolezza del pericolo latente di un’involuzione in Spagna e decise di contribuire ad agevolare la stabilizzazione della giovane democrazia spagnola accelerando il suo ingresso nella Comunità europea.
Con l’ascesa al potere dei socialisti spagnoli, nell’ottobre del 1982, la situazione migliorò tangibilmente. La Francia, governata anch’essa dai socialisti, rese più flessibili le sue posizioni e portò avanti il negoziato con maggior tolleranza e disponibilità, a parte alcuni alti e bassi causati da questioni sulle quali gli interessi dei due paesi erano apertamente conflittuali, come ad esempio viticoltura e pesca.
Nel 1985 S. ebbe l’incarico di segretario di Stato delle relazioni con la Comunità europea. Questo anno sarebbe stato determinante per l’integrazione spagnola. Il 30 marzo si tenne il Vertice di Bruxelles (v. Vertici) in cui furono definite in modo conclusivo, dal punto di vista sia politico che economico, le condizioni per l’adesione della Spagna alla Comunità. Mancava solo l’accordo tra Spagna e Portogallo per ottenere un regime transitorio speciale e la stesura degli strumenti di adesione, questioni che furono risolte nell’estate dello stesso anno. I due paesi entrarono a far parte dell’Europa dei Dodici dal 1° gennaio 1986.
L’integrazione nella Comunità europea rappresentò un successo politico importante. Ma in un primo momento sul piano economico, sebbene a medio e lungo termine i benefici fossero innegabili, essa provocò scompiglio nell’economia spagnola. Il risvolto più grave di questa situazione fu la crescita della disoccupazione. La politica economica avviata dal governo socialista, che non si differenziava da quella dominante nel resto dei paesi occidentali, portò allo scontro con i sindacati.
Nel 1988 le organizzazioni operaie spagnole più rappresentative, Unión general de trabajadores (UGT) e Comisiones obreras (CCOO), rivendicarono una svolta sociale consistente al fine di incrementare l’occupazione, una migliore distribuzione del reddito e un incremento dei servizi sociali. Il 14 dicembre 1988 si svolse lo sciopero generale più importante organizzato in Spagna durante il nuovo periodo democratico.
L’anno seguente S. fu nominato presidente del Consiglio del Mercato comune durante la prima presidenza spagnola della Comunità europea (v. anche Presidenza dell’Unione europea). Nell’ottobre dello stesso anno il governo socialista decise di indire nuove elezioni generali, dalle quali uscì un’altra volta vittorioso. Sotto la forte pressione sociale il nuovo governo impresse una notevole svolta alla politica economica. Si verificò un importante incremento nella spesa sociale rivolto soprattutto alla sanità, all’istruzione e all’occupazione.
Nel 1991 Felipe Màrquez González mise mano a un rimpasto del suo gabinetto. S. divenne ministro dell’Agricoltura, della pesca e dell’alimentazione, incarico che mantenne fino al 1993. Nello stesso anno fu nominato ministro dell’Economia e delle finanze, ruolo che svolse fino al 1996, quando il Partido popular (PP) vinse le elezioni generali spagnole.
Durante il periodo in cui fu ministro dell’Economia S. cercò di mettere ordine nella malconcia economia spagnola realizzando un programma realistico basato sull’attuazione del programma di convergenza. Il programma dava la priorità a una crescita equilibrata e si poneva come obiettivo fondamentale di realizzare per il 1996 i criteri di Maastricht richiesti per entrare nel novero dei paesi partecipanti alla moneta unica europea. I risultati della sua politica economica produssero rapidamente risultati positivi nel paese, che mantenne un ritmo ininterrotto di crescita fino al 1996. Sebbene la Spagna, a questa data, non avesse ancora ottemperato ai criteri di convergenza, aveva fondate speranze di ritenere che, una volta giunto questo momento, sarebbe stata fra i più importanti paesi europei – e così avvenne.
Nel 1995, durante la presidenza spagnola dell’Unione europea, S. assunse l’incarico di presidente del Consiglio Ecofin. Nel 1996 partecipò alle elezioni generali nelle liste del PSOE e fu eletto deputato. Nello stesso anno fu presidente della Commissione mista del Parlamento spagnolo sull’Unione europea. Nel settembre 1999 fu eletto membro della Commissione europea per gli Affari economici e monetari; da questa posizione difese a oltranza il mantenimento del “deficit zero” nelle economie dei paesi comunitari.
Dopo la vittoria socialista nelle elezioni generali del 2004 José Luis Rodríguez Zapatero, nuovo presidente del governo spagnolo, nominava nuovamente S. ministro dell’Economia e delle finanze e secondo vicepresidente del governo. Nelle sue prime dichiarazioni, dopo aver assunto l’incarico, S. difendeva il Patto di stabilità dell’Unione europea. Stabilità finanziaria che, secondo il nuovo ministro, comportava il raggiungimento dell’equilibrio finanziario lungo il ciclo economico e il cui obiettivo consisteva nell’avvicinare allo zero i deficit strutturali.
Angel Herrerin López (2008)