Wallström, Margot
W. (Skellefteå 1954), diplomatasi nel 1973, cominciò la sua carriera politica come mediatore civico (Ombdusman) (v. anche Mediatore europeo) per la Lega della gioventù socialdemocratica svedese.
Nel 1979 fu eletta al Parlamento svedese – dove rimase per due mandati di tre anni ciascuno – nelle file del Partito socialdemocratico. Come parlamentare, lavorò nel Comitato per l’istruzione e fece parte di un importante gruppo di lavoro del Partito socialdemocratico per l’elaborazione di un nuovo programma di accesso al sistema del welfare. In questo periodo strinse anche una solida amicizia con Anna Lindh, in seguito nominata ministro degli Esteri, e con Mona Sahlin, che fra l’altro fu vice primo ministro, e consolidò la propria posizione, mostrando affinità ideologiche con i leader socialdemocratici degli anni Ottanta e Novanta, quali Ingvar Carlsson e Kjell-Olof Feldt.
Dopo il suo secondo mandato parlamentare, W. svolse un ruolo attivo nella politica locale e regionale. Nel 1988 fu nominata dal primo ministro Ingvar Carlsson ministro per gli Affari civili, carica che conservò fino alle elezioni del 1991. Nel biennio 1993-1994 fu dirigente in un canale televisivo regionale, conservando un seggio nel comitato esecutivo del Partito socialdemocratico. Partecipò anche attivamente alla fondazione Europaforum, creata nel 1992 per svolgere un’intensa propaganda a favore dell’adesione della Svezia alle Comunità europee.
Nel 1994 W. tornò al governo come ministro della Cultura, incarico che conservò fino al rimpasto di governo del 1996, quando fu nominata ministro per gli Affari sociali con il nuovo primo ministro Göran Persson. Gli anni Novanta furono caratterizzati dai tagli alle spese per il welfare. Ciononostante, W. si dimostrò capace di conservare la sua popolarità all’interno e all’esterno del Partito socialdemocratico. Una delle candidate principali per subentrare a Ingvar Carlsson come leader dei socialdemocratici, fu menzionata di frequente come possibile successore di Persson.
Nella campagna elettorale del 1998 W. fu la figura politica di maggior spicco dei socialdemocratici insieme al primo ministro, ma inaspettatamente dopo le elezioni non ottenne nessun ministero, sebbene i socialdemocratici fossero riconfermati al potere. Fu invece nominata vicepresidente esecutivo dei Worldview global media, un’organizzazione non governativa con sede a Colombo (Sri Lanka), incarico che conservò fino a quando non fu scelta come membro della Commissione europea di Romano Prodi nel settembre 1999.
La nomina della W. a commissario per l’Ambiente (v. Politica ambientale) costituì una sorpresa per la maggior parte degli osservatori del suo paese. In quell’occasione, il Comitato costituzionale del Parlamento svedese criticò il governo per il modo in cui aveva gestito la questione e l’opposizione di centrodestra rivendicò la carica di commissario per uno dei suoi esponenti, come sancito da un tacito accordo con i socialdemocratici. Le critiche colpivano poi direttamente W., accusata di non avere un’istruzione universitaria, di essere priva di esperienza, di non avere competenze specifiche nel settore ambientale e di essere troppo giovane. W. grado riuscì però di dissipare ogni dubbio sulle proprie capacità, tanto che alla fine del suo mandato anche il centrodestra era disposto ad accettare, a certe condizioni, la sua nomina per un secondo mandato come commissario europeo.
Durante il suo mandato, W. nominò capo del suo gabinetto Rolf Annerberg, in precedenza direttore generale dell’Agenzia svedese per la protezione dell’ambiente. Tra le priorità indicate durante le audizioni di conferma al Parlamento europeo vi erano una maggiore osservanza e applicazione delle regolamentazioni esistenti, lo sviluppo di un nuovo programma d’azione per l’ambiente e la previsione di sanzioni pecuniarie per chi inquina
In ragione del rafforzamento del settore ambientale nel Trattato di Amsterdam, la nuova Commissione ebbe l’opportunità di adottare un approccio più dinamico in tale area. Gran parte del lavoro di W. si concentrò sul mantenimento del protocollo di Kyoto relativo ai cambiamenti climatici e sulla messa a punto di una nuova strategia per i prodotti chimici. Quest’ultima proposta fu oggetto di forti critiche sia da parte dall’industria, che la giudicava di portata troppo ampia, sia dalla lobby ambientalista, che la considerata troppo indulgente nei confronti degli industriali. Tale strategia fu trasferita in seguito dalla direzione generale dell’Ambiente alla direzione generale dell’Industria.
Nel 2002 W. fu votata “Commissario dell’anno” dai lettori della “European voice”.
W. è dotata di una mente critica, “incline al dubbio” per principio, perché preferisce affrontare i problemi senza dogmatismi, cercando di analizzarli secondo la formula “considerare, discutere, riconsiderare”. Spiegando la sua affinità con i socialdemocratici, ha messo in risalto i seguenti valori: democrazia, internazionalismo, opportunità/potenzialità della politica, uguaglianza, pari opportunità, conoscenza e razionalità, welfare e solidarietà. Questa visione della socialdemocrazia, caratterizzata da pragmatismo e da un riformismo graduale associato alla modernizzazione, rappresenta una corrente della socialdemocrazia svedese, quella dominante durante la seconda metà degli anni Ottanta e negli anni Novanta. Sulla questione specifica del welfare State, W. si è adoperata attivamente per promuovere un uso crescente delle cooperative, nel campo dell’assistenza all’infanzia e come forma generale di impresa. Per quanto riguarda le questioni europee, W. ha abbracciato una prospettiva filoeuropea più convinta rispetto alla gran parte dei suoi compagni di partito, sottolineando l’esigenza di un Processo decisionale e di istituzioni sovranazionali piuttosto che intergovernative (v. anche Cooperazione intergovernativa).
W. è considerata un’abile comunicatrice e conosce molto bene il lavoro dei media, data anche la sua personale esperienza professionale. Per citare un esempio, quando nel 2003 la Commissione europea lanciò la nuova strategia per i prodotti chimici Registration, evaluation, authorisation of chemicals (REACH), W. presentò i risultati di un’analisi del proprio sangue, dimostrando che vi erano state trovate 28 sostanze tossiche, che vennero tutte incluse nella nuova strategia.
Durante il referendum svedese sull’Euro nel 2003, W. fatto fece parte di un quartetto di donne politiche svedesi di spicco, con una posizione trasversale rispetto ai partiti, che sostennero il voto a favore: Anna Lindh, ministro degli Esteri socialdemocratico; Marit Paulsen, liberale e membro del Parlamento europeo; Gunilla Carlsson, conservatrice e membro del Parlamento europeo. La forza d’impatto delle quattro donne fu frenata da una grave malattia di Marit Paulsen e ovviamente dall’assassinio di Anna Lindh. Nel dibattito successivo al voto W. imputò in parte il risultato del referendum alla generale mancanza di leadership dei politici svedesi nel settore degli affari europei, un’opinione che fu vigorosamente contestata e smentita dal primo ministro svedese Göran Persson.
Nel 2004, con l’insediamento della Commissione guidata da José Manuel Durão Barroso, W. Fu nominata vicepresidente della Commissione, responsabile per le Relazioni istituzionali e la Strategia di comunicazione.
Fredrik Langdal (2006)