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Vandermeulen, Joseph

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V. (Melsele 1914-Berchem-Sainte-Agathe 1984), studia alla facoltà di lettere e filosofia dell’Université catholique di Lovanio, dove sotto il regime nederlandofono segue un corso annuale di studi politici e sociali destinati a prepararlo a una carriera giuridica. Nel 1934 interrompe gli studi per fare il servizio militare, terminato il quale si laurea in Scienze politiche e sociali nel 1936. In seguito decide di perfezionare la sua formazione giuridica all’Università di Leida.

Rientrato in Belgio, V. si trova coinvolto nei preparativi della Seconda guerra mondiale. È richiamato nel suo battaglione dal 7 al 17 giugno 1937, poi dall’8 al 18 maggio 1938, come luogotenente di riserva nel corpo di artiglieria. Dopo l’entrata in guerra è mobilitato di nuovo il 3 settembre 1939. Contemporaneamente è riuscito a preparare e a superare brillantemente il primo concorso all’ispettorato delle Finanze. Ottiene la nomina il 1° gennaio 1940. Durante i combattimenti del maggio 1940 si sposta in Francia con la sua unità. Fatto prigioniero, viene mandato in Germania in settembre. Il 16 gennaio seguente è rimpatriato e riprende le sue funzioni civili: il 1° giugno 1943 è nominato ispettore delle Finanze. Alla fine delle ostilità è distaccato al servizio del ministero degli Affari economici. Lavora a stretto contatto con Jean-Charles Snoy et d’Oppuers, segretario generale dell’amministrazione del ministero. In particolare, è incaricato di occuparsi dei beni confiscati dai tedeschi in Belgio. Inoltre si specializza nello studio dei problemi carboniferi.

Nella primavera del 1947 la sua carriera conosce una svolta: entra nel gabinetto del ministro degli Affari economici Jean Duvieusart, dove fa parte del gruppo diretto da Charles Roger, vecchio collaboratore di Paul van Zeeland e, come V., ex studente dell’Università di Lovanio. Un compito essenziale di questo gabinetto consiste nell’assistere le autorità economiche del Belgio nella definizione della politica che intendono adottare nei riguardi del Piano Marshall. Il 1° luglio 1949 diventa capo di gabinetto di Duvieusart, incarico che mantiene anche quando quest’ultimo nel giugno 1950 è nominato capo del governo e con i due successivi primi ministri Pholien e Van Houtte. Alla fine di questa intensa esperienza al più alto livello dello Stato è chiamato al ministero degli Affari economici come direttore generale. In questa veste, nel 1953, muove i suoi primi passi nelle Istituzioni comunitarie. Gli viene affidato l’incarico di rappresentare il Belgio nella Commissione di coordinamento del Consiglio dei ministri della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA). Nel 1955 lo nota Paul-Henri Spaak, che gli accorda la sua fiducia e lo invita a unirsi al gruppo che partecipa ai negoziati di Val Duchesse. L’entrata in vigore dei Trattati di Roma determina la contemporanea creazione di un Comitato dei rappresentanti permanenti (COREPER). In un primo tempo è designato come membro Jean-Charles Snoy, ma l’accumulo delle responsabilità e le tensioni latenti fra il ministero degli Affari economici e quello degli Affari esteri in merito alla priorità dell’esercizio dell’autorità all’interno della rappresentanza europea del Belgio, richiedono una riforma delle modalità di rappresentanza. Il mandato di Snoy è alla fine assunto il 15 gennaio 1959 da V., che in questa circostanza viene nominato ambasciatore. Manterrà questo ruolo fino al suo ritiro, nell’agosto 1979, dopo aver presieduto per sette volte il Comitato.

L’analisi degli archivi che portano il suo nome – quando compare in una particolare corrispondenza – consente di stabilire l’importanza relativa dei vari dossier di cui si è occupato, in particolare nel settore dell’energia e dell’integrazione monetaria. Le analisi di V., malgrado il suo leggendario riserbo, sono state molto apprezzate e consultate dagli ambienti sia economici che politici. Per esempio, uno dei rapporti sulle attività del Consiglio dei ministri dell’Economia e delle finanze, del 16 ottobre 1978, destinato in principio esclusivamente al ministro Henri Simonet, si ritrova negli archivi della Kredietbank. A questa data la banca sta preparando l’introduzione sui mercati capitali di prodotti finanziari innovativi, definiti in unità di conto, che avranno un impatto sul modo in cui verranno condotte all’inizio degli anni Ottanta le trattative relative ai problemi monetari europei. V. è coinvolto, anche dietro le quinte, nella crisi della “sedia vuota” e nei negoziati che accompagnano l’Allargamento dei Sei a Regno Unito, Irlanda e Danimarca. Anche Léo Tindemans si rivolge a V. per redigere il rapporto che gli è stato richiesto dal Consiglio europeo nel 1975.

V., che ha ricevuto dal re un titolo nobiliare, ha voluto rendere pubblico il suo attaccamento ai valori europei, difesi instancabilmente con le autorità politiche che si sono succedute al suo fianco: nelle sue insegne ha inserito le dodici stelle della bandiera europea e ha scelto come motto “Vitam impendere unioni” (“consacrare la propria vita all’unione”) (v. anche Simboli dell’Unione europea).

Jerome Wilson (2010)

Bibliografia

Coomans De Brachène O., État présent de la noblesse belge, 1re partie, État Présent a.s.b.l., Bruxelles 2000.

De Schoutheete P., Joseph Van der Meulen, in “Nouvelle Biographie Nationale”, VI, 2001.

Wilson J., De la création d’un marché international des capitaux à l’unification monétaire de l’Europe. Une initiative belge et privée, in Milieux économiques et intégration européenne au XXe siècle. La crise des années 1970, de la conférence de La Haye à la veille de la relance des années 1980, Peter Lang, Bruxelles 2006.