Il Consiglio delle Federazioni industriali europee (CIFE), nato ufficialmente il 22 febbraio 1950 (ma già dal maggio 1949 erano stati stabiliti contatti informali), fu la prima organizzazione ombrello degli interessi industriali creata in Europa nel secondo dopoguerra. Nell’ambito dell’Organizzazione europea per la cooperazione economica (OECE) esso riuniva 25 federazioni industriali di 17 paesi diversi. Con la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), le federazioni industriali dei paesi coinvolti diedero vita, nel 1952, all’Unione degli industriali dei sei membri nella forma di un’articolazione subregionale del CIFE. Nel marzo 1958, dopo l’entrata in vigore dei Trattati di Roma, nacque l’Unione delle industrie della Comunità europea (UNICE) che all’epoca riuniva le otto maggiori federazioni padronali presenti nei sei paesi membri della Comunità economica europea (CEE), più la Federazione industriale greca come membro associato. Nel 2003 l’UNICE contava 35 membri, più quattro con status di osservatori, di 28 paesi diversi.
Dal punto di vista organizzativo l’UNICE ha ereditato lo schema strutturale del CIFE. L’organo gerarchicamente più elevato è il Consiglio dei presidenti, composto dai presidenti delle federazioni affiliate, che si riunisce due volte l’anno (fino al 1973 ogni due mesi), cui spetta la definizione delle linee di azione generali dell’organizzazione e l’elezione del presidente e dei vicepresidenti, in carica per due anni rinnovabili una volta.
Presidenti dell’UNICE 1958-2003
Léon Bekaert (Belgio) | 1958-1961 | Guido Carli (Italia) | 1981-1983 |
Georges Villiers (Francia) | 1961-1962 | Ray Pennock (Regno Unito) | 1984-1986 |
H.J de Koster (Paesi Bassi) | 1962-1967 | Karl-Gustav Ratjen (Germania Federale) | 1986-1990 |
Fritz Berg (Germania Federale) | 1967-1971 | Carlos Ferrer (Spagna) | 1990-1994 |
Paul Huvelin (Francia) | 1971-1975 | François Perigot (Francia) | 1994-1998 |
Pol Provost (Belgio) | 1975-1980 | Georges Jacobs (Belgio) | 1998-2003 |
Fonte: www.unice.org.
Il Comitato esecutivo, creato nel 1973 dopo l’ingresso della Federazione britannica e composto dai direttori generali delle Federazioni affiliate, si riunisce quattro volte l’anno ed è responsabile della gestione generale dell’organizzazione.
Il Comitato dei delegati permanenti, che nell’ambito UNICE svolge grosso modo la stessa funzione del Comitato dei rappresentanti permanenti (COREPER) in ambito comunitario, si riunisce una o due volte al mese ed è composto da rappresentanti delle federazioni nazionali col compito di seguire l’evoluzione delle politiche comunitarie e garantire il coordinamento tra le Federazioni affiliate e l’organizzazione centrale.
Vi è poi l’Ufficio esecutivo, composto dai rappresentanti delle federazioni dei cinque maggiori paesi, del paese che detiene la presidenza dell’Unione e di cinque paesi minori a rotazione. L’Ufficio si riunisce tutte le volte che sia necessario per rispondere a questioni urgenti, assistere il Comitato esecutivo e i delegati permanenti nel fissare l’agenda dell’organizzazione e nel determinare le politiche di applicazione del programma annuale.
Il segretario generale, responsabile della gestione quotidiana dell’organizzazione, è assistito da uno staff che nel 2004 era composto da 45 persone. Spesso la figura del segretario generale ha assunto un ruolo di rilievo. È da ricordare in particolare l’azione di Zygmunt Tysszkyewicz, nominato segretario generale nel 1984, già dirigente della Shell, che si fece promotore di una serie di riforme dirette ad aumentare le capacità di intervento dell’UNICE nella vita comunitaria.
Vi sono infine cinque Comitati (Affari economici e finanziari, Affari industriali, Relazioni esterne, Affari sociali, Affari societari) composti da industriali ed esperti, nominati dalle federazioni affiliate, con ruoli di consulenza e di esecuzione delle politiche adottate dall’Ufficio esecutivo e di coordinamento dell’azione dei Gruppi di lavoro (nel 2004 esistevano 60 Gruppi di lavori a cui prendevano parte 1200 esperti) (v. Comitati e gruppi di lavoro).
Compito dell’UNICE è di monitorare e influenzare, attraverso un’opera di Lobbying coordinata, il decision making a livello europeo. L’UNICE quindi avrebbe dovuto costituire un forum di incontro del padronato europeo, in grado di operare una sintesi delle diverse posizioni, mediare le richieste delle organizzazioni nazionali e incanalarle verso le Istituzioni comunitarie. In realtà non sempre, secondo alcuni molto raramente, tale azione è risultata efficace, per una serie di ragioni. In primo luogo per l’eterogeneità della composizione: nell’UNICE convivono organizzazioni puramente industriali e altre che riuniscono gli interessi non solo dell’industria ma anche del commercio e/o dell’artigianato. In secondo luogo per le differenze negli interessi nazionali delle federazioni rappresentate, che emergono soprattutto nei periodi di crisi economica. Infine, per l’esistenza di una pletora di organizzazioni rappresentanti gli interessi industriali, sia settoriali che nazionali (in genere ogni federazione aderente all’UNICE mantiene un ufficio di rappresentanza a Bruxelles), che svolgono opera di lobbying a Bruxelles, in maniera più efficace dell’UNICE, spesso lenta e impacciata dall’esigenza di mediare tra le sue diverse componenti.
Francesco Petrini (2009)