Verheugen, Günter
V. (Bad Kreuznach, Renania-Palatinato 1944) consegue la maturità a Brühl (Renania settentrionale-Vestfalia) per poi intraprendere gli studi di scienze politiche, storia e sociologia, prima a Bonn e poi a Colonia. Tra il 1963 e il 1965 svolge un praticantato redazionale a Colonia e a Essen. Nel 1960 entra a far parte della Freie demokratische Partei (FDP) e dei Jungen Demokraten (giovani democratici) di cui è temporaneamente presidente regionale (Renania settentrionale-Vestfalia). Dal 1964 al 1968 cura la rivista dei giovani democratici “Stimmen der jungen Generation” (Voci della giovane generazione).
Le tappe principali della carriera politica di V. sono legate all’allora presidente della FDP Hans-Dietrich Genscher che, prima ministro degli Interni (1969) e poi degli Esteri (1974), gli conferisce importanti incarichi all’interno dei ministeri a lui affidati. I primi contatti fra i due risalgono al 1962.
A partire dal 1977 ricopre la carica di segretario amministrativo del partito fino poi a diventarne nel 1978 segretario generale; allo stesso tempo dirige la fondazione Friedrich-Naumann ed è membro dei comitati esecutivi, sia dei Liberali europei che dell’Unione mondiale dei liberali. In seguito si mette in luce come “programmatore politico” e si impegna per riformare da un punto di vista organizzativo la FDP. La pianificazione e la realizzazione della campagna elettorale del 1980 che porta il partito a ottenere il 10,6% dei consensi, costituisce uno dei suoi più grandi successi politici. Quando nel 1982 divergenze di opinioni portarono alla rottura della coalizione tra FDP e Sozialdemokratisce Partei Deutschlands (SPD) e a un cambiamento di rotta della FDP, V. si oppone a un’alleanza con la Christlich-demokratische Union/Christlich-soziale Union (CDU/CSU) e, nell’autunno del 1982, si dimette dalla carica di segretario del partito per passare, qualche mese dopo, alla SPD.
Tra le file del partito socialdemocratrico V. fa carriera in fretta e, già nel 1983, è eletto al Bundestag. Un anno dopo assume l’incarico di Gesine Schwan all’interno della commissione valori della SPD e, contemporaneamente, nel gruppo parlamentare del partito, prende parte alla commissione esteri (1983-1998) occupandosi in particolare del Sud Africa. Nel giugno 1987, su proposta del tesoriere della SPD Hans-Ulrich Klose, è nominato direttore del giornale di partito “Vorwärts”; guida la rivista per due anni.
Nel 1990 V. fa parlare di sé in seguito alle dichiarazioni rilasciate, durante il dibattito interno al partito, in merito all’accordo per l’unificazione monetaria, economica e sociale delle due Germanie (V. vota a sfavore). Nel 1992 è membro della Convenzione per la Costituzione europea e presidente della commissione straordinaria che, all’interno del Bundestag, lavora al Trattato di Maastricht. Nel 1993 diventa uno dei cinque responsabili amministrativi della SPD. Dopo le elezioni parlamentari che costarono ai social-democratici una forte perdita di consensi nel 1994, diventa capogruppo parlamentare della SPD e gli vengono affidate le questioni inerenti la politica estera, l’economia, la sicurezza e lo sviluppo. Nel 1997, il suo impegno in politica estera lo porta a occuparsi della questione balcanica.
Nel 1998, dopo le elezioni che portano al governo la coalizione di Gerhard Schröder (SPD), V. ottiene l’incarico di ministro di Stato per la politica estera e il ministro degli Esteri Joschka Fischer gli affida immediatamente la politica europea del governo.
Nel 1999 comincia una nuova fase della sua carriera politica: V. è nominato Commissario europeo all’Allargamento. A partire da questo momento svolge un ruolo fondamentale per l’ingresso di 10 Stati nell’Unione europea seguendo i candidati passo dopo passo nel processo di adeguamento ai parametri europei. V. diventa uno stimatissimo mediatore e nel 2004 si fa carico anche della valutazione della candidatura della Turchia. Egli perora l’inizio delle trattative con il governo di Erdogan che con il suo impegno ha avviato un sorprendente processo di riforme.
Nel 2004 V. è nominato nuovamente Commissario europeo, questa volta responsabile dell’Industria, ed è uno dei vicepresidenti della Commissione europea guidata dal successore di Romano Prodi, il portoghese José Manuel Durão Barroso.
Agata Marchetti (2009)